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lunedì 30 novembre 2020

Blog Tour: "A caccia del Diavolo" - L'autrice: Kerri Maniscalco

 


Buongiorno lettori!
Pronti a scoprire l'ultimo libro della quadrilogia di Kerri Maniscalco? La recensione del libro arriverà domani, io oggi vi parlo invece dell'autrice. Chi è Kerri Maniscalco? Cosa ha scritto? 
Qui sotto scoprirete tutto!
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Titolo: A caccia del diavolo (Stalking Jack the Ripper #4)
Autore: Kerri Maniscalco
Casa editrice: Mondadori
Collana: Oscar fantastica
Data di uscita: 10 novembre 2020
Pagine: 480
Prezzo: 20 euro

Trama: Audrey Rose Wadsworth e Thomas Cresswell sono giunti in America, una terra audace, sfrontata, brulicante di vita. Ma, proprio come la loro Londra adorata, anche la città di Chicago nasconde oscuri segreti. Quando i due si recano alla spettacolare Esposizione internazionale, scoprono una verità sconcertante: l'evento epocale è minacciato da denunce di persone scomparse e omicidi irrisolti. Audrey Rose e Thomas iniziano a indagare, per trovarsi faccia a faccia con un assassino come non ne hanno mai incontrati prima. Scoprire chi sia è una cosa, ben altra faccenda è catturarlo, soprattutto all'interno del famigerato Castello degli Orrori che ha costruito lui stesso, un covo di torture labirintico e terrificante. Riuscirà Audrey Rose, insieme al suo grande amore, a porre la parola "fine" anche a questo caso? O soccomberà, preda del più subdolo avversario che abbia mai incontrato?
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Kerri Maniscalco, autrice della serie Stalking Jack the Ripper, è nata a Newbourgh, New York, da un padre siciliano e da una madre di origini irlandesi. Il padre è un chiropratico e in casa erano quindi presenti diversi libri di anatomia e diversi modellini ben dettagliati, e ciò ha portato l'autrice ad interessarsi fin da adolescente alle scienze forensi e alla creazione della protagonista, Audrey Rose. 
Le atmosfere gotiche, invece, sono state ispirate dalla loro stessa casa, che la Maniscalco definiva stregata. 
La passione per la lettura le è nata grazie alla nonna, che, malata, ha insegnato alle sue nipoti ad utilizzare i libri per viaggiare con la fantasia, quando era impossibile con il corpo. Questa passione è stata poi alimentata dagli stessi genitori, che portavano le figlie ogni week end in libreria, e avevano la tradizione ogni Natale di regalare un libro rilegato in pelle. 
Appassionata di arte, Kerri Maniscalco ha studiato in college Arte, per poi spostarsi prima a Design della Comunicazione al F.I.T. e infine in Scienze penali, criminologiche e investigative. Ha abbandonato tutto alla fine per dedicarsi alla scrittura: la serie di Stalking Jack the Ripper è la sua prima opera. 
Quando non scrive, ama cucinare per i suoi amici e famigliari, e adora parlare con i suoi gatti. Adora poi passare del tempo nel negozio di vestiti di sua sorella, Dogwood Lane Boutique (che sorpresa, potete trovare anche nelle pagine del libro!) e insieme a lei ha creato nel maggio del 2019 una serie di oggetti dedicati alla serie che potete acquistare qui: Dogwood Lane Boutique.

Il suo romanzo d'esordio, Stalking Jack the Ripper, è stato pubblicato nel 2016 dalla casa editrice Hachette Book Group. Durante il tour dedicato al libro la Maniscalco ha scoperto di avere una malattia "invisibile", la Malattia di Lyme, una malattia cronica di cui parla molto apertamente ed è una delle ragioni per cui Audrey Rose ha una ferita debilitante, affinché i lettori che hanno disabilità o malattie croniche possano immedesimarsi con gli eroi della storia. 

L'ultimo libro scritto da Kerri Maniscalco è Kingdom of the Wicked, ambientato nell'Italia del diciannovesimo. La protagonista è una strega che cerca di scoprire chi ha ucciso la sua amata sorella, mentre un principe dei demoni sta cercando una sposa per il suo padrone. Il libro è stato appena pubblicato in America e verrà pubblicato anche in Italia grazie ad Oscar Vault. 

Grazie di aver letto il mio approfondimento. 
Se vi è piaciuto lasciate un commento!
Buona lettura!




sabato 28 novembre 2020

Review Party & Blog Tour: "Il libro bianco perduto" di Cassandra Clare e Wesley Chu

 

Buongiorno lettori!
Stasera vi parlo del secondo libro della trilogia The Eldest Curses con protagonisi Alec Lightwood e Magnus Bane, i nostri amati Malec! Il libro è scritto a quattro mani da Cassandra Clare con la collaborazione di Wesley Chu, e se avete bisogno di rispolverare i ricordi del primo libro li trovate qui.
Buona lettura!

(Ah ovviamente ci saranno spoiler del primo volume, se non lo avete letto siete avvisati!)
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Titolo: Il libro bianco perduto (The Eldest Curses #2)
Autore: Cassandra Clare & Wesley Chu
Casa editrice: Mondadori
Collana: Chrysalide
Data di uscita: 24 novembre 2020
Pagine: 360
Prezzo: 19,90 euro

Voto: 3.5/5

Trama: Tutto sembra procedere anche troppo bene per Magnus Bane e Alec Lightwood, quasi sorpresi per la quiete e la felicità che la vita sta regalando loro, freschi genitori di Max, un bambino stregone di nemmeno un anno. Per sgretolare l'idillio, però, è sufficiente che due vecchie conoscenze di Magnus irrompano nottetempo nel loro bellissimo loft newyorchese, feriscano al petto lo stregone con un'insolita arma e rubino il Libro Bianco, la raccolta di incantesimi più potente in circolazione. A quel punto, Magnus e Alec non hanno scelta: sanno che devono tentare il tutto per tutto per riprendersi il prezioso volume. E per farlo saranno costretti a seguire i ladri fino a Shanghai. Prima, però, dovranno chiamare rinforzi e soprattutto... trovare una babysitter. In loro aiuto accorrono subito Clary, Jace, Isabelle e Simon Lovelace, da pochi mesi uno Shadowhunter a tutti gli effetti. Una volta a Shanghai, però, il sestetto si rende subito conto che una minaccia ancora più oscura li sta aspettando. E che, poiché i poteri di Magnus, a causa della ferita subita la notte del furto, stanno diventando sempre più instabili, potrebbero non essere capaci di arrestare l'avanzata dei demoni nella città. E se fosse davvero così, potrebbero essere costretti a seguirli fino al loro luogo d'origine, il regno dei morti. Ce la faranno Magnus, Alec e i loro amici a fermare la minaccia che si sta dispiegando sul mondo? E, soprattutto, riusciranno a tornare a casa prima che Max faccia impazzire la mamma di Alec?
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Mentre ne La mano scarlatta ci trovavamo all'inizio della relazione di Alec e Magnus, qui sono passati ormai tre anni e la coppia nel frattempo ha adottato un bellissimo bambino stregone tutto blu, chiamato Max in onore del fratello di Alec (trovate tutto questo nel volume Le cronache dell'Accademia Shadowhunters). Alec e Magnus hanno trovato una routine domestica e amano la loro famiglia appena formata, finché a rompere l'idillio non ricompare Shinyun alla loro porta, insieme a Ragnor Fell, lo stregone amico di Magnus da tempo ritenuto morto. Sia Shinyun che Ragnor sono diventati fedeli del principe dell'Inferno Samael, che vuole riportare i demoni sulla terra, e rubano da casa di Magnus per aiutarlo il Libro Bianco, un potente libro di incantesimi. Come se non bastasse, Shinyun colpisce Magnus con un'arma particolare mai vista prima, che sembra intaccare la magia dello stregone. 
I due scappano, ma Alec riesce a rintracciarli con la runa della localizzazione e scoprono che si trovano a Shangai. Così, insieme agli amici di sempre (Jace, Clary, Isabelle e il novello shadowhunter Simon) partono per la missione, affidando Max a Maryse. 

Ho trovato il libro meno riuscito rispetto al precedente, forse un pochino più debole, ma per certi versi invece l'ho amato ancora di più. Adoro questo periodo della relazione tra Alec e Magnus, in cui finalmente tutto il passato è stato lasciato alle spalle, in cui Alec non è più geloso e Magnus meno refrattario a condividere informazioni con Alec, amo poi il piccolo Max, il loro bambino stregone. La relazione tra Alec e Magnus è sempre stupenda, anche se volta esageratamente perfetta e idilliaca, un po' irrealistica per dei novelli genitori che dovrebbero essere sotto stress. Ogni piccola cosa viene subito risolta e mi è sembrato irrealistico che tutto venisse subito perdonato, ma è un libro, possiamo almeno qui sognare che le relazioni siano perfette? Poi direi che hanno sofferto abbastanza nei libri precedenti. 
Il libro mi è piaciuto anche perché questa volta non ci sono solamente i protagonisti della trilogia, ma anche tutti gli altri personaggi che abbiamo imparato ad amare, anche se avrei voluto un loro coinvolgimento maggiore, peccato. 
Ho trovato invece fiacco il cattivo della storia, un po' la caricatura di un cattivo, di cui non ho capito nemmeno i comportamenti. 
E' stato bello però che il libro si relazionasse maggiormente con il contesto in cui ci troviamo: la Pace Fredda con le fate e le conseguenze che causa nei rapporti tra gli Shadowhunters e i Nascosti.
Per il resto ho trovato il libro per quanto riguarda lo stile e la trama, appunto, meno riuscito, ma più interessante, e si capisce dove si vuole andare a parare con il terzo, e sono curiosa di scoprire come faranno i nostri personaggi a cavarsela anche questa volta. 
Sono molto felice anche di aver potuto osservare Simon qualche mese dopo la sua ascensione: è spaventato, triste, demoralizzato, ma comunque combatte per chi ama e fa le solite battute terribili. 
Voglio rileggere di nuovo tutto e ritrovare questi personaggi e le storie che ho amato, e scoprire cosa ci riserverà Cassandra Clare in futuro. 

CHE COS'E' IL LIBRO BIANCO? 

Il Libro Bianco è uno dei più potenti e importanti libri di incantesimi conosciuti, insieme al Libro Grigio. E' un piccolo volume rilegato in oro, e nonostante all'esterno il titolo sia in latino, all'interno è scritto in greco. 
Quando il libro inizia si trova in possesso di Magnus, ma come sappiamo, la sua storia è lunga e tortuosa. Chi ha letto la trilogia The Mortal Instruments sa che Jocelyn era in possesso del libro e ha chiesto aiuto allo stregone Ragnor Fell per aiutarla con un incantesimo che la portasse in un coma profondo, nel caso fosse stata ritrovata da Valentine. Aveva poi nascosto il libro nella casa dei Wayland a Idris, all'interno di un libro da cucina. Clary e Magnus recuperano successivamente il libro per svegliare Clary, ed è da quel momento che Magnus ne diventa di diritto possessore. 
Ma chi ha letto anche The Infernal Devices sa che in verità la sua storia si spinge fino alla Londra vittoriana. Il libro infatti era conservato nell'Istituto di Londra, finché non scomparve misteriosamente. Venne ritrovato dallo stregone John Shade, che lo utilizzava per esperimenti di negromanzia e per perfezionare la sua armata meccanica. Quando morì, il figlio mondano cercò di rivendicarlo come possedimento personale del padre, ma la sua richiesta fu rifiutata e venne riportato all'Istituto.
Non si sa poi cosa ne sia successo, o perché venne in mano di Jocelyn.
Attualmente è conservato dal Labirinto a Spirale, la cosa più simile a un governo che hanno gli stregoni. 

Blog Tour: "La vita invisibile di Addie LaRue" - I personaggi secondari

 


Buongiorno lettori!
Oggi ci saranno due post sul blog: l'approfondimento di Addie e la recensione del Libro bianco perduto, l'ultimo libro della serie di Shadowhunters pubblicato da Cassanda Clare e Wesley Chu. 
Adesso vi parlo dei personaggi secondari che potete incontrare nel bellissimo romanzo La vita invisibile di Addie LaRue di Victoria Schwab. 

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Titolo: La vita invisibile di Addie LaRue
Autore: Victoria Schwab
Casa editrice: Mondadori
Collana: Oscar fantastica 
Data di uscita: 24 novembre 2020
Pagine: 492
Prezzo: 24 euro

Voto: 4.5/5

Trama: Nel 1714, Adeline LaRue incontra uno sconosciuto e commette un terribile errore: sceglie l'immortalità senza rendersi conto che si sta condannando alla solitudine eterna. Tre secoli di storia, di storie, di amore, di arte, di guerra, di dolore, della solennità dei grandi momenti e della magia di quelli piccoli. Tre secoli per scegliere, anno dopo anno, di tenersi stretta la propria anima. Fino a quando, in una piccola libreria, Addie trova qualcuno che ricorda il suo nome. Nella tradizione di Vita dopo vita e La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempoLa vita invisibile di Addie LaRue si candida a divenire una pietra miliare nel genere del "romanzo faustiano".
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Così come Addie ha una piccola costellazione di lentiggini sul viso, anche il libro ha una costellazione di personaggi, la cui stella più brillante è sicuramente Addie, la protagonista, il centro gravitazionale della storia attorno a cui ruotano le altre persone. 

Personaggio fondamentale della storia è sicuramente il dio della notte, l'oscuro, il senza nome, o meglio Lucien o Luc, come lo chiama Addie. 
Addie infatti il giorno delle sue nozze va nel bosco per pregare gli antichi dei affinché impediscano il matrimonio combinato, ma il sole tramonta senza che se ne accorga e allora risponde Lucien alla sua chiamata. Addie baratta con lui la sua anima, per vivere una vita immortale, ma Lucien distorce le sue parole e la inganna. Addie infatti ha promesso che il dio avrà la sua anima solo quando lei si sarà stufata di vivere, e per farlo Luc deve rendere la sua vita insopportabile. 
La notte dell'anniversario del patto Luc si incontra con Addie, per chiederle se è pronta, dopo un anno di sofferenza, a smettere di vivere, ma la ragazza rifiuta, così come gli anni successivi. Con il tempo Lucien si affeziona e si innamora di lei, ovviamente in un modo perverso e malato che caratterizza i mostri, la considera una sua possessione e cerca di affascinarla, convincendola che lui sia l'unico che lei abbia, l'unico che la ricorda. 
Essendo un dio, ovviamente Luc ha un grande potere: in ogni epoca uomini destinati alla fama gli donano l'anima, e lui la reclama. E' in grado di manipolare gli esseri umani e di controllarli come se fossero burattini, e ovunque vada ha potere e soldi. 

Secondo co-protagonista maschile della storia, Henry Strauss è tutto l'opposto dell'oscuro: buono, dolce, sensibile, umile. Henry fin dall'infanzia si sente diverso, sente troppo rispetto agli altri, come se ci fosse qualcosa che non va nel suo cuore. Ovviamente soffre di depressione, e attualmente a ventinove anni la sua vita non sembra andare da nessuna parte: ha lasciato la scuola di teologia, anzi lo hanno cacciato, è la delusione dei suoi genitori e lavora in una piccola libreria. Henry vorrebbe solamente essere amato, e alla fine incontra Addie. 
Nella sua vita ha due amici fantastici, Bea e Robbie, che ci sono sempre per lui. Bea studia arte, Robbie è un attore ed è anche il suo ex ragazzo. 

Tra i personaggi secondari più importanti ci sono ovviamente i genitori di Addie: la madre, una donna dura e severa, e il padre, che è un falegname e ama la figlia sopra ogni cosa. Nel piccolo villaggio vivono anche l'amica di infanzia di Addie, Isabel, che sogna di sposarsi e avere una famiglia, e la vecchia Estele, personaggio fondamentale nella vita di Addie, dal momento che sarà lei ad insegnare alla ragazza l'esistenza degli antichi dei. Estele è un punto di riferimento per Addie: amica, mentore... la donna diventa modello di vita per la ragazza, che sogna di diventare vecchia nel villaggio libera da legami proprio come Estele. 
Alla fine, la ragazza esaudirà il desiderio della donna di venire sepolta sotto l'ombra di un albero per riposare per sempre. 






venerdì 27 novembre 2020

Review Party: "La vita invisibile di Addie La Rue" di Victoria Schwab

 


Buongiorno lettori!
Come state? 
Io sono felice, sono stata ammessa ad un master universitario e non vedo l'ora di cominciare il mio nuovo percorso. 
Per questo motivo penso che il prossimo anno parteciperò a meno eventi di libri, anche se spero di riuscire a gestire entrambe le cose senza problemi. 
Prima di cominciare, ringrazio Nia di Cronache di Lettrici Accanite per aver organizzato l'evento e la Mondadori per avermi fornito la copia ebook del volume.
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Titolo: La vita invisibile di Addie LaRue
Autore: Victoria Schwab
Casa editrice: Mondadori
Collana: Oscar fantastica 
Data di uscita: 24 novembre 2020
Pagine: 492
Prezzo: 24 euro

Voto: 4.5/5

Trama: Nel 1714, Adeline LaRue incontra uno sconosciuto e commette un terribile errore: sceglie l'immortalità senza rendersi conto che si sta condannando alla solitudine eterna. Tre secoli di storia, di storie, di amore, di arte, di guerra, di dolore, della solennità dei grandi momenti e della magia di quelli piccoli. Tre secoli per scegliere, anno dopo anno, di tenersi stretta la propria anima. Fino a quando, in una piccola libreria, Addie trova qualcuno che ricorda il suo nome. Nella tradizione di Vita dopo vita e La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempoLa vita invisibile di Addie LaRue si candida a divenire una pietra miliare nel genere del "romanzo faustiano".
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Gli antichi dei saranno pure grandiosi, ma non sono clementi né magnanimi. Sono capricciosi, mutevoli come il riflesso della luna sull'acqua, o come ombre nel cuore di una tempesta. Se ti ostini a invocarli, fa' attenzione: bada bene alle tue richieste, sii pronta a pagarne il prezzo. E per quanto impaziente e disperata, non pregare mai gli dei che sono in ascolto dopo il tramonto. 

 

La vita invisibile di Addie LaRue si potrebbe benissimo considerare il romanzo fantasy dell'anno, e dal momento del suo annuncio è stato uno dei libri che più ho atteso di leggere. 
L'autrice, Victoria Schwab, è ovviamente ben conosciuta nel panorama fantasy e young adult internazionale, avendo scritto diversi romanzi di successo come la trilogia di A darker shade of magic, pubblicato in Italia da Newton Compton con il titolo Magic, oppure la duologia This Savage Song pubblicata in Italia da Giunti. 
La vita invisibile di Addie LaRue è il suo primo romanzo uscito con Mondadori, ed è un romanzo a cui l'autrice tiene tantissimo, dal momento che ha impiegato dieci anni per scriverlo. 

La protagonista è Addie LaRue una ragazza con sette lentiggini sul viso, la sua personale costellazione. Nata su finire del '600 in un piccolo villaggio della Francia, Villon, fin da bambina capisce che non vuole vivere la vita che le è destinata come donna in quel luogo e in quel periodo storico; vuole essere libera, viaggiare, scoprire ogni giorno qualcosa di nuovo e sogna nuove storie, raccontatele dall'uomo immaginario che ossessiona i suoi pensieri.
 Al villaggio, la vecchia Estele le confida il potere degli antichi dei, che in cambio di un pegno esaudiscono i desideri. Addie riesce ad arrivare fino a ventitré anni senza sposarsi, libera come un albero, ma alla fine il villaggio la reclama e i genitori la promettono in sposa. Addie prega ancora gli dei, ma nessuno la ascolta; Addie scappa e invoca l'ultimo dio che rimane, quello che non si dovrebbe mai invocare. Addie è disperata e stringe un patto con l'oscuro, ma in poco tempo capisce il suo errore: ha chiesto di essere libera e di vivere per sempre, ma quello che il dio le ha dato è una maledizione, sarà anche immortale, ma sarà destinata ad essere dimenticata da chiunque la veda e la conosce. 

Se una persona è incapace di lasciare un segno, esiste veramente?
Il racconto si divide in due rami: da una parte continuiamo a scoprire la storia di Addie dopo la maledizione, nella Francia del 1700, scopriamo la dura lotta per la sopravvivenza che la attende, la sofferenza e la fame che patirà, mentre dall'altra scopriamo il suo presente, a New York. 
Addie sopravvive giorno per giorno, mai pentita della scelta che ha fatto trecento anni prima, ma si tratta comunque di un'esistenza solitaria, finché un giorno incontra un ragazzo, Henry, che si ricorderà di lei, qualcosa che non era mai successa e che cambierà la sua vita. 

"Raccontami delle serate danzanti a Parigi."
"Raccontami delle vele spiegate sull'oceano."
"Raccontami tutto."

Questo romanzo ha soddisfatto pienamente ogni mia aspettativa: si tratta di un tipico patto faustiano, ma la storia rimane originale e ben scritta. Lo stile è magico, sognante, mi sono innamorata di ogni frase che leggevo, e soprattutto mi sono innamorata di Addie. 
Addie è un personaggio di cui è difficile non innamorarsi, femminista antelitteram scappa da un matrimonio e da una vita che la distruggerebbe per vivere libera, per scoprire ogni giorno una nuova meraviglia. Anche se la sua vita è maledetta, è una vita degna di essere vissuta, che le ha permesso di viaggiare, di vivere momenti storici fondamentali, di imparare le lingue, di incontrare ogni giorno nuove persone. Addie vive questa vita costretta a essere dimenticata, ma questo non la abbatte mai, continua ogni giorno ad andare avanti, nonostante l'oscuro, Luc, l'abbia messa alle strette. Il loro è un rapporto complicato: un ballo, una sfida. Luc è affascinato come tutti da questa donna che nonostante la vita sembra schiacciarla, riesce sempre a trovare qualcosa di bello, che valga la pena, che non si arrende. 
Addie è luce, Addie è meraviglia, è gioia, coraggio, forza, gioventù, è la musa di poeti e pittori. 
Addie è quella persona che vorresti incontrare o almeno essere: divertente, bella, spontanea, intelligente, tenace. Che pensa prima agli altri che a se stessa. 

L'oscuro, Luc, è un antico dio e come tutti gli dei scostante, misterioso, lunatico. Il suo personaggio mi è piaciuto moltissimo, perché ho un debole per i morally grey charachters ben costruiti. Luc appare con le sembianze e con il nome del ragazzo immaginario di Addie e così la tormenta negli anni, ritornando la notte del loro "anniversario" a trovarla e a chiederle se è pronta ad arrendersi, ma nel tempo lui si innamora di lei, un amore malato, una possessione. Da un certo punto di vista mi ha ricordato molto il Darkling di Tenebre e Ossa, perchè nella sua malvagità e nella sua mostruosità, ha degli sprazzi di umanità, di debolezza, che mi hanno permesso di innamorarmi di lui. 

Henry infine è l'ultimo protagonista della storia, un ragazzo che soffre di depressione e che cerca di trovare una strada nel mondo, che vuole solamente essere amato e apprezzato per quello che è, non per quello che la gente vuole che sia. Lavora in una piccola libreria, ed è lì che Addie lo incontra per la prima volta. Con il tempo scopriamo anche la storia di Henry, ma avrei voluto molto di più su di lui. Un ragazzo dolce, sensibile, pansessuale, in cui mi sono riconosciuta molto. 

Mi sono innamorata di questa storia grazie al tono romantico con cui questa è narrata: il linguaggio lirico e ipnotico, la dolcezza delle parole e la sensualità delle frasi. A volte aveva la tendenza ad essere noioso, dal momento che non succedeva molto, ma in quelle parti erano il linguaggio e Addie ad essere assoluti protagonisti. 
Mi è piaciuto anche il viaggio che mi ha permesso di affrontare: mi sono ritrovata prima in Francia e poi a New York, e mi sembrava di esserci vissuta, di vivere lì e di essere accompagnata in nuovi luoghi che non conoscevo, luoghi magici persi nel tempo e nello spazio. 
Ho adorato anche l'apertura del romanzo, sia Addie che Henry sono stati sia con uomini e con donne, ma la cosa viene nominata con molta normalità e se ne parla senza problemi; davvero una boccata d'aria fresca. 

In un modo o nell'altro, sono sicura che questo romanzo vi stupirà e vi rimarrà impresso. E spero lo amerete anche voi come l'ho amato io, pregi e difetti. 
Buona lettura!

mercoledì 25 novembre 2020

Review Party: "Film Pop Anni '80" di Matteo Marino e Simone Stefanini



Non importa se siete nati nel 1970 o negli anni 2000, gli anni '80 sono uno state of mind, il cui spirito è ormai entrato nei cuori di migliaia di appassionati. Non c'è ragazz* sulla Terra infatti che non abbia visto uno di quei film cult, che non abbia riso con un meme con protagonista uno di quei personaggi, o semplicemente non abbia ripetuto una delle battute più iconiche!
Come celebrare quegli anni se non con un libro che parla di quel periodo e di quei capolavori cinematografici? 
Leggete la mia recensione e immergetevi di nuovo in quegli anni che potrete aver vissuto o semplicemente sognato milioni di volte, e ricordate, se qualcuno vi chiede se siete un dio, voi dovete dire sì!
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Titolo: Film pop anni '80
Autori: Matteo Marino & Simone Stefanini
Casa editrice: Becco Giallo
Data di uscita: 19 novembre 2020
Pagine: 416 
Prezzo: 19 euro

Trama: Una guida schietta ai film che ci hanno cambiato la vita e che ci hanno salvato, ancora una volta, quando stavamo chiusi in casa. Basta chiacchiere: è tempo di raggiungere le 88 miglia orarie!
Per molti i film pop degli anni '80 sono indissolubilmente legati ai ricordi, a una stagione irripetibile della vita. Ma quei film con i quali molti di noi sono cresciuti non hanno a che fare solo con la nostalgia: hanno colonizzato l'immaginario contemporaneo e ce li ritroviamo citati, omaggiati, saccheggiati e perpetuati nelle opere di oggi, nei meme e nei modi di dire. Matteo Marino e Simone Stefanini prendono in esame 30 film pop + 1 usciti tra il 1980 e il 1989 e, come se guidassero la DeLorean per viaggiare nel tempo, riescono a tornare bambini, in sala, coi popcorn in mano. Ma si mettono anche nei panni di chi vede quei film con gli occhi di oggi, magari per la prima volta o all'ennesimo rewatch. Storia, tecnica, musica, icone, frasi memorabili, segreti venuti fuori dopo anni, mappa delle location, interpretazioni inedite, ma soprattutto aneddoti e cuore, per raccontare con schiettezza e passione i film che ci hanno cambiato la vita e che ci hanno salvato, ancora una volta, quando stavamo chiusi in casa.
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Io purtroppo sono figlia degli anni '90 e ho vissuto gli anni '2000, o insomma quelli che potrebbero essere considerati gli anni più brutti per quanto riguarda la moda: tra jeans a vita bassa e sopracciglia a gabbiano... ma non divaghiamo. 
Non ho potuto vivere gli anni '80, ma mi sono sempre sembrati un bellissimo sogno, sogno che grazie a Stranger Things ultimamente ho potuto rivivere. Sono cresciuta immaginando di combattere sith malvagi nello spazio o di poter visitare il futuro con una DeLorean, era il mio sogno americano fatto di bulli e pupe, di balli sfrenati e libertà. 
Sono quindi stata molto felice di poter leggere questo libro, che è un po' una guida ai film cult degli anni '80 e un po' ricordi personali dei due autori, Matteo Marino e Simone Stefanini. 
Questi due "ragazzi" infatti hanno vissuto gli anni '80 e ricordano il periodo in cui in sala o con una vhs (quanto erano belle!) hanno avuto modo di vedere questi film, e nel libro parlano molto apertamente delle loro considerazioni ed esperienze personali. 
Nel film sono descritti all'incirca 30 film in modo preciso, ma per non escluderne nessuno alla fine di ogni anno c'è una sezione intitolata "In Italia uscirono anche..." davvero molto utile per scoprire tutti i film che l'Italia ha conosciuto in quel periodo. 
Ogni film, inoltre, è diviso in sette utili sezioni: buoni e cattivi, in cui si parla dei personaggi e del loro ruolo all'interno del film, cuore, in cui si cerca di individuare ed esplorare il nucleo del film, icona pop, tutto ciò che è diventato oggetto di culto e riprodotto ovunque, ormai conosciuto anche dai non appassionati, playlist, la musica e le colonne sonore, rewatch, in cui si considera il film "al presente", e infine la mappa, i luoghi del film!

Ho riletto alcune sezioni dei miei film preferiti e mi sono piaciute tutte, ho rivisto la passione e l'amore per quegli anni, che io purtroppo ho solo potuto conoscere in modo indiretto, e soprattutto è stato bello leggere le esperienze personali di persone che erano bambine in quegli anni, a cui non interessavano tanto le trame quanto poter vedere Luke che utilizzava la Forza insieme a quel piccolo ometto verde tutto grinzoso che parlava al contrario, oppure vedere gli Acchiappafantasmi all'opera. 

Cosa ha reso così belli gli anni '80? Difficile da capire, erano anni d'oro nell'economia, le persone stavano bene e c'era ancora il sogno americano. I film avevano dei pessimi effetti speciali, ma erano fatti con il cuore, i bambini imparavano a conoscere i videogiochi della Nintendo e si creavano giocattoli dei film apposta per l'oro. E' lì che è partita la passione per i film e le serie tv di fantascienza, in un modo che prima non si poteva capire, nacque il nerd, il geek che era fiero di esserlo. 
E gli anni '80 sono stati il rifugio, con il loro surplus di cultura nerd, per milioni di appassionati in tutto il mondo. Si pensi per esempio anche al libro (successivamente film per Spielberg, regista d'oro degli anni '80) Ready Player One, qui addirittura gli anni '80 hanno formato la cultura del futuro!

Per non dimenticare neppure la cinematografia italiana, che sicuramente non sarà stata di culto per gli altri paesi, ma ha formato la nostra generazione, a fine libro c'è una sezione apposita dei film pop italiani. 
In fondo in fondo al volume c'è poi una sezione da aprire solo alla vigilia di Natale che contiene, beh... no, non si spoilera!


Vi consiglio di comprare il libro e scoprire tutti i film che hanno formato la cultura nerd attuale e hanno aiutato migliaia di bambini in tutto il mondo, magari un po' sfigatelli e con l'apparecchio ai denti, a credere in se stessi, a pensare di poter salvare l'umanità, anche solo viaggiando con la fantasia. 

lunedì 23 novembre 2020

Recensione: "Shadowhunters - La mano scarlatta" di Cassandra Clare e Wesley Chu

 Buongiorno lettori!
In questi giorni, per prepararmi all'uscita del nuovo libro della serie The Eldest Curses, ho riletto La mano scarlatta, il primo libro di una trilogia dedicata alla coppia più amata del fandom di Shadowhunters: i Malec. 
Trovate quindi più sotto la recensione a questo libro spin-off, buona lettura!
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Titolo: La mano scarlatta (The Eldest Curses #1)
Autore: Cassandra Clare & Wesley Chu
Casa editrice: Mondadori
Collana: Chrysalide
Data di uscita: 25 giugno 2019
Pagine: 319
Prezzo: 19 euro

Voto: 4/5

Trama: Tutto ciò che desiderava Magnus Bane era una vacanza. Un sontuoso e romantico viaggio per tutta Europa insieme ad Alec Lightwood, lo Shadowhunter che, contro ogni previsione, è diventato finalmente il suo compagno. All’affascinante ed enigmatico stregone non sembra di chiedere poi molto. Ma a pochi giorni dal loro arrivo a Parigi, la coppia viene raggiunta da una vecchia amica che porta loro notizie inquietanti. A quanto pare un culto demoniaco chiamato La Mano Scarlatta sta seminando il caos in tutto il mondo. Un culto che, da quel che si dice in giro, è stato Magnus stesso a fondare, tantissimi anni prima, per scherzo. Ora però ha un nuovo leader, che l’ha trasformato completamente e che sta compiendo una massiccia opera di reclutamento. A questo punto, Magnus e Alec sono costretti a scapicollarsi da una parte all’altra dell’Europa per scovare La Mano Scarlatta e il suo capo, sfuggente a dir poco, prima che possano causare ulteriori, e irreparabili, danni. Via via che la loro ricerca di risposte diventerà sempre più pressante, saranno costretti a fidarsi l’uno dell’altro più di quanto non abbiano mai fatto prima, anche se ciò significherà rivelare i loro segreti più nascosti.
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Molti hanno paragonato La mano scarlatta ad una fan fiction (quei racconti scritti dagli stessi lettori per colmare delle lacune all'interno dei libri o per sviluppare delle storie da loro amate), e posso capire perché sia nato questo paragone. Un libro sulla vacanza di Alec e Magnus avvenuta durante Città delle anime perdute sembrerebbe davvero un'idea fanservice, qualcosa per rendere felici i fan o qualcosa che nasce solo quando non si hanno altre idee, per "allungare il brodo", diciamo.
E se questo libro può essere quindi essere associato ad una fan fiction, vi assicuro però che, se lo è, è una fan fiction di alta qualità, perché scritta divinamente e con una trama molto interessante. 

I Malec (Alec Lightwood e Magnus Bane) sono sicuramente la coppia più amata del fandom di Shadowhunters, quindi non stupisce se l'autrice abbia deciso di dedicare una trilogia solamente a loro; anche la stessa Cassandra però è davvero innamorata di questa coppia, tanto che l'ha scritta in un periodo in cui i personaggi lgbt nei libri per ragazzi si contavano sulle dita di una mano, e a causa loro molti editori e molte librerie hanno rifiutato di pubblicare il romanzo. Se si pensa alla strada che è stata fatta, alla pubblicazione di una trilogia dedicata a un personaggio gay e a un personaggio bisessuale, non si può non esserne assolutamente felici. Il mondo sta cambiando!

La nostra storia inizia a Parigi: Magnus e Alec si stanno godendo la loro vacanza per l'Europa quando Tessa, amica di Magnus e personaggio che abbiamo conosciuto grazie alla trilogia The Infernal Devices, informa Magnus che è in pericolo, perché considerato il capo di un culto demoniaco, chiamato appunto La mano scarlatta, che uccide i Nascosti per evocare i demoni. Magnus non ha ricordi di questo culto, ma ha paura, sa di aver commesso diversi errori in passato e ci sono cose che non vuole rivelare al suo neo-ragazzo Shadowhunters. Alec però è sicuro che Magnus sia la persona migliore che abbia mai conosciuto e che non avrebbe mai creato un culto con l'intenzione di fare del male, quindi ignora ogni regola che gli imporrebbe di rivelare tutto al Conclave ( il congresso degli Shadowhunters) e decide di indagare autonomamente insieme allo stregone per scagionarlo. 
Nel loro viaggio si unisce anche uno stregone, Shinyun, che da piccola è stata indottrinata da questo culto e che adesso cerca vendetta. 

Il romanzo è stato molto piacevole da leggere, da Parigi si passa infatti prima a Venezia e poi a Roma, ed è stato bello leggere una storia ambientata da noi. Durante la storia poi c'è anche modo di approfondire l'amore che lega Alec e Magnus, che è di sicuro la cosa che più mi è piaciuta di tutta la storia. La relazione tra i due ragazzi è ancora all'inizio, piena dei dubbi e delle incertezze che caratterizzano un'amore appena sbocciato, e rivedere questo lato della relazione tra Alec e Magnus è stato bellissimo. 
Il romanzo infatti è in grado di variare tra momenti romantici a momenti invece più divertenti o più seri, e durante la storia incontriamo anche personaggi ben conosciuti come Raphael Santiago (che ho trovato esilerante! Amo quel personaggio!), Aline Penhallow e Helen Backthorn. E anzi, vediamo anche come Aline e Helen si incontrano per la prima volta e si innamorano, davvero bello!
Questi piccoli accorgimenti hanno fatto in modo che ci fossero dei collegamenti con il resto della saga e ciò mi è piaciuto davvero tanto.

In generale il romanzo è molto bello, la trama l'ho trovata molto interessante e non mi ha dato fastidio che fosse scritto a quattro mani, dal momento che lo stile è essenzialmente uniforme e non ho trovato parti che differiscono l'una dall'altra. 
Era da un anno che non prendevo in mano una storia ambientata nel mondo degli Shadohunters, e mi ha creato tanta nostalgia, tanto che adesso voglio rileggerla! Non ricordavo poi quanto fosse bello il personaggio di Alec Lightwood, così dolce e puro, ma anche così ricco di insicurezze. Non è un personaggio privo di difetti, ma con Magnus tira fuori il meglio di sè. 

Vi ringrazio se avete letto la mia recensione, e spero tanto vi sia piaciuta. 
Buona lettura!




giovedì 19 novembre 2020

Review Party: "Peter Pan nei Giardini di Kensington" e "Peter e Wendy" di James Matthew Barrie

 


Buonasera lettori, scusate il grande ritardo che ho avuto nello scrivere questa recensione, ma purtroppo sono stati giorni molto impegnati. 
Sono felice, ma anche un po' triste, di dirvi che oggi si conclude l'evento dedicato all'oscar drago "Alice Dorothy & Wendy", spero che quest'ultima recensione vi piaccia, buona lettura!
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Titolo: Alice, Dorothy & Wendy
Autori: Lewis Carroll, L. Frank Baum, James Matthew Barrie
Casa editrice: Mondadori
Curatore: Massimo Scorsone
Collana: Oscar draghi
Data di uscita: 17 novembre 2020
Pagine: 540
Prezzo: 25 euro

Trama: Tre ragazzine curiose e audaci, al centro di tre grandi classici che, ciascuno a suo modo, hanno saputo celare sotto le spoglie del racconto di fantasia messaggi e metafore della vita.
Alice e le sue avventure nel favoloso Paese delle Meraviglie, di là e di qua dallo specchio. Wendy, l’amica di Peter Pan che per molti lettori è la vera eroina dei romanzi con il bambino che non vuole crescere. Infine Dorothy, la piccola protagonista portata da un tornado nel fantastico mondo di Oz. Tre ragazzine curiose e audaci, al centro di tre grandi classici che, ciascuno a suo modo, hanno saputo celare sotto le spoglie del racconto di fantasia messaggi e metafore della vita. Questo libro è l’occasione per rileggere i tre romanzi – Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, Peter Pan e Il Mago di Oz –, cogliendone la grande modernità.
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Nonostante questo Oscar drago sia dedicato a Wendy, il protagonista indiscusso di quest'ultima sezione è sicuramente Peter Pan, l'eterno bambino, il ragazzo spensierato, innocente e senza cuore che ben conosciamo. 
Il classico d'animazione della Disney, Peter Pan, è entrato nel cuori di milioni di bambini, ma non molti sanno che non è quella la storia con cui nasce questo fanciullo amico delle fate e degli uccelli. 
La sua prima apparizione infatti si deve ricondurre a L'uccellino bianco pubblicato a Londra nel 1902, nel quale si racconta dell'amicizia tra il Capitano W., alter ego dello stesso Barrie, e il figlio di una sua vicina, David, e delle loro passeggiate e dei loro segreti nei Giardini di Kensington. In una digressione sui giardini viene menzionata proprio la figura di Peter Pan e questi capitoli verranno poi pubblicati a parte, dopo il successo dell'opera teatrale, e intitolati Peter Pan nei Giardini di Kensington. 
Questa figura è abbastanza differente a quella cui siamo abituati: si tratta infatti di un neonato che, compiuta appena una settimana di vita, vola via dalla sua culla (i bambini infatti prima erano uccelli e all'inizio ne mantengono la lingua e il potere di volare) e si dirige ai Giardini, dove da quel momento vive, amico delle fate e degli uccelli. Qui diventa una specie di mito tra i bambini del parco, che vogliono assolutamente incontrarlo e vedere il "piccolo popolo". 

In questi capitoli di sublime lirica, Barrie immagina per la prima volta questo bambino, a cui ripenserà successivamente per l'opera teatrale e il romanzo da essa tratto: Peter e Wendy. 

Nonostante abbia preferito Peter Pan ai Giardini di Kensington per la prosa così raffinata e la storia evanescente, che mi ha ricordato una ninnananna, Peter e Wendy è il romanzo a cui si deve rendere conto per comprendere la figura di Peter e, visto che il Drago è dedicato alle bambine, Wendy. 
Purtroppo Wendy credo come ruolo non rivesta la stessa importanza di Alice e Doroty, e onestamente non mi è piaciuto Peter e Wendy proprio a causa del ruolo di "madre e donna delle pulizie" in cui Wendy è relegata. 

In questo romanzo Peter vive nell'Isola che non c'è, un luogo meraviglioso in cui vivono le fate (che nascono dalle risate dei bambini) insieme ai bambini sperduti (che sono i bambini che cadono dalle carrozzine e si perdono, e qui ci sarebbe da aprire una parentesi troppo grande, se pensiamo alla teoria per cui siano tutti morti). Questo luogo viene visitato nei sogni da moltissimi bambini e tutti conoscono il fantomatico nome di Peter, finché un giorno Wendy e i suoi fratelli, Michael e John se lo ritrovano in camera. Il vero motivo per il quale Peter si trova lì è Wendy, lui infatti cerca una madre per sé e per i bimbi sperduti, qualcuno che si occupi di loro, anche se in verità Peter ne farebbe anche a meno. Nel suo cuore infatti, anche se non lo vuole ammettere, Peter è rimasto ferito dal comportamento della sua vera madre, che chiuse la finestra e non lo aspettò più. 
Peter Pan ovviamente celebra il mito dell'eterna giovinezza, del poter vivere liberi e senza regole, del non voler crescere per non perdere la bellezza e la purezza (attenzione, non parliamo di bontà!) dell'infanzia, ma tutto ad un caro prezzo.

I due romanzi presentano notevole similitudini e scene parallele che si ripetono, la differenza principale è che mentre nel primo romanzo Peter ha appena una settimana, in Peter e Wendy ci troviamo di fronte ad un bambino con ancora i dentini da latte. Molto diversi sono anche i caratteri dei due personaggi: il neonato è un bambino dolce e puro, Peter adolescente invece appare più simile a un "demone", a cui non è stata insegnata la morale e la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. 
Entrambi i personaggi cercano di portare con sé i personaggi femminili, che però rifuggono la libertà che Peter offre loro per ritornare dal calore della propria mamma. 
Per il resto ci sono scene molto simili e anche le stesse battute, rendendo quindi i due romanzi molto dipendenti l'uno dall'altro. 

Come affermavo precedentemente, quello che non ho apprezzato è stato il personaggio di Wendy e il ruolo che ricopre nel libro. Io ovviamente sono una ragazza degli anni '90, sono vissuta con modelli molto diversi di femminilità, un esempio per esempio è il film di Mulan o la serie televisiva di Xena la principessa guerriera, sono abituata a storie in cui la donna diventa protagonista e fa parte dell'azione degli uomini che le dovrebbe essere preclusa a causa del suo sesso. 
Ovviamente non posso guardare con la lente del femminismo moderno Peter Pan, scritto agli inizi del '900, ma mi ha dato molto fastidio vedere che Wendy nel libro è davvero relegata a donna delle pulizie e di servizio: mentre gli altri hanno avventure straordinarie lei pulisce, rammenda e cuce, si comporta esattamente come una mamma in miniatura e prototipo della donna di casa anni '50, non è mai parte dell'azione, non affronta i pellerossa, non uccide i pirati, lei in quei casi sta in disparte e serve come contentino ai maschi per congratularsi del grande lavoro che hanno compiuto. Insomma, il romanzo non risulta invecchiato bene, se prendiamo questo aspetto, ma d'altra parte, ahimé, bisogna considerare il periodo storico. 

Per il resto, Peter Pan è sicuramente il romanzo che ho preferito maggiormente, principalmente perché ho trovato lo stile con cui era scritto più verso le mie corde. 
Ma sono molto felice di aver potuto leggere queste opere, che da tempo mi attendevano in libreria. 
Vi ringrazio di aver letto la mia recensione e grazie alla Mondadori per la copia omaggio del libro. 
Buona lettura!



mercoledì 18 novembre 2020

Review Party: Il meraviglioso mago di Oz di L. Frank Baum

 

Buon pomeriggio lettori!
Oggi per l'evento dedicato al drago "Alice, Dorothy & Wendy" è prevista la recensione di uno dei libri per bambini più famosi al mondo, Il meraviglioso mago di Oz, reso ormai famoso grazie al film Il mago di Oz del 1939 con protagonista Judy Garland, e alla ancora più famosa canzone Over the Rainbow, interpretata dalla stessa attrice. 
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Titolo: Alice, Dorothy & Wendy
Autori: Lewis Carroll, L. Frank Baum, James Matthew Barrie
Casa editrice: Mondadori
Curatore: Massimo Scorsone
Collana: Oscar draghi
Data di uscita: 17 novembre 2020
Pagine: 540
Prezzo: 25 euro

Trama: Tre ragazzine curiose e audaci, al centro di tre grandi classici che, ciascuno a suo modo, hanno saputo celare sotto le spoglie del racconto di fantasia messaggi e metafore della vita.
Alice e le sue avventure nel favoloso Paese delle Meraviglie, di là e di qua dallo specchio. Wendy, l’amica di Peter Pan che per molti lettori è la vera eroina dei romanzi con il bambino che non vuole crescere. Infine Dorothy, la piccola protagonista portata da un tornado nel fantastico mondo di Oz. Tre ragazzine curiose e audaci, al centro di tre grandi classici che, ciascuno a suo modo, hanno saputo celare sotto le spoglie del racconto di fantasia messaggi e metafore della vita. Questo libro è l’occasione per rileggere i tre romanzi – Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, Peter Pan e Il Mago di Oz –, cogliendone la grande modernità.
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Credo che ormai tutti conoscano, almeno a grandi linee, la storia de Il meraviglioso mago di Oz, non solo per la famosa trasposizione cinematografica con Judy Garland, ma anche perché, essendo uno dei classici della letteratura americana, il libro viene parodiato in praticamente quasi tutti i cartoni per bambini che abbiamo visto fin dall'infanzia; insomma, non c'è verso, tutti conoscono le famose scarpette, il sentiero fatto di mattoni d'oro e la malvagia Strega dell'Ovest. 
Il libro venne pubblicato nel 1900, accompagnato da dei bellissimi disegni di W.W. Desnlow, riprodotti anche in questa edizione, e all'inizio dell'opera troviamo una prefazione in cui l'autore spiega il motivo per cui ha scritto la storia e le sue intenzioni. Secondo lui infatti prima, ai tempi dei fratelli Grimm, le storie erano fatte per insegnare delle morali ai bambini e per spaventarli mostrando loro le conseguenze delle cattive azioni. Baum ha invece una concezione diversa e pensa che non sempre le fiabe debbano avere una morale, ma possono anche semplicemente dare un po' di felicità e di spensieratezza ai bambini, ed è proprio quello che Il meraviglioso mago di Oz intende fare. 

Questa è la prima volta che mi approccio a questa storia, nonostante come tutti conoscessi la trama generale dell'opera. Sono molto felice di averlo letto perché così ho avuto modo di recuperare un caposaldo della letteratura americana (Carroll infatti è inglese, mentre Barrie scozzese). 
Sicuramente ho tirato un sospiro di sollievo dopo aver letto Alice, dato che questo libro rispetta le classiche linee guida di una storia per bambini e la trama è lineare. 
Se qualcuno non conoscesse, per pura sfortuna, Il meraviglioso mago di Oz, vi racconterò un po' di cosa parla: la nostra storia inizia in Kansas, Dorothy e il suo cagnolino, Toto, stanno giocando quando arriva un terribile uragano che fa letteralmente volare la casa e trascina Dorothy in questo meraviglioso mondo, in totale contrasto con il grigio e povero Kansas. La sua casa atterra proprio sulla malvagia Strega dell'Est, uccidendola, e Dorothy indossa le meravigliose scarpette d'argento che si trovano ai suoi piedi. La Strega buona del Nord, alla richiesta di Dorothy di farla ritornare in Kansas, non sa aiutarla ma le consiglia di andare alla Città di Smeraldo dove vive un potente mago, Oz, appunto.
La strada per arrivare alla città è pericolosa, ma basta seguire una strada di mattoncini d'oro. Nel viaggio Dorothy incontra prima uno Spaventapasseri, che desidera andare da Oz per chiedergli un cervello, un Boscaiolo di latta, che vuole chiedere ad Oz un cuore, e infine il Leone codardo, che vuole un po' di coraggio. Insieme a questi improbabili compagni di viaggio, Dorothy affronta la sua avventura. 

Anche se l'autore non ha voluto scrivere una storia per insegnare una morale ai bambini, ci sono comunque diversi insegnamenti che si possono apprendere leggendo quest'opera: prima di tutto, osservando gli amici di Dorothy, apprendiamo che quello di cui abbiamo bisogno è già in nostro potere. Lo Spaventapasseri infatti era già molto intelligente, così come gli altri avevano già quello che cercavano, avevano solo bisogno di credere in se stessi. 
Anche la stessa Dorothy, come le spiegherà alla fine Glinda, la strega buona del Sud, aveva da sempre il potere di tornare in Kansas. 
E il secondo insegnamento ci viene dato proprio all'inizio: anche se il Kansas è un posto triste e grigio, Dorothy vuole assolutamente tornare a casa perché: "Non esiste al mondo posto migliore della propria casa". 

Il libro è molto carino, sono stata davvero molto felice di averlo letto, e voglio assolutamente rivedere anche il film. Ero rimasta abbastanza confusa da alcune scene in cui vengono uccisi parecchi animali, che mi hanno fatto storcere un po' il naso, considerando dovrebbe essere un racconto per bambini, ma penso che i bambini siano meno interessati a queste cose rispetto agli adulti, magari non se ne accorgono neanche. 
Il racconto per il resto è molto carino, ricco di personaggi interessanti e sfide incredibili. 

Detto questo, vi ringrazio di aver letto la mia recensione. 
Ci vediamo domani per la recensione di Peter Pan!
Buona lettura!

Review Party: Gideon la Nona di Tamsyn Muir

 


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Titolo: Gideon la Nona 
Autore: Tamsyn Muir
Casa editrice: Mondadori
Collana: Oscar fantastica
Data di uscita: 17 novembre 2020
Pagine: 456
Prezzo: 22 euro

Voto: 3/5

Trama: Allevata da ostili monache calcificate, valletti vetusti e un’infinità di scheletri, Gideon è pronta ad abbandonare una vita di schiavitù – nell’aldiquà – e una da cadavere rianimato – nell’aldilà. Prenderà la sua spada, le sue scarpe e le sue riviste zozze e si preparerà a un’audace fuga. Ma la nemesi della sua infanzia non la lascerà di certo andare senza chiederle qualcosa in cambio. Harrowhark Nonagesimus, Reverenda Figlia della Nona Casa e prodigio della magia ossea, è stata convocata. L’Imperatore ha invitato tutti gli eredi delle sue fedeli Case a prendere parte a un torneo all’ultimo sangue fatto di astuzia e abilità. Se Harrowhark avrà successo, diventerà un’onnipotente servitrice immortale della Resurrezione; ma nessun necromante può ambire all’ascensione senza un paladino. Senza la spada di Gideon, Harrow fallirà e la Nona Casa morirà. Chiaro, ci sono sempre cose che è meglio se restano defunte.
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È difficile giudicare un libro come Gideon la Nona, un libro che non si inquadra perfettamente in nessun genere. A prima vista apparirebbe un romanzo dark fantasy, in cui abitano negromanti e paladini, in una sorta di strano medioevo in cui ci sono servitori fatti di ossa e palazzi (o anche pianeti) immensi e labirintici, che non hanno nulla da invidiare ai migliori romanzi romantici inglesi. 
Non si può nemmeno considerarlo un romanzo di fantascienza, perché nonostante ogni casa viva in un pianeta e ognuno di questi pianeti sia governato dall'Imperatore, considerato alla stregua di un Dio, il massimo di fantascienza in cui andiamo incontro sono delle navicelle spaziali, il massimo di "futuro" che abbiamo modo di vedere. 
Alla fine poi la storia si trasforma in una sorta di giallo e mistery, che ricorda molto di più Dieci piccoli indiani di Agatha Christie. 

Ma andiamo con ordine: la protagonista della nostra storia è Gideon Nav, un'orfana non particolarmente brillante di mente, ma bravissima con lo spadone a due mani, che un giorno decide di scappare dalla Nona Casa, un posto tetro e oscuro, in cui l'età media di chi ci abita è intorno ai mille anni, letteralmente, una casa che sta lentamente morendo. Gideon viene fermata però dalla Reverenda Figlia e sua acerrima nemica Harrowhark Nonagesimus, che la convoca per farla diventare la sua paladina. 
L'imperatore infatti ha chiamato a raccolta tutti gli eredi delle Case per farli diventare suoi Littori, e Harrow ha bisogno di un paladino, di un combattente. 
Gideon non ha altra scelta, acquisterà la libertà solo in questo modo, quindi segue Harrow sulla sede della Prima Casa e qui inizia la sfida, una sfida pericolosa, che potrebbe costare a qualcuno la vita. 

Questo libro è difficile da spiegare o da raccontare, perché l'ambientazione non viene spiegata, ogni informazione viene data come se il lettore fosse già consapevole del mondo e delle sue regole, e questa cosa era estremamente frustrante. Così come era frustante la lentezza del libro, nonostante la prosa fosse interessante e a tratti anche divertente. Gideon infatti è una narratrice ilare, sbroccata, che rappresenta alla perfezione il luogo comune "parla come mangi", dato che Gideon mangia con le mani e come afferma lei stessa "la maggior parte del suo cervello risiede nelle braccia con cui tiene la spada". 
Gideon è un bellissimo personaggio, così anche Harrow, ma sembra che dietro ci sia sempre qualcosa di non detto e non mi è piaciuto come è stato sviluppato il loro rapporto, troppo affrettato e troppe cose poco spiegate. 
Insomma, non penso che si tratti di un brutto libro, ma mi aspettavo molto, ma molto di più dalla line "negromanti lesbiche nello spazio", perché di tutto questo mi sembra di aver ottenuto solo la parte delle negromanti. 
Come stavo dicendo prima, il romanzo è altamente noioso, nulla di rilevante succede fino a verso l'80% del libro, e quello che succede dopo non mi ha colpito, nulla mi ha fatto trattenere il respiro dall'interesse o mi ha dato la scintilla, e mi dispiace moltissimo. 
Speravo così tanto che questo libro si rilevasse anche per me la rivelazione che è stata per molti lettori, ma l'ho trovato un libro altamente noioso, in cui succedono cose noiose e spiegate male, con una fine che non colpisce e che si salva solo grazie alle protagoniste. 
Il libro in questo modo, per me, si merita sulle 3 stelle su 5, perché ha un nuovo tipo di narrazione che non avevo mai visto, e di questo sono felice, ma la trama mi ha lasciato poco, anche se ho adorato l'ambientazione in questo palazzo fatiscente ricco di porte e passaggi segreti e l'uso della negromanzia, davvero interessante. 
Spero che la parte spaziale sarà più prominente nel secondo romanzo, che comunque leggerò, dal momento che Harrow mi è piaciuta tanto e il romanzo alla fine lascia dei dubbi e delle domande in sospeso. 

Mi dispiace dover essere io la voce fuori dal coro, perché non sapete quanto avrei voluto che il romanzo diventasse uno dei miei preferiti, da come ne parlavano tutti. 
Spero comunque che la mia recensione vi abbia permesso di aprire i vostri orizzonti e comprendere se questo libro così particolare fosse fatto per voi. 
Vi ringrazio di aver letto la mia recensione e come al solito ringrazio la Mondadori per aver fornito una copia del romanzo per una recensione onesta e sincera. 
Buona lettura!