Buon pomeriggio, cari lettori!
Come state?
Come forse ben sapete, ieri sono usciti per la collana Oscar Fantastica Guida ai vizi e alle virtù per giovani gentiluomini e Guida ai pizzi e alla pirateria per giovani gentildonne di Mackenzi Lee, raccolti in un unico e bellissimo volume.
Della stessa autrice quest'anno Mondadori ha pubblicato anche Loki. Il giovane dio dell'inganno (qui trovate la mia recensione). Dal momento che quel libro mi era parecchio piaciuto, non vedevo l'ora di poter leggere i suoi due libri più famosi, e devo dire che Guida ai vizi e alle virtù per giovani gentiluomini non mi ha deluso!
Ma bando alle ciance, dopo la scheda del libro e la trama scoprirete cosa penso davvero di questo primo volume!
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Titolo: Guida ai vizi e alle virtù per giovani gentiluomini - Guida ai pizzi e alla pirateria per giovani gentildonne
Autore: Mackenzi Lee
Casa editrice: Mondadori
Collana: Oscar fantastica
Pagine: 864
Prezzo: 28 euro
Data di uscita: 29 settembre 2020
Voto: 4/5
Trama: Henry "Monty" Montague è nato per essere un gentiluomo, ma né i collegi più esclusivi d'Inghilterra né la disapprovazione del padre sono riusciti a imbrigliare le sue passioni: il gioco, il buon vino, e l'amore di una donna. O di un uomo. Monty si è infatti innamorato perdutamente del suo migliore amico, Percy, con il quale parte per il Grand Tour: un ultimo anno di fuga e di follie edonistiche prima di assumersi le sue responsabilità di lord. Ma un'incauta decisione trasformerà quel viaggio in una caccia all'uomo attraverso l'Europa, mettendo in discussione tutto il mondo di Monty.
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Inizio questa recensione dicendo subito che mi aspettavo qualcosa di diverso da questo libro. Non di migliore, solo di diverso.
L'ambientazione settecentesca con il Grand Tour europeo mi aveva tratto in inganno, mi immaginavo un viaggio culturale in mezzo all'Europa con Monty, il protagonista, impegnato a cercare di non baciare il suo migliore amico, Percy, qualcosa di più romantico e meno avventuroso.
Il viaggio infatti si trasforma in una rocambolesca fuga da un ministro francese, tra briganti e pirati.
Insomma, tutto il contrario di quanto mi aspettassi, ma colpa mia che non leggo mai bene la trama.
Il punto di forza di questo romanzo comunque penso proprio siano stati i personaggi: Henry, chiamato "Monty" Montague è la sorta di narratore inaffidabile che io amo. La storia è narrata dal suo punto di vista, in prima persona, ed è un personaggio così reale e così concreto che mi sono assolutamente innamorata. Monty infatti è un ragazzo di diciotto anni che ama il vizio e che è stato appena espulso da Eton: ama bere, fumare e andare sotto la gonna di donne e beh, uomini. Il Grand Tour è l'ultima occasione datagli dal padre prima che lo diseredi, ma Monty manda subito tutto in frantumi quando a Versailles entra con una seducente fanciulla nelle camere del primo Ministro, gli ruba un oggetto apparentemente innocuo e poi corre nudo per tutta Versailles. Un evento abbastanza indimenticabile. Monty è infatti molto immaturo, egoista, codardo, ma assolutamente divertente. Ho amato leggere dal suo punto di vista proprio perché non è il prototipo dei personaggi perfetti.
Ovviamente la scatoletta che ha rubato non è assolutamente una cosa innocente, ma un oggetto importantissimo che contiene... beh, questo lo scoprirete voi; sappiate solo che il primo ministro fa di tutto per recuperarlo, per esempio far aggredire la carrozza su cui viaggia Monty dai banditi.
Ritornando a parlare dei personaggi, sono ben costruiti e molto interessanti anche i personaggi secondari: Percy e Felicity, la sorella di Monty.
Percy è un ragazzo di colore, vissuto con la famiglia inglese. Suo padre infatti dopo un viaggio esotico è tornato con questo bambino mixed raced che la famiglia ha deciso, sorprendentemente, di tenere anche dopo la morte del padre. Percy è un bellissimo personaggio ed è interessante proprio per osservare la condizione delle persone di colore durante il '700. Oltre alla "sfortuna" di essere nero durante un periodo di schiavismo, Percy è anche epilettico, oltre che omosessuale, olè!
In questo romanzo infatti non manca nulla: denuncia del razzismo, trattamento delle malattie (l'epilessia infatti è stata una malattia sempre guardata con sospetto, nel '700 le persone che ne soffrivano venivano considerate malati mentali e rinchiuse in case di cura, dal momento che si riteneva che fosse il Diavolo ad affliggerli), ma anche denuncia della condizione della donna.
Felicity, la sorella di Monty, è infatti anticonformistica quasi quanto il fratello: ragazza molto tenace e in gamba, è l'unico motivo per cui il gruppo non è morto dopo cinque secondi da solo. Felicity vuole diventare medico e ha anche studiato molto da autodidatta, ma purtroppo non può frequentare una vera scuola di medicina a causa del suo sesso, nonostante nel corso del romanzo si dimostri molte volte di avere più sangue freddo di tutti i suoi compagni.
Per quanto riguarda invece la trama, onestamente sono rimasta un tantino delusa, perché da un certo momento in poi tutto diventa eccessivamente improbabile, soprattutto nel momento in cui viene inserita nel quadro anche l'alchimia. Secondo me Mackenzi Lee avrebbe potuto gestire il materiale che aveva sottomano molto meglio, ma nonostante tutto il romanzo è stato gradevole e mi sono innamorata dei personaggi.
Ho apprezzato molto invece il finale: Monty cresce molto come persona e secondo me la sua conclusione ha molto senso. È proprio il lieto fine che mi aspettavo e volevo.
Mi dispiace molto non leggere più di Monty e Percy, soprattutto perché la loro storia d'amore in questo romanzo è più accennata, sopraffatta dagli altri eventi, avrei voluto un romanzo con solo loro protagonisti che si amano e fanno l'amore e stanno abbracciati tutto il giorno, forse sarebbe stato noioso ma sarei stata incredibilmente felice.
Detto questo vi saluto e vi raccomando di leggere le altre recensioni! ♡
Ringrazio moltissimo la Mondadori per averci fornito la copia del romanzo e vi ricordo, come sempre, che la mia recensione è onesta e sincera.
Buona lettura!
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