Buonasera lettori!
Oggi voglio parlarvi di un'autrice che ultimamente si è fatta conoscere per dei motivi... beh, non proprio positivi, diciamo così.
Quest'autrice è stata perciò considerata da molti lettori americani "problematica" e ben sappiamo come il mondo statunitense sia propenso a quella che si chiama "cultura della cancellazione".
Mackenzi Lee, autrice pubblicata in Italia da Mondadori proprio quest'anno con Loki: il giovane dio dell'inganno, e ben conosciuta universalmente per la saga "The Montague Siblings", che verrà pubblicata prossimamente in Italia sempre da Mondadori, ha commesso alcuni errori che l'hanno portata nell'alveo degli "autori problematici" e adesso analizzeremo insieme i suoi errori per comprendere se questa definizione è calzante oppure no.
Iniziamo: per aiutare la piccola libreria indipendente per cui lavora, Mackenzi, ai lettori che lo richiedevano, firmava il frontespizio dei libri, scrivendo talvolta anche non cose propriamente positive, e non lasciando spazio affinché gli autori reali dei libri potessero firmarli nel caso avessero avuto il libro sotto mano.
Mackenzi ha continuato questa pratica durante la pandemia, finché un'autrice poc (per chi non se ne intendesse, significa "person of color"), Rin Chupeco, ha fatto un thread su Twitter in cui si lamentava di questa pratica, portando però il tutto su una questione potremmo dire razziale: è giusto che una persona firmi libri che non ha scritto lei stessa? e soprattutto, è giusto che un'autrice bianca firmi dei libri di autori poc?
A questo punto Twitter si è scatenato in difesa di Rin e Mackenzi a causa di tutte le critiche che l'hanno travolta ha dovuto cancellare il profilo Twitter ed eliminare da Instagram tutte le foto che comprovavano la firma di libri non suoi, e i commenti in cui i lettori le chiedevano spiegazioni.
Voi cosa ne pensate di questa pratica? Credo che il suo sia stato uno sbaglio, un errore di cui si deve benissimo rendere conto, ma forse un errore che ha fatto in buona fede per aiutare la libreria in cui lavora. Mi pare comunque assurdo pensare di poter firmare libri non tuoi, e questo a discapito dell'etnia degli autori. Come ti viene in mente di firmare un lavoro di un altro artista? Questo pensiero mi pare tutt'ora assurdo e capisco il gran polverone che questa azione ha portato su Twitter e Instagram, azione che ha portato molti lettori a "cancellare" appunto Mackenzi Lee, togliendo i suoi libri dagli scaffali e togliendo i voti datele su Goodreads.
Mackenzi si è scusata, affermando però di "non conoscere Rin Chupeco", mentre Rin afferma che Mackenzi le ha scritto un po' di tempo fa per chiederle consiglio per un agente. Il mistero si infittisce.
Se non bastasse questo piccolo fatto, Mackenzi Lee si era fatta conoscere precedentemente per un altro passo falso: il libro The Madness Blooms. Il libro in questione non è stato ancora pubblicato ma ha avuto, sempre in un contesto americano, una notevole pubblicità, dal momento che la casa di produzione sembrerebbe averlo pubblicizzato come una storia d'amore saffica di ambientazione storica.
Questa trama ha appassionato molti lettori, ma li ha fatti anche molto arrabbiare quando si è scoperto che il protagonista del libro è in realtà un ragazzo trans.
Molti lettori hanno così accusato Mackenzi Lee di transfobia, di aver misgenderato il protagonista e di aver utilizzato per riferirsi a lui il suo "dead name". Allora, qui c'è molto da discutere. In primo luogo, gli autori hanno poca voce per quanto riguarda la pubblicizzazione dei loro libri e Mackenzi si è sempre dimostrata molto vicina alla comunità LGBT con la saga dei Montague; quindi onestamente non credo che sia stata un'idea di Mackenzi presentare il libro come una storia d'amore tra due ragazze. Per quanto riguarda l'accusa di misgenderare il protagonista e utilizzare il suo dead name, mi sono basata su recensioni di lettori trans e sull'opinione di alcuni miei amici ftm (female to male) per capire se la storia di Mackenzi sia transfobica, e la risposta che mi sento di darvi è: no. La storia parte quando il protagonista non si è ancora reso conto di essere un ragazzo e per questo ritengo che sia stato opportuno da parte dell'autrice utilizzare all'inizio nomi e pronomi femminili, si parla poi di un romanzo ambientato nel passato (l'autrice infatti ha una laurea in storia) e dalle opinioni di chi lo ha letto in anteprima il tema della transessualità sembrerebbe essere stata trattata bene, sebbene in modo molto crudo (e molti si chiedono: è giusto fare leggere ai giovani ragazzi trans storie tragiche solo in ottica dell'accuratezza storica?) con una scena di outing molto cruenta e pesante.
Mackenzi comunque si è impegnata a modificare il romanzo dopo le prime critiche e ha nel suo team anche persone transessuali, quindi direi che il libro che verrà pubblicato dovrebbe essere accurato e ben rappresentativo della comunità transessuale.
Voi cosa ne pensate? Ritenete Mackenzi Lee problematica?
Onestamente, io penso sia solo una persona molto distratta, che probabilmente non si è mai resa conto che le azioni hanno delle conseguenze e dovrebbe riflettere un po' di più prima di fare qualcosa, ma seguendola su Twitter (almeno, quando aveva un profilo) e su Instagram penso sia una persona molto dolce e con il cuore dalla parte giusta.
mercoledì 22 aprile 2020
sabato 11 aprile 2020
Recensione: Loki. Il giovane dio dell'inganno
Titolo: Loki. Il giovane dio dell'inganno
Autore: Mackenzi Lee
Casa editrice: Mondadori
Anno edizione: 2020
Pagine: 396
Prezzo di copertina: 20,00
Voto: 4/5
In questo libro young adult Mackenzi Lee analizza un personaggio chiave dell'universo cinematografico Marvel, Loki, in una veste nuova e inedita: la sua giovinezza.
In questo romanzo, infatti, Loki non è ancora il cattivo della storia, il dio dell'inganno, ma solamente un giovane pieno di dubbi e di insicurezze, che non si sente amato e che si sente inferiore rispetto a suo fratello Thor, che tutti amano e con cui deve competere per il trono di Asgard.
L'unica che sembra apprezzare le sue qualità magiche, qualità che invece Odino sembra temere immensamente, è Amora, assistente della maga di corte e sua unica amica, che dopo un incidente causato da Loki viene esiliata.
Passato qualche anno, dopo il fallimento di una missione diplomatica fra gli elfi di ghiaccio, Loki come punizione viene mandato sulla Terra, precisamente a Londra, per indagare su delle morti misteriose, causate probabilmente da una forma di vita aliena, e su cui sta lavorando la S.H.A.R.P., una agenzia stipendiata da Odino che protegge la Terra da minacce aliene (lo SHIELD del IXX secolo, in poche parole).
La prima parte del romanzo, in cui osserviamo Loki durante la sua infanzia, mi è piaciuta davvero molto. Loki infatti è molto diverso caratterialmente da come sarà successivamente nei film Marvel. Egli è un bambino insicuro con grandi abilità magiche che Odino non gli permette di sviluppare, e che cerca in ogni modo di ricevere l'approvazione del padre, che sembra però preferire in tutto Thor, il primogenito.
Loki durante questa parte del libro mi ha fatto molta pena: mi è dispiaciuto leggere del trattamento ingiusto che gli riservano Odino e gli altri dignitari della corte, spaventati da Loki e da i suoi poteri magici, tanto che Odino teme lui sia in grado di causare il Ragnarok.
Mandato sulla Terra, Loki conosce i membri di questa associazione: la signora S., la direttrice che lavora come archeologa per il British Museum, Gem, un poliziotto che passa loro informazioni segrete, e Theo, un giovane che dopo aver baciato un altro uomo era stato imprigionato ed è stato salvato dalla signora S.
Inizialmente restio ad aiutare l'organizzazione a scoprire la causa di queste morti, Loki si ricrede dopo aver incontrato una sua vecchia conoscenza e dopo aver potuto osservare i corpi ed essersi reso conto che non sono sicuramente morti normali, dato che questi cadaveri rimangono in perfetta salute, come se stessero semplicemente dormendo.
Mi sono piaciuti molto i personaggi, in particolare Theo, grazie al quale l'autrice si permette una critica alle ingiustizie che vigono nella nostra società, ma sono rimasta delusa perché mi aspettavo che avesse con Loki una relazione più sviluppata, cosa che invece non è accaduta. (Loki infatti nel romanzo è canonicamente pansessuale e genderfluid, dato che certe categorie come uomo o donna non esistono su Asgard)
Mentre come ho detto ho apprezzato moltissimo la prima parte del romanzo, la seconda parte, in cui Loki scopre come mai sulla Terra tutti lo temono, e per questo, frustrato dal fatto che non può fare nulla per cambiare il suo destino, sembra intraprendere finalmente la strada che lo porterà ad essere il Loki che tutti noi conosciamo (come in ogni profezia che si rispetti, infatti, più si cerca di scongiurare una cosa e più avviene) non mi è piaciuta allo stesso modo; l'ho trovata frettolosa e sviluppata troppo velocemente, e, nonostante sappia dai film come Loki sia destinato davvero ad essere cattivo, leggendo questo libro mi è dispiaciuto molto di più per il suo personaggio, perché sembra, nonostante tutto, non aver avuto altra scelta, anche se molte volte non compie le scelte giuste o migliori.
Per tutte queste cose questo libro mi ha distrutto emotivamente. Mi sono innamorata di questo personaggio ancora più di prima e se amate Loki o semplicemente i personaggi "moralmente grigi", questo libro è fatto assolutamente per voi.
domenica 5 aprile 2020
Recensione: Il regno corrotto
Titolo: Il regno corrotto
Autore: Leigh Bardugo
Casa editrice: Mondadori
Anno edizione: 2019
Pagine: 480
Prezzo di copertina: 19,90
Voto: 4.5/5
Il regno corrotto è il secondo volume della duologia di Sei di Corvi, facente parte dell'universo creato dalla Bardugo: il Grishaverse.
Nel primo volume, intitolato appunto Sei di Corvi, i protagonisti, comandati da Kaz Brekker, chiamato anche Manisporche, hanno cercato di intraprendere un colpo alla Corte di Ghiaccio a Fjerda, una prigione tra i ghiacci inaccessibili, per salvare un prigioniero molto importante, che ha sintetizzato una droga chiamata jurda parem in grado di alterare e ampliare i poteri dei grisha, persone dotate di abilità straordinarie.
In questo secondo volume, i protagonisti sono ritornati vittoriosi a Ketterdam, la loro città, ma a che prezzo. Ingannati dal mercante Jan Van Eck, adesso hanno non solo tutta la città contro di loro, ma anche tutte le altre nazioni, dagli Shu ai Fjerdani, e ora è tutto nelle mani di Kaz ideare un piano che permetta non solo di salvare se stesso e i suoi compagni - Inej, Nina, Matthias, Jesper e Wylan - ma anche di guadagnare il denaro che gli era stato promesso.
Nonostante questo volume si sia rivelato alla fine bello quanto il primo, ho fatto fatica durante la lettura delle prime duecento pagine a prendere il ritmo della lettura e per questo ho dato al libro un voto leggermente più basso. Mentre il primo volume presentava una trama lineare, in questo libro non si capisce fino alla fine dove si vuole andare a parare e ogni volta che succede qualcosa, subito dopo arriva un colpo di scena inaspettato che cambia le carte in tavola e porta i protagonisti a dover ideare un nuovo piano per sopravvivere e vincere la battaglia.
Credo che la Bardugo in questo senso si sia proprio superata in questo romanzo, dal momento che ha ideato una trama complessa e inaspettata, descrivendo come sempre i personaggi in maniera perfetta.
Come il primo volume, infatti, ogni capitolo è raccontato dal punto di vista di uno dei protagonisti, di cui leggiamo i pensieri e le paure, e in questo ultimo volume anche la loro crescita interiore.
Sono stati bellissimi soprattutto i vari flashback in cui la Bardugo raccontava il passato dei protagonisti, perché arricchivano moltissimo la storia e rispondevano ai dubbi che il lettore si portava dietro fin da Sei di Corvi.
Come il primo volume, infatti, ogni capitolo è raccontato dal punto di vista di uno dei protagonisti, di cui leggiamo i pensieri e le paure, e in questo ultimo volume anche la loro crescita interiore.
Sono stati bellissimi soprattutto i vari flashback in cui la Bardugo raccontava il passato dei protagonisti, perché arricchivano moltissimo la storia e rispondevano ai dubbi che il lettore si portava dietro fin da Sei di Corvi.
L'unica cosa che non ho particolarmente apprezzato nel libro è stata la descrizione della malattia di Kaz. Nel libro infatti viene specificato che Kaz è zoppo e ha una gamba che non funziona molto bene e che gli fa spesso molto male (questo perché la scrittrice soffre di osteonecrosi e ha voluto creare un personaggio che la rappresenti all'interno dei suoi libri), ma nonostante la sua disabilità, Kaz riesce a fare tutto: correre, saltare sui tetti, combattere... come tutti gli altri e talvolta anche meglio; e non so tutto questo mi è parso molto irrealistico.
Non concordo invece con le persone che dicono che Kaz non abbia avuto una crescita del personaggio, perché alla fine molte cose mostrano come si sia lasciato indietro la sua vendetta e sia andato oltre e si sia affezionato moltissimo ai suoi compagni di avventura.
Detto questo, sono molto triste che questa duologia si sia conclusa e di non poter leggere altre storie con loro come protagonisti. Spero tantissimo che i rumour che parlano di un terzo libro di questa serie siano veri e di poter leggere ancora di Kaz e di tutti gli altri personaggi.
Non concordo invece con le persone che dicono che Kaz non abbia avuto una crescita del personaggio, perché alla fine molte cose mostrano come si sia lasciato indietro la sua vendetta e sia andato oltre e si sia affezionato moltissimo ai suoi compagni di avventura.
Detto questo, sono molto triste che questa duologia si sia conclusa e di non poter leggere altre storie con loro come protagonisti. Spero tantissimo che i rumour che parlano di un terzo libro di questa serie siano veri e di poter leggere ancora di Kaz e di tutti gli altri personaggi.
Voi cosa ne pensate? Avete letto questa duologia? Volete leggerla? Fatemi sapere in un commento!
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