Dopo aver letto uno dei libri più belli dell'anno (stiamo parlando di Le streghe in eterno di Alix E. Harrow di cui trovate la recensione qui), settembre avrebbe potuto riservarmi niente di meglio? Beh, incredibilmente sì, perché non avevo ancora considerato I sette mariti di Evelyn Hugo!
Questo libro è stato tanto osannato, e con la mia recensione scoprirete perché!
Casa editrice: Mondadori
Trama: Chi è stato il vero amore della sua vita? È quella la madre di tutte le domande. L'esca del libro. Sette mariti. Quale ha amato di più? Qual è stato il suo vero amore?
Dopo anni vissuti lontano dai riflettori, la ex "divina" di Hollywood Evelyn Hugo, autentica icona della storia del cinema, è finalmente pronta a svelare la sua verità. E anche quella sui suoi sette mariti, naturalmente. Per farlo, sceglie Monique Grant, una reporter semisconosciuta. La più stupefatta è proprio Monique: perché proprio lei? E perché proprio adesso? Si dà il caso che per la giornalista non sia proprio un gran momento: dopo pochi mesi dalle nozze il marito l'ha lasciata, e a trentacinque anni la sua vita professionale sembra già arrivata a un punto morto. L'incarico di scrivere la biografia di Evelyn Hugo potrebbe essere l'occasione che aspettava per dare una svolta alla sua carriera. E così, nello splendido appartamento di Manhattan dell'attrice, Monique ascolta affascinata le parole di Evelyn: dagli esordi nella Los Angeles degli anni Cinquanta fino alla decisione di ritirarsi dalle scene trent'anni dopo, passando per i numerosi matrimoni, l'attrice rivela una storia di feroce ambizione, amicizia inattesa, e un grande amore proibito. Monique si sente sempre più vicina alla leggendaria star: a mano a mano che il racconto di Evelyn si avvicina alla conclusione, appare chiaro che le loro vite sono legate in modo drammatico e ineludibile. I sette mariti di Evelyn Hugo è un viaggio affascinante attraverso lo splendore della vecchia Hollywood e le difficoltà del nostro tempo, che mette in scena due indimenticabili figure di donne, alla scoperta di cosa significhi – e di quanto costi – la verità.
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I sette mariti di Evelyn Hugo è stato osannato, e secondo me il motivo c'è ed è valido: è un capolavoro.
Ok, direte non sono parziale, e forse è vero, ma davvero, vi giuro, è tremendamente bello.
La prima cosa che ho amato? Lo stile di scrittura. Taylor Jenkins Reid ti trascina in un mondo fatto di diamanti, champagne e dive del cinema. Ti senti catapultato in questo mondo che effettivamente non esiste, perché non è mai esistita una Evelyn Hugo nella storia del cinema, ma la cosa sembra un particolare di poca importanza, perché tutto è descritto in una maniera incredibile, io ero nella storia, ero lì con i capelli cotonati e un abito col corsetto, che ammiravo Evelyn Hugo in tutta la sua bellezza.
E se il libro funziona è proprio per lei, per Evelyn, assoluta protagonista. Personaggio positivo o negativo? Non importa, anzi non mi interessa, perché per me era diventato molto di più di un nome scritto su un foglio, era lì, vicino a me, la migliore amica e poi mia moglie e poi la donna che odiavo più di ogni cosa al mondo. Ne ero innamorata e ammaliata, perché così realistica da bucare la carta, nella sua forza, nella sua profondità, nella sua crudeltà e nella sua dolcezza.
Vorrei parlare molto più in profondità del personaggio di Evelyn e della storia, ma non voglio rischiare di spoilerarvi nulla.
Sono soltanto così felice di averlo letto, di aver scoperto Taylor Jenkins Reid e il suo talento.
C'è soprattutto una sotto(?)trama LGBTQ+ trattata divinamente: se siete come me ed è un elemento che vi sta a cuore vi consiglio ancora di più di prendere in mano questo libro.
Non penso di trovare molti altri che mi porterò nel cuore come I sette mariti di Evelyn Hugo, e mi auguro che piacerà tanto anche a voi ♡
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