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giovedì 5 novembre 2020

Recensione: Eternal War - Gli eserciti dei santi di Livio Gambarini

 Buongiorno lettori!
Oggi per me è una giornata molto importante, una giornata che molto probabilmente potrebbe determinare il mio futuro (wow, che pathos!), ma neanche oggi vi abbandono, infatti vi presento la recensione di un fantasy storico di un autore italiano Livio Gambarini classe 1986, nato a Bergamo, scrittore e filologo. 
Eternal war - Gli eserciti dei santi è il primo di una quadrilogia, il cui ultimo libro è in uscita proprio oggi, e per festeggiarne l'uscita cosa c'è di meglio di una recensione? 

Se siete appassionati alla Firenze del XIII secolo e alle lotte tra guelfi e ghibellini, questo è il libro perfetto per voi!

[Ringrazio la casa editrice, Acheron Books, per avermi dato la possibilità di leggere questo libro inviandomi una copia ebook omaggio, ovviamente la mia recensione è onesta e sincera]
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Titolo: Eternal War - Gli eserciti dei santi 
Autore: Livio Gambarini
Casa editrice: Acheron Books
Uscita: 2015
Pagine: 242
Prezzo: 12 euro

Voto: 3.75/5

Trama: Firenze, tredicesimo secolo. La guerra tra Guelfi e Ghibellini distrugge intere famiglie. Tutta la Toscana è sconvolta, ma le due fazioni non sanno che la loro guerra è solo il pallido riflesso di uno scontro che dura da secoli tra i misteriosi abitanti delle lande dello Spirito. Con ogni mezzo a sua disposizione, Kabal, spirito guida della famiglia Cavalcanti, trama per non soccombere e conquistare il potere. Ha un asso nella manica: il suo nuovo capofamiglia umano, il guerriero e poeta Guido Cavalcanti. Per salvare la sua città e coronare il suo sogno d'amore, Guido dovrà inseguire il miraggio di una pace impossibile, e in questo lo aiuterà un giovane e timidissimo poeta, di nome Dante Alighieri... Guerra, tradimenti, intrighi e magia in perfetto equilibrio tra la ricostruzione storica e il fascino di ciò che si cela dietro le quinte dell'umanità, con la cornice fiorentina della Divina Commedia!
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Quando la casa editrice, la Acheron Books, mi ha scritto un'email proponendomi un romanzo da leggere e recensire ovviamente ne sono stata molto onorata, ma la trama del libro in questione mi aveva suscitato parecchi dubbi. A primo impatto, infatti, sembrerebbe un'eresia scegliere come protagonisti i due più grandi esponenti dello Stilv Novo: Guido Cavalcanti e Dante Alighieri, e farli comparire in un romanzo fantastico, che ovviamente riprende gli eventi storici, in parte modificandoli. 
Mi sono tranquillizzata però dopo aver letto il nome dell'autore: Livio Gambarini è un filologo, quindi ero sicura avrebbe dato onore a questi due personaggi senza scadere nel trash e nel ridicolo.
Ovviamente un po' di inventiva c'è sempre, qualche modifica alla storia della letteratura che mi ha fatto un po' storcere il naso, d'altra parte essendo anche io una "filologa" (uso le virgolette perché dopo essermi laureata ho completamente abbandonato quel campo) allo stesso tempo però ho apprezzato diverse scelte, soprattutto quella di citare diverse lasse poetiche all'inizio di ogni capitolo. 

La scelta azzardata di Livio Gambarini non è stata solamente quella di scegliere dei personaggi storici molto amati e molto conosciuti come protagonisti, ma di farli diventare gli eroi di una saga fantasy. 
In questo libro infatti le azioni dei pater familias e dei membri delle più antiche famiglie fiorentine sono guidate da degli spiriti chiamati "ancestrarchi". Sono loro che detengono davvero il controllo della situazione, delle decisioni che vengono prese, e sono loro che manovrano questa guerra per ottenere il potere. 
L'ancestrarca della famiglia Cavalcanti, la famiglia protagonista, si chiama Kabal ed è, come i membri della sua famiglia, più un commerciante e un affarista che un guerriero. Seppur guelfo arriva molte volte a spingersi vicino alla blasfemia, e ormai da generazioni ancestrarca dei Cavalcanti, ha deciso di imporre tutta la sua fiducia e i suoi sforzi nel piccolo figlio di Cavalcante de Cavalcanti, Guido, che nasce pieno di Virtù ( letteralmente, gli ancestrarchi infatti hanno come strumento la Virtù, che ottengono grazie alle vittorie e alla fama, e possono utilizzarla per favorire le gravidanze e dare potere ai membri della famiglia). 

Dopo la battaglia di Montaperti, vinta dai ghibellini, la famiglia Cavalcanti è caduta in rovina e non è più riuscita a rialzarsi. Passano allora vent'anni, Guido da essere un bambino diventa un uomo e sarà grazie a lui che Kabal spererà di riavere il potere all'interno della città di Firenze. Guido però si è (ironicamente) innamorato della figlia dell'acerrimo nemico del padre e del nonno, Farinata degli Uberti, e Kabal si renderà conto che Guido è nato troppo potente e lui non è in grado di controllarlo. 

Il libro è raccontato attraverso due piani differenti, una scelta che all'inizio potrebbe far confondere il lettore. Mentre infatti l'autore ci racconta del piano della Materia, dove troviamo protagonisti gli umani, dall'altro lato si svolgono le azioni e i piani degli spiriti delle famiglie guelfe e ghibelline. A un'azione nel mondo spirituale si riflette sempre un'azione nel mondo materiale. 
Il protagonista in questo lato della materia è appunto Kabal, un ancestrarca opportunista, che farebbe di tutto per favorire i Cavalcanti, anche mentire e uccidere. Gli ancestrarchi dopo la sconfitta a Montaperti si sono resi conto che ciò che li ha indeboliti è stata una mancanza di fede e perciò Don, il capo, ha deciso di tentare un'impresa folle e impossibile: andare a Roma, che è circondata da mostri pericolosissimi, per invocare l'aiuto di San Pietro in persona. 

Eternal war - Gli eserciti dei santi ha sicuramente superato le mie aspettative iniziali. Si tratta infatti di un romanzo ben scritto, dallo stile lineare e ben comprensibile, sicuramente maggiormente apprezzabile da qualcuno che ha studiato letteratura italiana e può ben comprendere i riferimenti alle poesie citate all'inizio dei capitoli e soprattutto agli avvenimenti all'interno della storia. 
L'idea iniziale, che all'inizio mi aveva spaventata, l'ho trovata una scelta di trama molto originale e ben descritta. È stato molto bello leggere di questi due piani, la Materia e lo Spirito, che si intrecciano e si confondono a vicenda, anche se ammetto che all'inizio, dato che il romanzo inizia in medias res, sono rimasta abbastanza confusa e non capivo chi fosse Kabal o cosa stesse facendo; ma dopo le prime pagine tutto diventa più chiaro. 
Kabal è sicuramente il personaggio protagonista di questa avventura, la sua prorompenza e il suo carattere scavalcano un po' il personaggio di Guido che appare più sottotono, e fanno di Kabal sicuramente il personaggio più interessante della storia. 
Dal momento che volevo essere maggiormente informata sulla figura degli ancestrarchi ho cercato informazioni a riguardo e sul sito dello stesso autore ne viene data una spiegazione, che ricopio qui: 

Un Ancestrarca è un essere nascosto. Un plurisecolare burattinaio di anime, legato a una specifica famiglia umana. Dalle Lande dello Spirito questo “custode” manovra per i propri scopi gli uomini e le donne della sua stirpe, che non si rendono conto né della sua esistenza né tantomeno di esserne manipolati. Gli Ancestrarchi discendono dai Penati della mitologia romana e sono i responsabili degli schemi di comportamento ereditari, dei vizi e delle virtù famigliari, di tutti quei traumi che superano il confine di una generazione e obbligano i figli a ripetere le stesse azioni e gli stessi errori dei genitori. 
 Ma alla fin fine, perché vi consiglio di leggere questo romanzo?
Nella mia modesta opinione, ve lo consiglio per due motivi: da una parte perché c'è la figura di un giovane Dante Alighieri molto interessante, così diversa da quella che siamo abituati a vedere normalmente, ancora ragazzino, con i tipici comportamenti di un adolescente (ho adorato davvero tanto questa figura) dall'altra non solo perché si tratta di un'idea originale e ben scritta, ma perché è un'idea originale e ben scritta che ripercorre la nostra storia!
Direi che non possiamo negare che la letteratura anglosassone e americana ormai sia predominante nella nostra cultura e editoria, ma per fortuna ci sono ancora case editrici, come la Acheron, che cercano giovani scrittori italiani di talento per dargli una grande opportunità!
Livio Gambarini non è solo un autore di notevole talento, ci riporta in una maniera mai vista la nostra storia, e penso che per questo dovremmo ringraziarlo. 

Il libro è molto corto, il prezzo è contenuto. Non è il solito fantasy che sono abituata a leggere, ma sono contenta di aver potuto espandere i miei orizzonti, anche se purtroppo non mi sento di dire che questa lettura mi abbia avvinghiato a sè come altri libri sono riusciti a fare. 
Il mio voto è comunque molto buono e se le premesse vi attirano direi che potete dare una chance a questo romanzo!



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