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martedì 4 febbraio 2020

Recensione: Macchine Mortali





Titolo: Macchine Mortali 
Autore: Philip Reeve 
Casa editrice: Mondadori 
Anno edizione: 2018 
Pagine: 366 
Prezzo di copertina: 17,50 

Voto: 2.5/5 


Macchine Mortali (Mortal Engines) è un romanzo fantascientifico per ragazzi pubblicato per la prima volta nel 2001 dallo scrittore britannico Philip Reeve ed è l’unico libro del “quartetto delle Macchine mortali” che è stato tradotto in Italia dalla casa editrice Arnoldo Mondadori, insieme al suo seguito: Freya dalle Lande di Ghiaccio.
Il libro è ambientato in un mondo post-apocalittico steampunk, devastato in epoche passate da una terribile guerra nucleare (la cosiddetta Guerra dei Sessanta Minuti). Per poter sopravvivere in un territorio ormai invivibile, l’inventore Nikolas Quirke aveva ideato “il darwinismo urbano”, una teoria che prevedeva che le città diventassero delle “città trazioniste”, cioè si mettessero in movimento su ruote diventando in pratica degli enormi veicoli e sopravvivessero mangiando gli stazionamenti più piccoli, acquisendo in questo modo le loro risorse.
Sono ormai passati molti anni da quel giorno e il pianeta è ormai tornato stabile, ma nonostante ciò il sistema delle città trazioniste continua ad essere dominante, combattuto però da diverse città che si sono spostate sulla terraferma, fondando una lega “anti-trazionista”, il cui compito è proprio quello di frenare lo spropositato consumo di risorse mondiali delle città nomadi.
Londra è una delle città trazioniste più importanti ed è llì che si svolge la maggior parte delle vicende del romanzo. Essa è divisa in una serie di livelli, che vanno dal livello più basso (dove vivono le persone più povere e gli schiavi) costantemente coperto dai fumi prodotti dai motori, a quello più alto, dove vivono le persone più abbienti della città e dove si erge la grandiosa cattedrale di St. Paul, unico monumento degli “antichi” rimasto nella città. 
La città è governata dal sindaco Magnus Crome, capo della gilda degli ingegneri. Esistono infatti all’interno della città quattro gilde: la gilda degli ingegneri, la più prestigiosa, responsabile della manutenzione delle macchine, la gilda degli storici, che conserva quello che è rimasto della “Vecchia Tecnologia” (di cui per la maggior parte si è persa la conoscenza), la gilda dei navigatori, responsabile del governo della città e la gilda dei commercianti, che gestisce l’economia di Londra.
La storia prende avvio con il personaggio di Tom Natsworthy, un giovane orfano e apprendista storico di terza classe, il quale assiste nel ventre della città al tentato omicidio di Thaddeus Valentine, amatissimo capo della gilda degli storici e braccio destro del sindaco Crome, per mano di una giovane ragazza sconosciuta, contrassegnata da un’orribile cicatrice che le deturpa il volto.
Il giovane insegue la ragazza per catturarla e scopre un terribile segreto: quella ragazza si chiama Hester Shaw e ha tentato di uccidere Valentine per vendetta; l’uomo infatti anni prima aveva ucciso sua madre e l’aveva ferita sfigurandole per sempre il volto.
Questa scoperta sconvolgente cambia la vita di Tom per sempre: egli infatti si ritrova insieme ad Hester catapultato nel mondo esterno, un posto terribile per un ragazzo che ha vissuto tutta la sua vita sul suolo artificiale di Londra e non ha mai toccato con i piedi la nuda terra; e soprattutto, inizialmente, per lui è impossibile credere che Thaddeus Valentine, suo eroe personale e una delle persone più amate di tutta Londra, sia una persona così malvagia.
Tom e Hester, abbandonati nel territorio esterno, vengono prima catturati per essere venduti come schiavi e poi salvati da Anna Fang, un’aviatrice che si scopre successivamente essere un importante membro della Lega Antri-Trazionista. Questa rivelazione sconvolge Tom che, come tutti gli abitanti delle città trazioniste, era vissuto per tutta la vita con la convinzione che gli anti-trazionisti fossero dei barbari e che l’unico modo possibile di vivere fosse in movimento. L’incontro con Hester e poi con Anna Fang è quindi un momento fondamentale nella vita di Tom, dato che da quel momento il giovane inizia a perdere tutte le certezze con cui è sempre vissuto.
I due protagonisti cercano quindi di ritornare a Londra per concludere il piano di vendetta di Hester, ma vengono inseguiti da un terribile predatore meccanico, Shrike, inviato dal sindaco Crome per ucciderli. I predatori meccanici erano un portato della vecchia tecnologia, uomini morti in battaglia fatti rinascere come cyborg, senza sentimenti e senza emozioni, pronti ad eseguire qualsiasi ordine.
Quello che succede a Londra ci viene intanto raccontato da un altro personaggio: Katherine Valentine, la figlia di Thaddeus, una ragazza dal cuore puro e di grande coraggio. Dopo l’attacco al padre, Katherine inizia a capire che c’è qualcosa che l’uomo e il sindaco le stanno tenendo nascosto, qualcosa di estremamente pericoloso di cui lei sente soltanto un nome: Medusa. 
La ragazza comincia così ad investigare su cosa sia Medusa e su chi sia la ragazza che ha tentato di uccidere il padre, arrivando a scoprire una rivelazione sconvolgente.

Il libro, in linea di massima, mi è piaciuto abbastanza, sebbene non fosse privo di difetti.
In primo luogo, ho trovato la narrazione abbastanza piatta: l’autore infatti utilizza una sintassi ed un linguaggio non particolarmente interessanti e arditi, ma che però raggiungono il loro scopo principale, cioè quello di intrattenere il lettore e di mantenerlo interessato alle avventure dei personaggi. Alla fine, infatti, sebbene non mi piacesse particolarmente come fosse scritto e trovassi i dialoghi abbastanza banali, ero davvero curiosa di sapere come sarebbe finito il libro. La scrittura non è quindi il punto forte dell’opera, ma in verità è probabile che una scrittura così semplice abbia come target delle persone più giovani, e che quindi io ormai sia troppo grande per apprezzare questo libro appieno.
La trama, però, è molto interessante e ben pensata e il worldbuilding è davvero incredibile e originale (nonostante a tratti forse abbastanza irreale), dato che non penso di aver mai letto da nessun’altra parte una storia del genere. 
Anche qui mi riservo però una piccola precisazione: avrei voluto che il mondo creato dall'autore fosse leggermente spiegato meglio, infatti a parte le cose essenziali (cioè che Londra ha un sindaco, ci sono quattro gilde e diversi livelli in cui gli abitanti vivono secondo il loro ceto economico) non sappiamo molto altro su come questa città sia organizzata e su come funzionino i meccanismi interni su cui si regge, e la stessa cosa succede con tutte le altre cose, come per esempio gli antefatti che hanno portato alla costruzione di quel mondo.
 In generale mi è sembrato che l’autore descrivesse il tutto in modo abbastanza superficiale, senza soffermarsi a spiegare eccessivamente e in profondità, cosa che effettivamente succede anche con la descrizione dei personaggi, i quali mi sono sembrati semplicemente abbozzati e i loro ideali, pensieri e emozioni semplicemente scritte su carta, non vissuti veramente.
In pratica mentre leggevo questo libro non riuscivo ad immedesimarmi nella storia, ma continuavo ad essere consapevole dell’autore che scriveva dietro la pagina, e per quanto alla fine abbia apprezzato la storia, questo è un difetto che purtroppo si è sentito sino alla fine. 
Per concludere, penso che questo libro sia un buon prodotto per ragazzi, senza infamia e senza lode, e ve lo consiglio se volete leggere una storia con una trama originale, futuristica e steampunk.


 LIBRO O FILM?

Come forse sapete, il 13 dicembre scorso è uscito in Italia il film ispirato proprio a questo libro diretto da Christian Rivers, al suo debutto da regista, e con la sceneggiatura del famosissimo Peter Jackson, conosciuto ormai in tutto il mondo per la trilogia vincitrice di 17 premi Oscar Il Signore degli Anelli.
Prima di vedere il film ero sicura che questo sarebbe stato un buon prodotto, ritenevo infatti che il libro avesse un'alta dose di spettacolarità adatta proprio per un kolossal cinematografico. Alla fine infatti il film è scenicamente spettacolare ed è meraviglioso vedere come sono state rappresentate queste enormi città su ruote, gli effetti speciali poi sono stati ottimi, ma purtroppo questo non basta a salvare un film che è ricco di molti altri difetti, alcuni già presenti nel libro (come per esempio il mancato approfondimento di situazioni e personaggi).
In primo luogo non ho apprezzato particolarmente i cambiamenti fatti sulla trama del libro, tra cui per esempio il ruolo affidato al personaggio di Katherine Valentine, che mentre nel libro occupa un posto molto più importante, quasi da co-protagonista, nel film viene relegata ad un piano più secondario e spesso la sua storyline viene interrotta e quasi "dimenticata" tanto che ad un certo punto mi sono chiesta se gli sceneggiatori si fossero scordati della sua esistenza; oppure il cambiamento dato alla storia di Thaddeus Valentine, che, almeno secondo il mio parere, è molto più bella nel libro, in cui non viene rappresentato come un semplice cattivo, ma più come un antieroe, che ha sia attimi negativi che attimi davvero molto positivi e penso che questa complessità purtroppo nel film sia andata persa, e il personaggio (interpretato comunque magistralmente da Hugo Weaving) ha un ruolo più statico che non gli rende giustizia. 
Un'altra cosa che non ho particolarmente apprezzato è stata la scelta di rivelare subito fin dall'inizio cosa sia Medusa, particolare che i protagonisti all'inizio del libro invece non conoscono e che appunto viene rivelata al lettore più avanti. Penso sarebbe stato più bello avere un colpo di scena, mentre invece parlandone già all'inizio penso che anche chi non ha letto il libro avesse capito che Medusa avrebbe svolto un ruolo centrale all'interno del film. 
Ultima cosa di cui mi lamenterò è il finale: anche in questo caso ho trovato molto più spettacolare il finale del libro, che penso sarebbe stato in verità più adatto anche cinematograficamente di quello che hanno scelto di fare nel film, che secondo me perde davvero in questo caso nel confronto. 

I personaggi (a parte quello di Thaddeus Valentine, che secondo me nel film è stato quasi rovinato) sono comunque vicini alla descrizione del libro e la trama viene seguita in modo abbastanza fedele, nonostante ci siano stati dei momenti in cui in sala mi sono profondamente indignata per alcune decisioni prese dagli sceneggiatori (promemoria per me: mai leggere il libro poco prima del film).
Unica cosa: il personaggio di Hester nel libro viene rappresentato con una ferita molto più cruda di quella che invece viene mostrata nel film (in cui ammettiamolo, ha semplicemente un taglio). Nel libro si dice invece che questa cicatrice le deturpa il volto tanto che la bocca è sempre caratterizzata da una smorfia e quasi tutti i personaggi vedendola non fanno che rimarcare questa sua condizione. Credo sia stata anche qui un'occasione sprecata per evitare la solita protagonista con un difetto fisico ma comunque molto bella, ma sarebbe forse stata una scelta troppo audace che, con le loro buone ragioni, nel film hanno deciso di non affrontare.
In conclusione, il film non mi è piaciuto particolarmente, nonostante scenicamente renda davvero moltissimo al cinema, e se devo scegliere vi consiglierei, nel caso vorreste recuperare questa storia, di puntare sul libro. 


CURIOSITA'

Il titolo del romanzo rimanda ad un verso dell'Otello di Shakespeare: Atto III, scena iii, vv. 352-353: «And, O you mortal engines, whose rude throats / Th'immortal Jove's dread clamours counterfeit» (E voi, macchine di morte le cui aspre gole / contraffanno il fragore tremendo dell'immortale Giove).

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