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giovedì 30 luglio 2020

Review Party: Il libro delle meraviglie e altre fantasmagorie


Buongiorno lettori!
Oggi vi lascio sul blog la recensione di due raccolte di racconti contenute nel meraviglioso Oscar Draghi Il libro delle meraviglie e altre fantasmagorie di Lord Dunsany: Il libro delle meraviglie, appunto, e Demoni, uomini e dei.
Lord Dunsany, diciottesimo barone di Dunsany, fu uno scrittore irlandese e nacque a Londra nel 1878. 
I suoi racconti, ambientati in un mondo immaginario con una propria fisionomia e i propri dei, ispirò diversi scrittori di fantasia, tanto che Lovecraft lo definì: "Uno stupendo arazzo fiabesco" e tra gli autori che ne presero ispirazione possiamo citare anche il grande J.R.R. Tolkien. 


Titolo: Il libro delle meraviglie e altre fantasmagorie 
Autore: Lord Dunsany
Curatore: Massimo Scorsone
Casa editrice: Mondadori 
Collana: Oscar draghi
Data di uscita: 30 giugno 2020
Pagine: 648
Prezzo: 25 euro

Voto: 3/5

Il libro delle meraviglie e altre fantasmagorie di Lord Dunsany contiene al suo interno due raccolte di racconti e due romanzi: La figlia del re degli elfi e La maledizione del veggente.
Oggi qui vi lascio la recensione solo delle due raccolte di racconti: Il libro delle meraviglie e Demoni, uomini e dei. 

I racconti di queste due raccolte sono ambientati in un unico universo fantastico nato dalla mente di Lord Dunsany, in un mondo contrapposto a quello ordinario e noioso della Londra contemporanea, dal momento che lo stesso autore, nel momento in cui apre la sua raccolta, afferma: "Vengano, signore e signori che in qualche modo sono stanchi di Londra, vengano con me anche coloro che sono arcistufi del mondo che conosciamo: perché abbiamo nuovi mondi, qui". 
Lord Dunsany quindi ha scritto i suoi racconti per fuggire dalla noia della realtà contemporanea, desiderando portare con sè i suoi concittadini e i lettori di ogni età in mondi nuovi dove esistono creature fantastiche come i centauri, e, soprattutto, esiste la magia. 

Quando ho letto che l'autore era irlandese, non so perché ho immaginato che i racconti fossero ispirati al mito e al folklore irlandese, che io apprezzo davvero tanto, ma quando ho iniziato a leggere i racconti sono stata enormemente delusa, perché nessuno di questi miti era menzionato, ma erano più storie che si ispiravano magari a mondi e culture differenti. Ci sono racconti infatti con protagonisti dei ladri e o dei santoni che mi hanno riportato molto di più alle atmosfere de Le mille e una notte che alla mitologia europea.

Per quanto apprezzi le raccolte di racconti, devo essere onesta e dire che nonostante fossero molto interessanti queste due raccolte non mi hanno colpito moltissimo, anche se non saprei dire per quale motivo. Mi pare forse mancasse una certa uniformità (alcuni racconti infatti erano ispirati maggiormente all'Asia e altri all'Africa, portando più confusione che altro) e inoltre alcuni racconti mi sembravano incompleti e mancanti di un significato finale profondo. 
Inoltre, credo di aver preferito i racconti del secondo libro, dal momento che c'erano delle sezioni maggiormente uniformi in cui i racconti avevano un senso continuo, come quelli dei racconti fantastici di Jorkens, o l'ultima parte che in cui vengono raccontate le storie degli dei di Pegana.

In generale però, non mi hanno colpito moltissimo e solo pochi racconti mi sono rimasti impressi dopo averli letti, anche se sono stati una lettura interessante. 
Lo stile è molto semplice e sono facili da leggere, dato che alcuni racconti sono molto corti. Inoltre fanno il loro lavoro di intrattenere e di trasportare in universi magici e lontani. 
Credo che il racconto che ho preferito sia stata La finestra meravigliosa, ma in verità molti altri racconti erano ben scritti e molto interessanti, nonostante alla fine nessuna delle due raccolte mi abbia colpito nel profondo come hanno fatto altre storie, in primis quelle de Le mille e una notte, che penso resteranno imbattute per quanto riguarda le raccolte di racconti. 

Il volume in se stesso, però, è stupefacente ed è arricchito dalle illustrazioni di Sidney H. Sime, che rendono il libro ancora più bello. 
Se amate le raccolte di racconti e i libri che ti trasportano in mondi fantastici, direi che questo sia il libro perfetto da avere in libreria e da collezionare, soprattutto se volete conoscere un autore che, ormai dimenticato, ha però ispirato i più grandi della letteratura fantastica.  

Se volete leggere le recensioni agli altri volumi mi raccomando recuperate gli articoli degli altri partecipanti all'evento! 
Ringrazio poi moltissimo la Mondadori per averci fornito il file e il libro in cartaceo per poter scrivere la recensione e creare l'evento. 



mercoledì 29 luglio 2020

Recensione: Mary. La ragazza che creò Frankenstein


Titolo: Mary. La ragazza che creò Frankenstein 
Autrice: Linda Bailey
Traduttrice: Eleonora Dorenti
Illustratrice: Jùlia Sardà
Casa editrice: Rizzoli
Data di uscita: 14 luglio 2020
Pagine: 50
Prezzo: 18 euro


Voto: 4/5

Mary è una sognatrice. Immagina cose mai esistite, costruisce castelli in aria. Questa è la sua storia: la storia di come nasce una scrittrice e di come si dà vita a una leggenda.Un racconto da brividi, un antico castello, una creatura senza vita, incredibili scoperte scientifiche e una notte di tempesta. Sono questi gli elementi che Mary, a soli diciotto anni, cuce insieme con ago e filo per dare vita a un personaggio indimenticabile e a uno dei più grandi romanzi di tutti i tempi… Frankenstein.

Mary è una ragazzina che sogna ad occhi aperti e inventa continuamente storie per passare il tempo. Mary è figlia di Mary Wollstonecraft, una donna straordinaria, una delle primi scrittrici femministe, che ha scritto La rivendicazione dei diritti della donna.
Mary non è una ragazza come le altre: è impulsiva, libera, intelligente. A 16 anni scappa con il poeta Percy Bysshe Shelley e percorre l'Europa insieme a lui, finché una sera, quando Mary ha 18 anni, si ritrovano insieme al grande poeta Lord Byron e al medico Polidori in una casa sul lago, durante una notte di tempesta. Lord Byron legge delle storie dell'orrore e alla fine della serata nasce una sfida: dovranno scrivere loro stessi un racconto dell'orrore e decretare il migliore.
Mary all'inizio non ha idee, finché una nuova scoperta scientifica non le fa venire in sogno l'immagine di un uomo composto da pezzi di diversi cadaveri e riportato in vita con l'elettricità. 
La sua storia dell'orrore così prende vita e nove mesi dopo nasce Frankenstein, il romanzo che portò Mary Shelley a diventare famosa. 

In questo libretto illustrato la storia di Mary Shelley e la creazione del mostro di Frankenstein viene narrata attraverso dei disegni meravigliosi, che esprimono perfettamente il sentimento gotico che pervade la storia. 
Ho davvero amato in modo assurdo questi disegni, che rendono perfetto questo piccolo albo illustrato basato sulla prefazione che la stessa Mary scrisse tredici anni dopo l'uscita del libro. 

Mary infatti era una donna unica, figlia di una donna altrettanto unica, che purtroppo morì undici giorni dopo aver dato alla luce la bambina, che non smise mai però di amare e venerare la madre. 


Nonostante sia un libro davvero corto, appena 50 pagine, mi sono davvero innamorata e ringrazio la Rizzoli che ci ha dato la possibilità di leggerlo. Non vedo l'ora di poterlo avere tra le mani e ammirare dal vivo questi disegni, che ti riportano dentro un sogno o una fiaba.

Consiglierei questo piccolo albo a tutti gli amanti di Mary Shelley e della sua storia, ma soprattutto a chi ha dei bambini, per far conoscere loro la storia di una grande donna, che però ha iniziato come molti di noi: solo come una bambina un po' problematica e sognatrice, che si perdeva nelle pagine dei libri. 

Volete leggere altre recensioni? Qui trovate tutti i partecipanti all'evento! Non perdeteveli!


giovedì 23 luglio 2020

Recensione: Middlegame di Seanan McGuire


Titolo: Middlegame
Autrice: Seanan McGuire
Casa editrice: Mondadori 
Collana: Oscar fantastica
Data di uscita: 21 luglio 2020
Pagine: 528
Prezzo: 22 euro



Ecco Roger. Ha un vero dono per le parole, comprende istintivamente ogni linguaggio e sa che è il potere delle storie a regolare i meccanismi dell'universo. Ed ecco Dodger. È la sorella di Roger, la sua gemella per la precisione. Anche lei ha un dono, per i numeri: sono il suo mondo, la sua ossessione, il suo tutto. Qualunque cosa le si presenti alla mente, Dodger la elabora con il potere della matematica. I due fratelli non sono propriamente umani, anche se non lo sanno. Non sono neanche propriamente divini. Non del tutto… non ancora. E poi c'è Reed, esperto alchimista, come la sua progenitrice. È stato lui a dare vita ai gemelli. Non si potrebbe definirlo il loro "padre". Non proprio. Ma come tutti i genitori, per i due ragazzi ha un piano ambizioso: far sì che raggiungano il potere assoluto, e poi reclamarlo per sé. Diventare "dei in Terra" è una cosa possibile. Pregate soltanto che non accada.

Se dovessi scegliere un aggettivo per parlare di questo libro, scegliere la parola "particolare". 
Non è infatti un romanzo come quelli che si leggono di solito: ha qualcosa di diverso, qualcosa di unico, e mentre lo leggevo non riuscivo a non pensare di star leggendo qualcosa che potrebbe essere considerato diverso da ogni altro romanzo in ogni cosa: dalla trama allo stile di scrittura. 
Per questo motivo non penso sia un libro che possa piacere a tutti, proprio per la sua stranezza e vi consiglio magari di leggerne le prime pagine in libreria, prima di decidere di acquistarlo, per capire se quel poco che vedete fa per voi. 

Questa storia parla di due fratelli, Roger e Dodger, che sono stati creati alchemicamente per rappresentare la Dottrina dell'Ethos, il sogno dell'alchimista Asphodel Baker. La sua creazione di sangue e terra, James Reed, dopo averla uccisa ha infatti continuato ad amarla per secoli e a perpetuare le sue conoscenze, ha creato così in laboratorio una serie di cuculi per fare in modo che la Dottrina vivesse e si aprisse in questo modo la strada per la Città Impossibile. 
Roger ha la parola, Dodger la matematica. Sono cresciuti divisi, ma appena scoprono di potersi parlare attraverso un continente solo con la mente diventano inseparabili, come appunto fratello e sorella. 

Lo stile di scrittura è insolito: Seanan McGuire usa una terza persona piatta e estraniante, come se fosse persa nel tempo e nello spazio, che racconta in modo oggettivo, senza lasciarsi appassionare, la storia di Roger e Dodger, Roger e la sua passione per la letteratura e le lingue e Dodger e la sua passione per la matematica e i numeri. 
Nonostante questo linguaggio così particolare, così diretto ma insieme così lontano, l'autrice è riuscita a farmi appassionare a questa storia, e anzi, devo dire che non riesco ad immaginarmi nessun altro stile per questo libro, dove la parola e i suoi mille usi ne fanno da padrone, un libro inondato di parole ma allo stesso tempo giusto, bilanciato dalla matematica. 
Le descrizioni sono minime, dei due protagonisti sappiamo i loro dati fondamentali: l'aspetto fisico e le loro passioni, che ci vengono ripetute più volte, ma in ogni pagina risalta l'amore che i due fratelli provano l'uno per l'altra, qualcosa di potente, ma anche di pericoloso per l'intera umanità. 

Oltre ad avere uno stile particolare che potrebbe scoraggiare le persone ad intraprenderne la lettura, il libro presenta anche una trama abbastanza confusionaria, di cui all'inizio comprendiamo ben poco e che si infittisce mano a mano che il libro continua. 
Si tratta di un libro dove Ordine e Caos sono i protagonisti insieme alla Parola e alla Matematica, e adoro come la scrittrice sia riuscita ad incanalare tutti questi concetti alchemici (l'alchimia infatti ha un ruolo fondamentale nella storia) all'interno della struttura del libro. 
Ammetto di non aver capito i concetti di alchimia neanche adesso finito il libro, ma ho adorato che per farli comprendere l'alchimista A. Baker abbia inventato una storia per bambini diventata un cult della letteratura. Leggere queste parti di un finto libro per bambini che intervallano il libro nei momenti più importanti mi è piaciuto infatti davvero tanto ed è una tecnica che ho sempre apprezzato. 

In definitiva, questo romanzo mi è piaciuto davvero molto nonostante sia rimasta molto stranita durante la lettura, ma non posso dargli un voto completo perché penso che alcune cose potessero essere spiegate meglio, soprattutto per quanto riguarda la teoria della Dottrina e sull'alchimia in generale, su cui ho ancora parecchi dubbi.



FOCUS ON

Letteratura e Matematica sono due tematiche fondamentali all'interno del romanzo. 
Roger infatti è abilissimo con le parole, ne comprende subito il significato, conosce tutti i sinonimi e le metafore per descrivere un determinato oggetto, ed è abilissimo con le lingue, che riesce ad imparare con estrema facilità. La parola di Roger è in grado di trasformare la realtà, se lui lo desidera. 
Dodger invece fin da bambina è bravissima con la matematica, la sua intera esistenza è descritta attraverso i numeri. 

Letteratura e Matematica sembrerebbero due opposti, ma in verità sono molto simili: entrambi infatti sono governati da regole precise, dei linguaggi che non posso essere infranti, ma nonostante questo sono malleabili e possono creare composizioni totalmente differenti tra loro e nello stesso momento bellissime. 
La matematica si è ispirata alle parole, alle lettere. Si arriva infatti a un certo punto nella matematica (punto in cui io non sono mai arrivata, intendiamoci, io sono il Roger di questa situazione) in cui i numeri vengono soppressi e ci sono solamente le lettere; mentre non pensiamo a cosa sarebbe la letteratura senza la matematica.
La letteratura, e soprattutto la poesia, prende infatti per fondamento i numeri. 
Prima che esistesse la poesia del metro libero, i componimenti dovevano e devono avere per essere definiti sonetti, ottave, endecasillabi sciolti... avere un numero rigoroso di versi e di sillabe, quindi si basano sulla matematica. 
Questo perché in passato non c'era una divisione dei saperi come la intendiamo adesso, ma per essere un dotto bisognava avere una conoscenza di ogni campo dello scibile umano e molti dei letterati del passato erano anche uomini di scienza: pensiamo per esempio a Dante Alighieri che ha sparso formule matematiche all'interno delle tre cantiche della Divina Commedia.
Anche adesso, la letteratura prende spunto dalla matematica: pensiamo alle filastrocche, in cui i numeri hanno una funzione fondamentale, oppure alle ninna nanne. 
La letteratura infatti è sempre stato uno dei modi più facili per far capire concetti scientifici, sia ai bambini che agli adulti, e la matematica non ne è esclusa. 
In verità i letterati e i matematici hanno qualcos'altro in comune: aspirano entrambi a comprendere il mondo e la realtà, come affermano gli autori del libro Letteratura e matematica, un libro che vi consiglio di recuperare se, anche voi come me, siete curiosi di comprendere cosa lega queste due discipline all'apparenza opposte, ma in verità strettamente legate. 


Se siete arrivati alla fine di questa recensione, vi ringrazio!
Spero di avervi incuriosito e se leggerete questo libro, o lo avete già letto, fatemi sapere cosa ne pensate!
Leggete anche le recensioni dei miei colleghi per avere una panoramica completa di questo libro!






martedì 21 luglio 2020

Recensione: Fondazione. Il ciclo completo #7 - Fondazione e Terra


Buonasera lettori! 
Finalmente abbiamo terminato il nostro viaggio nella galassia e abbiamo letto l'ultimo libro del ciclo di Asimov della Fondazione: Fondazione e Terra, romanzo pubblicato nel 1986.
Cosa avrò pensato di questa conclusione? Leggete la recensione per scoprirlo!

Nel romanzo precedente avevamo lasciato il protagonista di questa "duologia sequel", Golan Trevize, mentre prendeva una decisione fondamentale per il futuro della galassia: scegliere il Secondo Impero del Piano Seldon oppure Galaxia, un unione di tutte le persone in armonia le une con le altre. 
Golan, accompagnato dall'amico Janov Pelorat e dalla gaiana Bliss, ha scelto la seconda opzione, ma non è ancora convinto totalmente che quella che ha preso sia la decisione giusta, ma sente che al Piano Seldon manca qualcosa, anche se nemmeno lui stesso capisce cosa. 
Trevize si rende conto che l'unico modo di capire se ha preso la decisione giusta è quello di trovare la Terra, il mondo primordiale da cui è nata l'umanità, e così parte in un lungo viaggio per scoprire dove questo pianeta si trovi e perché ogni suo riferimento sia stato cancellato dai documenti e dalle menti delle persone.

Questo viaggio porta i protagonisti a scoprire nuovi mondi che non sono catalogati sulle mappe, mondi a volte disabitati ma tutti in ugual modo pericolosi, in un percorso che sembrerebbe portare a un nulla di fatto. 
La terra esisterà davvero? E se esiste, dove si trova e qual è il mistero che la circonda? 

Se devo essere sincera Fondazione e Terra non è stato il finale che mi aspettavo. Mi immaginavo qualcosa di molto più interessante. Asimov mi aveva abituato a colpi di scena e momenti emozionanti e trovo che questo romanzo non sia stato, in un certo senso, forte come gli altri da questo punto di vista, anche se ha soddisfatto la mia passione per i viaggi spaziali e la scoperta di altri mondi diversi l'uno dall'altro. Mi aspettavo un finale che colpisse molto di più la mia fantasia e soprattutto mi immaginavo qualcosa si diverso per quanto riguarda la Terra. 
Alla fine è colpa mia che dopo gli altri libri mi ero fatta un'idea diversa nella mente. 

In questo romanzo, inoltre, mi è pesato particolarmente che il libro fosse stato scritto da un uomo per come vengono descritti alcuni personaggi femminili, e soprattutto da un uomo figlio del suo tempo, dato che ci sono alcune cose con cui non ero molto d'accordo, come la mancanza di un genere neutro per indicare le persone. 
Asimov ovviamente non poteva sospettare che già nel nostro tempo ci sarebbero state persone non binary o genderfluid che non avrebbero accettato i pronomi maschili o femminili, e già la lingua inglese si è evoluta per utilizzare il "they" in senso neutro. Quindi un futuro dove l'umanità sia ancora distinta in modo così netto in uomo/donna per me è assolutamente improbabile, ma appunto, si tratta di un romanzo figlio dei suoi anni, quindi non giudico negativamente in base a questo fattore. 

Come al solito, la scrittura è lineare ed è piacevole, ma mi pare fosse più prolissa del necessario, a volte saltavo delle parti in cui si parlava di astronomia o in generale di materie scientifiche perché per me impossibili da capire, oppure saltavo parti che erano state ripetute già parecchie volte e quindi inutili al fine della trama. 
Alla fine, il libro ha raggiunto per me la sufficienza ma mi ha lasciato con l'amaro in bocca perché mi aspettavo qualcosa in più che non è arrivato, e soprattutto dopo un po' i dialoghi tra i personaggi mi lasciavano proprio cadere le braccia quanto erano noiosi e così diversi da dei dialoghi spontanei. 

In generale, però, ho amato questo ciclo e sono stata felicissima di averlo potuto leggere e avere tra le mani. Ringrazio infatti ancora una volta la Oscar Mondadori per la copia del libro e la possibilità che ci ha dato di organizzare l'evento. L'unica cosa che vi consiglio è magari diluire questa saga nel tempo, perché leggere questo mattone tutto insieme è un bel peso e dopo un po' si finisce per ritrovare ripetitivo lo stile di Asimov. 

Grazie di aver seguito con me questa avventura, vi lascio i nomi dei blog che hanno partecipato l'evento e grazie grazie grazie di averci letto e supportato. 



venerdì 17 luglio 2020

Recensione: Fondazione. Il ciclo completo #6 - L'orlo della Fondazione


Buon pomeriggio lettori!
Oggi continuiamo il nostro viaggio nell'iperspazio per scoprire come si concluderà la storia delle Fondazioni di Asimov, e per farlo dobbiamo passare attraverso il sesto libro, L'Orlo della Fondazione, scritto nel 1982 e che vinse il premio Hugo e il premio Locus nel 1983 come miglior romanzo. 

Ma, senza indugi, passiamo alla recensione!


Sono passati ormai 500 anni da quando Hari Seldon ha ideato la psicostoria e la Prima Fondazione è ormai arrivata ad uno sviluppo tale che controlla un terzo della Galassia ed è progredita ad un livello tecnologico enorme, forse nemmeno previsto dal piano Seldon. 
Dopo l'ultimo libro, la Seconda Fondazione è convinta che la Prima si sia completamente dimenticata di lei, ma purtroppo non è così, anzi, un consigliere della Prima Fondazione, Golan Trevize, è convinto della sua esistenza e continua ad affermarla con i suoi colleghi. Spaventati che possa turbare la popolazione, Trevize viene mandato in esilio dal sindaco Harla Branno, anche lei segretamente convinta dell'esistenza della Seconda Fondazione, affinché ne scopra l'ubicazione, anche se in teoria lo scopo fasullo della missione è di accompagnare lo storico Janov Perolat nella sua missione di trovare la Terra, il pianeta originario da cui l'umanità è nata. 

Nel frattempo su Trantor, l'oratore Stor Gendibal si rende conto che c'è una terza potenza che sta influenzando il Piano Seldon, un'organizzazione di "anti-Muli" che li stanno sì controllando mentalmente, ma non per conquistare la Galassia ma per mantenere sul giusto binario il Piano Seldon.
Spaventato da questa forza sconosciuta, l'oratore ne parla al consiglio, che, anche se tra liti interne e discussioni, accetta questa previsione e manda Gendibal in missione nello spazio affinché scopra questa potenza. 
Insieme a lui parte la giovane Sura Novi, una giovane nativa di Trantor dalla mente semplice, ma affascinata dal mondo degli "studiosi", che aveva salvato Gendibal da un attacco progettato dai nativi del pianeta e a cui l'oratore si affeziona subito.

Come in tutti i libri di Asimov, lo scrittore è in grado di creare una storia avvincente, ricca di personaggi ben scritti e piena di colpi di scena assolutamente incredibili. 
Le sue storie mi lasciano sempre con il fiato sospeso, ma forse le apprezzerei di più se lo stile fosse più avvincente e meno statico.
Asimov infatti ha la tendenza a dilungarsi davvero tanto nelle spiegazioni, cose che il lettore probabilmente sa già dal primo libro del ciclo vengono ripetute inesorabilmente e questa cosa dopo un po' inizia a stancare, poi i personaggi amano dilungarsi in lunghi discorsi di spiegazione dei loro pensieri, e anche lì, dopo un po' il tutto inizia a stancare. 

Questo però va in secondo piano quando si raggiunge il fulcro della storia e si scoprono i misteri che Asimov aveva in mente, e io non mi stancherò mai di consigliare a tutti questa saga, che resta un caposaldo della fantascienza per come la conosciamo, anche senza l'inserimento di altre forme di vita aliene nel contesto (cosa che un po' mi manca, devo essere onesta). 

Detto questo, questo libro mi è piaciuto un sacco perché espande la conoscenza dell'universo di Asimov, ma non vedo l'ora di leggere il prossimo libro perché la Terra, un mistero che ci perseguita dall'inizio, finalmente dovrebbe avere un ruolo nella storia e io non vedo l'ora!

Buona lettura!



martedì 14 luglio 2020

Recensione: Fondazione. Il ciclo completo #5 - Seconda Fondazione


Buongiorno lettori!
Seconda Fondazione, conosciuta in Italia come L'altra faccia della spirale, è il romanzo finale della trilogia della fondazione e uscì nel 1953. 
Qui di seguito trovate i miei brevi pensieri su questa trilogia, anche se mancano ancora i sequel a completare tutto il ciclo!

In questo romanzo, come mostra il titolo, entra attivamente a far parte della narrazione la Seconda Fondazione, che fino a questo momento era rimasta un'organizzazione segreta. 
La Seconda Fondazione infatti era stata creata da Hari Seldon dall'altro lato della galassia rispetto alla Prima Fondazione, in un posto imprecisato chiamato "Fine di Stella" e mentre la Prima Fondazione aveva lo scopo preciso di preservare la scienza, la Seconda Fondazione era formata da psicostorici in grado di osservare e poter continuare il compito dello stesso Seldon. 

La Prima Fondazione, nella sua storia, era sempre stata sicura di vincere perché destinata dal Piano di Seldon a formare il Secondo Impero, ma l'arrivo del Mulo nel libro precedente ha scombussolato le cose dal momento che un mutante così potente non era previsto dal Piano, e così il Mulo è stato capace di conquistare la Fondazione. L'unica cosa che lo fa temere e blocca i suoi piani di conquista è la "paura" dell'esistenza di questa fantomatica "Seconda Fondazione", di cui non si sa nulla e potrebbe attaccare da un momento all'altro. Il Mulo impiega così diverso tempo a cercare questa Fondazione, che per affrontarlo è costretta d uscire allo scoperto. 

Nella seconda parte del romanzo, infatti, una volta morto il Mulo per cause naturali, la Fondazione riprende il suo dominio e la sua indipendenza, ma alcuni uomini iniziano ad avere timore di questa Seconda Fondazione, temendo di essere attaccati mentalmente da loro e condizionati. 
Onestamente questa parte per me è stata poco chiara, non ho capito come mai la Seconda Fondazione avrebbe dovuto essere un pericolo per la Prima Fondazione, dato che il suo compito, prefisso proprio da Hari Seldon, era quello di proteggerla. Non riesco proprio a capire perché alcune persone avrebbero dovuto iniziare a temere e uccidere o imprigionare persone che hanno contribuito, anche se in sottofondo, alla loro sicurezza. 
La gente, però, come sempre ha paura di ciò che non conosce, soprattutto se questa ciò possiede dei poteri che l'altra non ha. 

Alla fine di questo ciclo molti misteri si chiudono, per esempio dove si trovi questa misteriosa "Fine di Stella" e anche questa soluzione non mi ha convinto completamente, perché stona con quello che è successo in Fondazione anno zero.

Detto questo, sono comunque molto felice di aver letto questa trilogia e ho apprezzato aver posto all'inizio i prequel, perché spiegano molto bene la nascita della Fondazione e il personaggio di Hari Seldon, dando quindi una spiegazione o un senso a cose che nella trilogia vengono lasciate in sospeso. 

Sono curiosa, adesso, di leggere i due libri finali, che spero non mi deluderanno. 

Buona lettura!



lunedì 13 luglio 2020

Recensione: Crescent City. La casa di terra e sangue di Sarah J. Maas


Titolo: La casa di terra e sangue. Crescent City
Autrice: Sarah J. Mass
Casa editrice: Mondadori
Collana: Fantastica
Data di uscita: 14 luglio 2020
Pagine: 708
Prezzo: 19,90


Voto: 4/5


Ventitré anni, mezza Fae e mezza umana, Bryce Quinlan ha una vita perfetta: di giorno lavora in una galleria d'arte e di notte passa da una festa all'altra, senza problemi e senza preoccupazioni. Quando però una brutale strage scuote profondamente Crescent City, la città in cui vive, e Bryce perde una persona a lei molto cara, il suo mondo crolla in mille pezzi lasciandola disperata, ferita e molto sola. Adesso non cerca più il divertimento, ma un oblio in grado di farle dimenticare i terribili fatti che hanno cambiato la sua vita per sempre. Due anni dopo l'imputato è finalmente dietro le sbarre ma, tutt'a un tratto, i crimini ricominciano e Bryce è decisa a fare tutto il possibile per vendicare quelle morti. Ad affiancarla nelle indagini arriva Hunt Athalar, un famoso angelo caduto, prigioniero degli arcangeli che lui stesso aveva tentato di detronizzare. Le sue grandi capacità e la sua forza incredibile sono utilizzate all'unico scopo di eliminare i nemici del suo capo. Quando però si scatena il caos in città, Hunt riceve una proposta irrinunciabile: aiutare Bryce a trovare l'assassino e riconquistare, in cambio, la sua libertà. Quando Bryce e Hunt cominciano a scavare in profondità nel ventre di Crescent City, scoprono un potere terrificante e oscuro che minaccia tutto e tutti, e vengono travolti da una passione irrefrenabile, che potrebbe renderli entrambi liberi, se solo lo volessero. Il dolore della perdita, il prezzo della libertà e il potere dell'amore sono i temi principali de La casa di terra e sangue , il primo imperdibile romanzo della nuova serie fantasy di Sarah J. Maas, che mescola egregiamente personaggi indimenticabili, romanticismo e una suspense che tiene il lettore incollato alla pagina fino alla fine.

La casa di terra e di sangue è il primo libro che leggo di Sarah J. Maas, nonostante conoscessi bene questa autrice per le sue altre saghe molto famose e entrambe tradotte in Italia: Il trono di ghiaccio e La corte di rose e spine, che dopo questa lettura vorrei decisamente recuperare. 
Devo ammettere che non mi aspettavo che il libro mi piacesse così tanto: la trama era sì interessante, ma i libri della Maas da molti vengono snobbati e considerati trash, e per un po' ho dato la priorità ad altri libri, finché non è arrivato questo evento organizzato da Beatrice di Eynys Paolini Books (che ringrazio molto!) e ho affrontato questo enorme mattone di 700 pagine, scoprendo che sì, la Maas non è poi così male come dicevano. 

Ora, prima di considerare la Maas perfetta, non posso negare che questo libro abbia molti difetti, ma l'ho comunque letto con la consapevolezza che in un libro della Maas devono esserci cose come un elevata sessualizzazione dei personaggi, scene romantiche molto ardite forse in momenti poco opportuni... insomma, se tutti i personaggi non fossero descritti bellissimi e stupendi e con la libido a mille, beh, non sarebbero personaggi della Maas! A volte questa sessualizzazione assurda può dare molto fastidio, ma se uno si abitua poi lo considera così com'è: un romanzo leggero con cui passare una serata, anche se questo libro in verità è molto di più.

Quando l'ho iniziato non sapevo cosa aspettarmi perché non ho voluto nemmeno leggere la trama per non rovinarmelo, sapevo solo i fatti essenziali, non sapevo che ci sarebbe stato un omicidio e poi un'indagine, e devo dire che sono stata molto sorpresa perché entrambe le cose sono state gestite benissimo. 
All'inizio non riuscivo ad ingranare con il romanzo, Bryce, la protagonista, mi sembrava la solita ragazza festaiola che ama ubriacarsi ed uscire a divertirsi, ma poi avviene il colpo di scena: una sua cara amica viene uccisa e la vita di Bryce cambia per sempre, e da quel momento il libro migliora un sacco, mentre le indagini per scoprire chi è l'assassino continuano. 

Il romanzo, come dicevo, non è assolutamente perfetto e un altro motivo è la descrizione dell'ambientazione. In parole povere: la descrizione è molto confusionaria e non c'è nessuna spiegazione iniziale, quindi una persona all'inizio si ritrova smarrita, catapultata in questo universo di cui non capisce nulla. 
Il mondo infatti è un mondo urban fantasy, Bryce è una mezza fae (metà umana e metà fae) e vive nella città di Crescent City. In questo mondo esistono milioni di creature diverse: mutaforma, angeli, demoni, streghe, vampiri, fauni... davvero, se pensate ad una creatura, questa c'è, e ogni creatura deve la sua fedeltà ad una Casa. Il pianeta è dominato dagli Alteri, delle figure soprannaturali dal potere enorme, irraggiungibili e bellissime, in pratica degli dei, che affidano però i vari territori della terra a dei governatori arcangeli, tra cui Micah, il governatore di Crescent City.

In questo mondo ci sono anche gli umani, ma purtroppo la loro vita in mezzo a creature così potenti è molto difficile, dato che vengono considerati degli esseri inferiori e molte volte schiavizzati, e in vari territori ci sono appunto delle guerre  civili tra gli umani e i Vanir (gli esseri dotati di poteri magici). 
Anche tra gli angeli però ci sono stati dei ribelli: Hunt Athalar insieme agli altri angeli della Trentatreesima legione, infatti, si era ribellato al dominio degli arcangeli secoli prima e, una volta sconfitto, era diventato uno schiavo. 
Hunt, conosciuto anche come Umbra Mortis, ha un potere immenso tra gli angeli, ma è schiavo di Micah che lo utilizza come sicario per uccidere le persone che si inimicano con lui e, data la sua affidabilità, gli viene affidato dal governatore il compito di indagare su quegli strani omicidi insieme a Bryce. 
Inizialmente i due non si sopportano, ma più continuano le indagini più l'angelo e la mezza fae si affezionano l'uno all'altra, diventando inseparabili. 

La Maas non è esattamente la scrittrice perfetta, e non posso dire che i suoi libri siano capolavori della letteratura, ma in verità la sua capacità è un'altra: saper scrivere dei personaggi interessanti e per cui è facile simpatizzare, e, soprattutto, far appassionare alle sue storie. A parte l'inizio un po' lento, mi sono infatti subito innamorata di questa storia e adesso ne sono completamente ossessionata. Non mi sarei mai aspettata di commuovermi o piangere per questa storia, eppure è successo e non posso esserne più felice. 
Adesso l'unica cosa è aspettare il seguito, sperando sia avvincente proprio quanto questo libro. 

Buona lettura! 



sabato 11 luglio 2020

Recensione: "Come due gocce nell'arcobaleno" di Amber Smith


Titolo: Come due gocce nell'arcobaleno
Autore: Amber Smith
Casa editrice: Mondadori 
Collana: Chrysalide
Data di uscita: 7 luglio 2020
Pagine: 300
Prezzo: 17 euro

Voto: 3/5

Chris e Maia si incontrano una prima volta dopo un quasi incidente (il che non si può certo definire un buon inizio) e anche la seconda non è proprio un granché. Ma abitando per tutta l'estate uno accanto all'altra, quasi inevitabilmente finiscono per frequentarsi e, giorno dopo giorno, imparano a conoscersi, diventando via via più intimi. Eppure non riescono a dirsi davvero tutto. Le loro storie, infatti, sono di quelle difficili da raccontare. Chris è stanco di sentirsi sbagliato perché gli altri non riescono a incasellarlo. Ha solo voglia di affermare una volta per tutte la propria identità e di non sentirsi più un estraneo nel suo corpo, per rendere finalmente la sua vita più simile non a come vuole apparire ma a come desidera essere. Dal canto suo, Maia sta ancora cercando di superare il dolore per la perdita della sorella e sembra incapace di trovare il suo posto in un mondo in cui lei non c'è più. Innamorarsi, insomma, è l'ultimo dei loro pensieri. Ma come possono ignorare l'euforia che sentono nel petto quando sono vicini? E poi, sarebbe davvero così terribile lasciarsi andare? In fondo, l'amore, a differenza delle persone, non giudica mai.

Come due gocce nell'arcobaleno racconta la storia di due persone che si incontrano nel momento sbagliato della vita. 

Chris ha subito un brutto pestaggio a causa della sua identità sessuale e, dopo quell'episodio, ha fatto coming out come transgender con i suoi genitori, che, per proteggerlo, gli hanno impedito di tornare a scuola e confinato a casa. Mentre il padre sembra aver accettato la situazione, la madre continua a riferirsi a lui come sua figlia e usando i pronomi femminili, provocandogli molto dolore e rabbia. 
Maia ha perso l'anno prima sua sorella Mallory, una sorella con cui aveva smesso di andare d'accordo da tempo e per cui provava una forte gelosia. Mallory sembrava infatti la migliore in tutto, era una brava fotografa, aveva tanti amici che la amavano e i genitori sembravano preferirla.
La perdita della sorella lascia Maia in uno stato di confusione, perché perdere la sorella, con cui si era confrontata per tutta la vita, le fa perdere pure la propria identità, e per questo inizia a rubare quella della sorella, portando la sua macchina fotografica in giro e ricreando i suoi scatti. 

Quando si incontrano, quindi, Chris e Maia hanno i propri problemi da affrontare, ma qualcosa li porta l'uno verso l'altro e li fa innamorare proprio nel momento in cui pensavano fosse impossibile provare questo sentimento. 
La loro relazione inizia, almeno secondo me, in modo piuttosto frettoloso e il libro dura troppo poco perché la loro relazione diventi così profonda in poche settimane, ma non bisogna dimenticare che Chris e Maia sono comunque due adolescenti, e quindi più appassionati nelle loro relazioni amorose. 
Forse avrei preferito che il libro avesse approfondito di più il loro innamoramento, senza lasciar fare tutto al "colpo di fulmine". 

Quando iniziano a frequentarsi però, sia Chris che Maia devono lottare contro se stessi. Chris deve rivelare la propria identità sessuale, mentre Maia, che nel libro sembra essere una bugiarda patologica, si inventa di avere gli stessi sogni e le stesse passioni della sorella, e non riesce a rivelare a Chris la verità. 
Inizio perfetto perché tutto finisca nel caos. 

Il libro, onestamente, è davvero molto corto ed è difficile per me in questa storia così affrettata poter dire se si tratta di un buon libro o un pessimo libro, diciamo che non mi ha colpito nè molto positivamente nè molto negativamente, anche se ci sono degli aspetti negativi che riguardano il personaggio di Maia, ma che io perdono considerando il lutto che prova e la sua giovane età. 

Per quanto riguarda il trattamento di Chris e della sua identità sessuale, mi sembra fosse trattata bene, anche se abbastanza in superficie e forse con dei piccoli errori: Chris per esempio ama correre e c'è scritto che usa il binder (una sorta di fascia) per contenere il seno ogni volta che esce e quando corre, ma ho letto diversi commenti di persone trans che dicono che quando si fa sport il binder non dovrebbe essere assolutamente usato. 
In generale non è cattiva rappresentazione, ma forse l'autrice avrebbe dovuto osare di più. 

Per quando riguarda Maia, è il personaggio meno piacevole dei due ma forse il più complesso, considerando quello che deve subire tra la perdita della sorella e l'allontanamento dei suoi genitori, che vivono separati in casa e da quando è  morta Mallory hanno perso qualsiasi interesse nell'essere genitori. 

In generale non ho molto capito il senso di questo libro e della sua storia, ma alla fine è comunque una storia leggera, veloce e piacevole da leggere, con qualche trigger warning (Chris descrive molto bene quello che subisce durante il pestaggio), e con una rappresentazione transgender che non è semplice trovare nei libri young adult, soprattutto in Italia. 

(Non so se fosse un errore solo nella copia ebook che la casa editrice è stata così gentile da mandarmi, o se è rimasto anche nella copia cartacea, ma qualche volta nella traduzione Chris usava il femminile, errore che direi sarebbe da evitare con un personaggio trans). 

Per altre recensioni bellissime, vi consiglio di leggere gli articoli degli altri blogger che partecipano all'evento! 





venerdì 10 luglio 2020

Recensione: Fondazione. Il ciclo completo #4 - Fondazione e Impero


Buongiorno lettori!
Stiamo procedendo veloci nella lettura del Ciclo della Fondazione di Asimov, e con questa recensione siamo arrivati a Fondazione e Impero, il secondo libro della trilogia originale, scritto da Asimov nel 1945
La storia inizia a farsi sempre più entusiasmante, ma vediamo nel dettaglio di cosa parla il libro e quello che ne penso!


In Fondazione e Impero osserviamo nuovamente come il piccolo pianeta di Terminus, su cui si è stabilita la Fondazione, cerchi di mandare avanti il progetto di Hari Seldon per diventare la potenza mondiale che entro un millennio ripristinerà l'impero galattico; ma, come sappiamo, la Fondazione ogni tot anni deve affrontare delle Crisi previste dal Piano Seldon. 

Il romanzo è diviso in due parti: nella prima parte la Fondazione si trova ad affrontare un generale dell'Impero che vuole riportare la vecchia istituzione alla sua antica gloria conquistando di nuovo le periferie esterne; mentre nella seconda parte, molto più interessante a mio modesto avviso, ci sarà un pericolo che nemmeno il Piano Seldon aveva previsto: la nascita di un mutante con grandi capacità mentali in grado di far cadere ai suoi piedi città e pianeti. 

La prima parte del romanzo era interessante, ma abbastanza simile al romanzo precedente, quindi devo ammettere che per un po' ne sono rimasta annoiata, mentre la seconda parte è stata molto più interessante proprio per questa misteriosa figura che troneggia sul libro, chiamata il Mulo. Il Mulo infatti conquista il pianeta di Kalgar e inizia ad avvicinarsi paurosamente anche alla Fondazione, che non sa come reagire dal momento che un solo individuo è riuscito a scombinare il Piano Seldon, un piano in cui tutta la popolazione della Fondazione credeva infallibile. Tutto questo succede infatti proprio in un momento delicato della Fondazione, dal momento che i pianeti dei mercanti indipendenti erano in procinto di attaccare e iniziare una guerra civile. 

Come ho detto precedentemente, la prima parte ricalca in pieno la trama del primo romanzo: la Fondazione entra in una Crisi Seldon, degli uomini capiscono la gravità della situazione, fanno qualcosa e tutto si risolve; anche se in verità la risoluzione non avviene nella maniera classica; la seconda parte è stata molto più interessante invece perché tutto si rovescia, la Fondazione non è più padrona della situazione e compare questa misteriosa figura del Mulo, un mutante che con la mente è in grado di condizionare le emozioni e i pensieri delle persone, tanto che da essere "nessuno" diventa il più grande conquistatore della Galassia. 

Questa parte è stata la più interessante da leggere senza ombra di dubbio, qui Asimov si è dimostrato un grande narratore, riuscendo a descrivere momenti di pathos e riuscendo a tracciare la storia in modo da ingannare il lettore, cercando di sviarlo e di condurlo sulla retta da lui decisa. 
Ho apprezzato questa parte perché Asimov è riuscito a metterci qualcosa in più; mentre nel precedente libro e nella prima parte la storia si conduce abbastanza piatta e lineare, qui si avvicina maggiormente a un romanzo moderno e prende anche parti di altri generi romanzeschi. 

Non vedo l'ora, adesso, di leggere il prossimo romanzo, in cui entrerà in campo la misteriosa Seconda Fondazione, creata da Seldon all'altro capo della galassia ma che fino ad ora è rimasta nascosta e di cui nessuno sa nulla. 
Sono troppo curiosa di vedere come si concluderà questa trilogia, dal momento che considero il ciclo separato in due prequel, la storia originale e poi due sequel. 

Ci vediamo alla prossima recensione, e se non volete aspettare, qui ci sono le altre recensioni in merito a Fondazione e Impero:




lunedì 6 luglio 2020

Recensione: Fondazione. Il ciclo completo #3 - Prima Fondazione


Buongiorno lettori!
Oggi vi parlo di Prima Fondazione, il romanzo scritto nel 1951 con cui Asimov iniziò il suo Ciclo della Fondazione, conosciuto in Italia anche come semplicemente Fondazione o Cronache della galassia
Insieme agli altri due romanzi della trilogia classica, Fondazione e impero e Seconda Fondazione, vinse il premio Hugo nel 1966 come miglior ciclo fantascientifico. 
Si trattava, in realtà, di storie brevi apparse inizialmente sulla rivista Astounding Science-Fiction e poi unite insieme per formare il romanzo.

Il romanzo narra i primi duecento anni della storia della Prima Fondazione, fondata da Hari Seldon prima della sua morte. 
La Fondazione, con lo scopo fasullo di istituire un'Enciclopedia contenente tutto lo scibile umano, in verità fu creata dal grande matematico perché riportasse la galassia alla sua gloria iniziale e fosse un faro di speranza e di scienza per i pianeti circostanti, considerati barbari, che avevano dimenticato addirittura l'uso dell'energia atomica. 
Seldon però, aveva previsto che nel corso della storia del pianeta, Terminus, ci sarebbero state diverse "crisi", denominate appunto "Crisi Seldon", in cui la Fondazione avrebbe sperimentato appunto dei momenti di crisi, che potevano consistere in tentativi di invasione da altri pianeti ecc..., crisi che sarebbero dovute essere superate. 
Vengono così raccontate tre diverse storie del pianeta Terminus e della Fondazione, che affronta tre crisi Seldon affrontate magistralmente da tre diversi statisti, che prendono il potere proprio rendendosi conto di quello che sta succedendo. 

Dopo aver letto due libri in cui si raccontava la vita di Hari Seldon e la sua invenzione della psicostoria, in cui all'inizio lui nemmeno credeva, è strabiliante leggere di come dopo tutta una vita, Seldon sia riuscito davvero a sviluppare una scienza in grado di predire il corso della storia per così tanti anni, ma, ovviamente, mi è mancato leggere della sua figura e degli altri personaggi che lo accompagnavano. Quei libri davano l'idea di avere un maggiore filo logico e narrativo, mentre quest'ultimo libro, narrando di personaggi e di episodi staccati nel tempo, perde un po' fluidità nella lettura. 

Effettivamente c'è un bel salto se si leggono prima i prequel, scritti anni dopo, e poi si ritorna a leggere la trilogia originale; lo stile, la sintassi... ovviamente c'è stato un cambiamento nella scrittura di Asimov durante tutti quegli anni, e direi forse anche un cambiamento nella concezione stessa della fantascienza. 
I primi libri mi sono sembrati maggiormente interessanti: si esploravano diversi settori di Trantor e si scoprivano diverse culture, mi ricordava di più una puntata di Star Trek, e soprattutto c'era maggiore diversità, anche se comunque non eccessiva. 

Sono una fan della fantascienza sia che essa sia classica che più moderna, ma devo essere sincera e dire che la fantascienza moderna la apprezzo di più perché appunto, dato che la fantascienza riflette i sogni e le possibilità attuali della popolazione, sentivo più rappresentati i miei sogni per il futuro.
 Asimov, per esempio, parla nel futuro ancora di energia atomica, mentre credo che attualmente uno scrittore di fantascienza cercherebbe per il futuro una fonte di energia meno inquinante e pericolosa, più green diciamo. 
Un'altra cosa che non apprezzo molto del futuro di Asimov è la mancanza di diversità: certo le donne vengono considerate al pari degli uomini, ma i protagonisti dei racconti di Asimov sono sempre uomini. In un futuro prossimo io mi immagino un mondo diverso, dove la sessualità e il colore della pelle siano più mischiati e integrati. 
Ultima cosa che non mi piace (ma ripeto, amo Asimov quindi queste sono solo delle piccolezze) è la mancanza di vita oltre quella umana. Onestamente amo le forme di vita aliene e tutto quanto uno scrittore può inventare a proposito, ma quello che Asimov ha voluto creare è la storia dell'essere umano, che da un unico pianeta ormai dimenticato è riuscito a crescere grazie alle sue sole capacità e a colonizzare l'intera galassia. 

Non vedo l'ora di leggere il resto del ciclo, ma se intanto volete leggere altre bellissime recensioni su questo romanzo, vi lascio qui gli altri blog che partecipano all'evento e ringrazio ancora Ylenia di Cronache di Lettrici Accanite per aver organizzando l'evento e la Mondadori per aver fornito la copia omaggio del libro per una recensione onesta e sincera.