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giovedì 30 dicembre 2021

Recensione: The Furry Thing di Kamwei Fong


 Buongiorno lettori!
Come avete passato le vacanze di Natale? Spero bene. 
Io mi sto rilassando, prima di iniziare lo stage a gennaio. E ho avuto il bellissimo piacere di leggere un libro dedicato ad un artista fantastico: Kamwei Fong. 
La Becco Giallo, casa editrice molto preparata, ha pubblicato infatti questo libro artistico molto particolare, che racconta la storia di Kamwei Fong e dei suoi gatti. 
Ma scopriamo tutto nella recensione! 

Buona lettura!
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Titolo: The Furry Thing
Autore: Fong Kamwei
Casa editrice: Becco Giallo
Data di uscita: 9 dicembre 2021
Pagine: 128
Prezzo: 23 euro

Trama: In The Furry Thing c'è tutto l'universo dei gatti, tranne le bocche dei protagonisti. Senza bocche, le loro emozioni vengono trasmesse dagli occhi espressivi e luminosi, dalle orecchie vigili e dalle code grandi e cespugliose e, naturalmente, dal pelo più o meno folto (o meglio, folto, molto folto o foltissimo).

Nato nel 2009, The Furry Thing è il progetto artistico dell'illustratore, scultore e designer di Kuala Lumpur, Kamwei Fong. Utilizzando solo inchiostro nero a micro pigmenti e delle fitte trame di piccoli, brevi, segni, Fong ha creato centinaia di illustrazioni oniriche e fantasiose di gatti di ogni genere e taglia. Nonostante lo stile uniforme, quasi matematico nella sua progettazione e lavorazione, ogni gatto di The Furry Thing mostra una personalità unica: ci sono i gatti arruffati, panciuti e goffi, ci sono gatti sinuosi, eleganti e fieri, altri ancora hanno occhi curiosi, o diffidenti, o ruffiani. Alcuni hanno code enormi che puntano il cielo, altri sono arrotolati su loro stessi a formare un cerchio talmente perfetto da risultare magnetico. Ci sono poi quelli dal muso schiacciato o dal pelo striato, le code elettriche o le orecchie asimmetriche, gli sguardi assonnati o le movenze sinuose.
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Per quanto mi piaccia l'arte, non sono solita commentare e recensire libri su artisti contemporanei, ma ho voluto fare un'eccezione per The Furry Thing libro/catalogo che ci racconta l'esperienza artistica dell'artista di Kuala Lampur Kamwei Fong e in particolare il suo progetto artistico chiamato The Furry Thing, nato nel 2009. Si tratta di gatti, semplicemente, e io amo i gatti. 
Quello che mi ha colpito in particolar modo è stato come questo artista sia riuscito a rappresentarli: senza baffi e senza bocca, sono i loro occhi a mostrare i vari caratteri e la bellezza che questi animali riescono a dare all'animo umano. 
Sono forme indistinte, sinuose o curve, a volte semplicemente dei cerchi, ma sempre adorabili. 

Il libro, scritto sia in italiano che in inglese, ci racconta come il progetto sia nato e spiega la tecnica di questo artista, fatta di precisione e di ripetizione. Le forme feline e il loro bellissimo pelo, che ti fa venir voglia di passarci le mani attraverso, infatti, viene creato grazie alla sovrapposizione di linee sottilissime, variando la densità dei segni per creare volume. La vaporosità del pelo, irresistibile, è proprio un marchio di fabbrica dell'artista. 

Nella sua lista infinita di gattini, ho apprezzato soprattutto In the Wonderfurryland, una serie di luoghi onirici abitati dai gatti, dove ogni cosa, dalla luna alle montagne, ha la forma di un fatto. 


In generale, ho amato tutti questi bellissimi disegni. Da amante dei gatti, anche se come lo stesso autore sono vissuta per tutta la vita senza, non potevo non apprezzare un'opera che li elogia in ogni loro forma e dimensione. 
A volte i disegni sono anche uniti da una frase che spiega il momento e la situazione, ma la maggior parte sono solo gatti neri, che ti colpiscono con il loro pelo e i loro occhi magnetici. 

Non conoscevo questo autore prima, ma sono molto grata alla Becco Giallo che mi ha permesso di scoprirlo. 
Questo progetto mi ha colpito moltissimo, non soltanto per il soggetto, ma anche per la tecnica e la precisione con cui Kamwei Fong costruisce ogni disegno. 
Verso la fine vengono anche mostrati dei disegni che l'artista ha realizzato su richiesta di committenti e i loro bellissimi gatti, con le fotografie dei modelli che apprezzano il lavoro svolto. 
Quando sarebbe bello poter chiedere un disegno personalizzato del proprio gatto?

Ringrazio la Becco Giallo per la copia omaggio, e per il lavoro incredibile che hanno compiuto nel realizzare questo catalogo/saggio che con tono ironico e divertente ci racconta la storia di un progetto realizzato per gioco, ma adesso un vero cult tra i giovani. 
Pensate che anche la marca di abbigliamento giapponese Uniqlo ha realizzato delle magliette con questi disegni. 

Il mio consiglio è quello di dirvi di recuperare i tanti gatti di questo fantastico artista, perché ognuno di questi ha una propria personalità e una propria storia. Sono tutti unici e inimitabili!

Vi ringrazio di aver letto la mia recensione!
Miao!




mercoledì 1 dicembre 2021

Recensione: Le guerriere dal sangue d'oro di Namina Forna

 

 

Buongiorno lettori!
Come state? Ieri ho ricevuto una bella notizia, almeno l'inizio di quella che spero si rivelerà una bella notizia.
Oggi però vi parlo di un libro fantasy, la traduzione dell'acclamato The Gilded Ones di Namina Forna.
Era un libro che aspettavo tanto di leggere e sono contenta sia stato portato in Italia.
Ma mi sarà piaciuto? Scopriamolo insieme!

Ringrazio la Mondadori per la copia digitale del romanzo, la mia recensione resta onesta e sincera.
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Titolo: Le guerriere dal sangue d'oro
Autrice: Namina Forna
Casa editrice: Mondadori
Collana: Fantastica
Data di uscita: 30 novembre 2021
Prezzo: 18,90 euro
Pagine: 288

Trama:
Deka conosce bene l'importanza del rituale della purezza. Sa che da esso dipenderà se potrà o meno diventare membro a tutti gli effetti del suo villaggio ed essere finalmente parte di qualcosa, proprio lei che si è sempre sentita diversa e fuori posto. Ma il giorno della cerimonia, il suo sangue si rivela d'oro, il colore della non purezza. Le conseguenze, Deka lo sa bene, potrebbero essere peggiori della morte. Per questo, quando una misteriosa donna va a trovarla nel luogo in cui è imprigionata e le propone di andarsene dal villaggio per entrare a far parte di un esercito composto da ragazze esattamente come lei, le alaki, non ha dubbi. Pur comprendendo i pericoli che la aspettano, Deka decide di abbandonare la vita che ha sempre conosciuto. Ma già nel viaggio che la conduce alla capitale del regno, e alla più grande battaglia della sua vita, scoprirà presto che la grande città serba molte sorprese. E che niente è davvero come sembra, nemmeno lei.
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Le guerriere dal sangue d'oro è un romanzo fantasy young adult, dalle tinte femministe, in cui si esplorano temi fondamentali come la guerra, la sofferenza e la violenza, la paura del diverso e la sopraffazione.
Nella società in cui vive la protagonista, Deka, gli uomini hanno il mano il potere, le donne non possono lavorare e sono talmente sottomesse che non possono nemmeno mostrare il loro volto, che deve essere coperto da una maschera per volontà del Dio Oyono.
Ma l'apice del patriarcato, il momento più brutto e significativo nella vita di una donna è la cerimonia della purezza. Se il sangue della fanciulla non è rosso, ma oro, vuol dire che non è pura, che è un demone e deve essere uccisa.
Il giorno della sua cerimonia, Deka scopre di non essere pura nel modo peggiore possibile: abbandonata dal padre, viene costantemente uccisa (le alaki, così vengono chiamate queste fanciulle, infatti, possono non morire diverse volte) finchè non viene salvata da una misteriosa donna che lei chiama Mani Bianche.
Verrà portata in un campo di combattimento, istruita ad uccidere i Gridamorte, orribili creature che invadono il regno, e qui incontrerà le sue compagne, le sue sorelle di sangue, e il suo uruni (compagno guerriero), Keita.
 
Onestamente ho amato le tinte femministe di questo romanzo e soprattutto ho amato il colpo di scena, anche se ampiamente telefonato. In generale credo che il libro trattasse di molti temi importanti, ma purtroppo non lo ritengo riuscito in pieno dal momento che ci sono diversi difetti e cose che non mi sono molto piaciute.
In primo luogo i personaggi hanno dei cambiamenti troppo repentini nei loro atteggiamenti, a partire da Deka fino a Keita, che sembra un guerriero crudele in una pagina, e in quella subito dopo si affeziona a Deka senza nessun dilemma morale sul suo stato di alaki.
Le spiegazioni nel libro vengono poi date in modo troppo sbrigativo, sembra che tutto il libro e il suo senso si concentrino solo alla fine e in alcune frasi molto brevi. Mi sono ritrovata molto confusa su certi aspetti, chi fosse chi e cosa, perchè sembrava che dovessi già saperlo. Poi troppi nomi e poche descrizioni per ricordare i personaggi... insomma, molto bello ma troppo confuso. 

Purtroppo mi spiace non condividere l'hype che ho visto in giro per questo romanzo, ma nonostante la trama fosse molto interessante non gli attribuisco nessuna originalità, mi ha ricordato molto, per esempio, Figli di sangue e ossa di Tomi Adeyemi, e lo stile e i dialoghi non mi hanno pienamente convinto.
Ritengo quindi Le guerriere dal sangue d'oro un libro abbastanza nella media, perchè i temi incredibili che lo caratterizzano poi non mi sembrano realizzati efficacemente.
Alcuni di questi temi però li ho molto apprezzati, anche se molto pesanti: la violenza inaudita che viene usata contro le alaki, per esempio, è molto descrittiva, ma fondamentale nel senso della storia, per far svegliare Deka e le altre ragazze, ancora ancorate al concetto di purezza, e farle realizzare di non essere mostri, ma dee, e che devono lottare perchè il mondo è sbagliato e non dovrebbe andare in questo modo.

Nonostante io sia rimasta delusa da alcuni aspetti, lo ritengo comunque un buon romanzo e ve lo consiglio.
Sono curiosa di come continuerà, ci sono sicuramente diversi spunti, ma credo avrebbe funzionato bene anche come uno standalone.

Vi ringrazio di aver letto la mia recensione, spero vi sia piaciuta e se volete lasciate un commento ♡








lunedì 29 novembre 2021

Recensione: L'inferno è femmina di Arianna Petracin

 

 Buongiorno lettori!
Come state?
Oggi partecipo, con mio grande piacere, nuovamente ad un evento per la casa editrice Dark Abyss Edizioni.
Avevo apprezzato moltissimo Drepanum di Alessia Piemonte, quindi quando Patrizia di In Punta di Carta mi ha contattato per l'evento di "L'inferno è femmina" di Arianna Petracin ho subito accettato.
Si tratta di un dark romance, genere che volevo tantissimo leggere in questo periodo visto che ne avevo molta voglia, quindi quale occasione migliore?
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Titolo: L'inferno è femmina
Autrice: Arianna Petracin 
Casa editrice: Dark Abyss Edizioni 
Collana: Ursula Kemp
Pagine: 250
Prezzo: 13 euro
Data di uscita: 27 novembre 2021 

Trama: Becca sta per compiere diciannove anni, ha degli occhi eccezionalmente chiari e un carattere eccezionalmente forte. Alla vigilia della sua festa, le viene svelato un segreto che nemmeno lei sapeva di celare. Così inizia la sua nuova vita in un mondo che le è congeniale, perché la perfezione non è umana, ma divina. Oppure… “L’inferno è femmina” è un dark fantasy ironico, ambientato in un inferno colorato e barocco, estremo come la giovinezza. Tra demoni spietati e giocosi, angeli algidi e licantropi fedeli si dipana la vicenda di Becca, che di quel mondo è la quintessenza al femminile

L'inferno è femmina racconta la storia di Rebecca, una ragazza forte e che ama farsi desiderare, che il giorno del suo diciannovesimo compleanno riceve una notizia che le cambierà la vita: lei è la figlia di un demone superiore. Come se avesse sempre vissuto in una reggia, Becca diventa subito la principessa della corte, flirta con gli altri demoni e con lo stesso Lucifero, ma il suo cuore rimane incantato da quello del principe Aidan.
Intanto una guerra sta per arrivare: le streghe si sono unite con i licantropi del sud e con i demoni ribelli per detronizzare Lucifero...


Come vi dicevo sopra, avevo molta voglia di leggere un paranormal dark romance, una storia con demoni, angeli, licantropi e tanta tanta passione.
Ma L'inferno è femmina non ha soddisfatto completamente le mie aspettative, nonostante la trama e la storia fossero molto interessanti.

Prima di tutto quello che forse mi è piaciuto meno è lo stile. Avrei lavorato ancora di più sull'editing perchè era davvero molto scarno, troppo elementare. Se da una parte lo stile era semplice e quindi mi ha permesso di leggere il romanzo anche quando ero stanca o non avevo molta voglia, dall'altra mi ha lasciato un po' con l'amaro in bocca. Qualche descrizione, qualche pensiero, ecco qualcosa in più avrebbe reso più piacevole la lettura.

La trama è molto bella, molto originale: volevo continuamente sapere cosa sarebbe successo dopo. Certo, se volete leggerlo vi ricordo che si tratta di un dark romance e ha dei tropo molto specifici che potrebbero non piacervi: la protagonista, Rebecca, è possessiva, gelosa, adora essere amata e venerata, e tutti si innamorano perdutamente di lei e della sua bellezza, ma il suo cuore è di Aidan, il figlio di Lucifero, e anche se i due fingono di odiarsi, sanno nel profondo che vogliono solo il sangue dell'altro.
Quindi troviamo i diversi trope del romanzo: possessione, gelosia, tutti sono innamorati della stessa ragazza, incesto... che vi potrebbero piacere o meno.
Qui arriviamo alla mia seconda critica per questo romanzo: avrei voluto fosse più piccante, con scene più descrittive e più passionali: era come bramare un bicchier d'acqua e trovarsi con la bottiglia vuota.
Se leggo un dark romance mi aspetto che le scene di sesso siano ben descritte, invece che appena accennate.

L'inferno è femmina, infine, è un libro piacevole da leggere, su cui però avrei lavorato maggiormente nella forma e nei contenuti.
Un romanzo dark romance infatti non credo debba essere per forza "semplice" anche nello stile, come insegnano la Armentrout o la Maas, ma sono sicura che con il sequel, sia la casa editrice sia l'autrice sapranno migliorarsi.

Grazie di aver letto la mia recensione e buona lettura! ♡

Silvia



lunedì 22 novembre 2021

Recensione: "Darius, va tutto bene (forse)" di Adib Khorram


 Buongiorno lettori!
Come state? Io ormai sto entrando nella modalità natalizia e ho scaricato sul mio e-reader un sacco di commedie romantiche natalizie. 
Imbarazzante. 
Comunque oggi vi parlo di un libro che commedia romantica non è, ma un romanzo coming of age tra Iran e America, la storia di un ragazzo che cerca di capire in che luogo appartiene. 
Buona lettura!

[Ringrazio Franci di Coffee and Books per aver organizzato l'evento e la Rizzoli per la copia cartacea e digitale del romanzo]
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Titolo: Darius, va tutto bene (forse) 
Titolo originale: Darius the Great is not okay
Autore: Adib Khorram
Traduttore: Paolo Maria Bonora
Casa editrice: Rizzoli
Collana: Narrativa Ragazzi
Data di uscita: 16 novembre 2021
Pagine: 352
Prezzo: 17 euro

Trama: Darius Kellner ha sedici anni, vive a Portland ed è mezzo persiano da parte di madre, ma sa più il klingon di Star Trek che il farsi, e conosce meglio le usanze degli Hobbit che quelle persiane. Ora, il suo primo viaggio in Iran sta per rivoluzionargli la vita.

Darius non è esattamente quello che si dice un ragazzo popolare a scuola: farsi accettare per quello che è non è mai stato semplice ed è convinto che in Iran sarà lo stesso. Ma quando abbraccia per la prima volta la nonna e incontra Sohrab, il ragazzo della porta accanto, tutto cambia. I due cominciano a trascorrere insieme le giornate giocando a calcio, mangiando faludeh e parlando per ore su un tetto, il loro posto segreto con vista sulla città di Yazd. Sohrab e la sua famiglia persiana lo chiamano Dariush, e lui non si è mai sentito se stesso come in quel momento: per la prima volta nella vita sente che forse, forse, le cose dopotutto potrebbero davvero andare bene per lui...

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È difficile, per me, recensire questo libro. 
Darius, va tutto bene (forse) infatti non è, parlando oggettivamente, il libro perfetto, ma ha altre qualità, più profonde.
Mi sono riconosciuta così tanto in Darius e in molti dei suoi dilemmi morali, che per me questo libro era davvero perfetto: mi sono commossa, ho riso, ho pianto, mi sono arrabbiata... insomma sono entrata in modo profondo dentro questo libro e non ne sono più uscita, ho portato Darius con me nel cuore, e penso che questo libro sia uno di quelli che mi porterò nel cuore ancora per molto tempo. 

Darius è un ragazzo mezzo americano e mezzo persiano, ma sa pochissime parole in farsi e non è mai stato in Iran. Soffre di depressione, viene preso di mira dai bulli, ha un rapporto complicato con suo padre, che sembra essere deluso da ogni cosa che fa, adora il the ed è un nerd sfegatato: ama Star Trek e Il signore degli anelli. 
Un giorno i suoi genitori gli comunicano che andranno per la prima volta in Iran: infatti suo nonno materno ha un tumore al cervello. 
Questo viaggio per Darius sarà un momento di crescita, vedrà per la prima volta la sua famiglia e incontrerà Sorhab, il suo primo vero amico. 

Il libro, come dicevo, non può essere considerato perfetto, ma credo che le imperfezioni che lo contraddistinguono rendano però perfettamente il personaggio narrante, Darius. Darius soffre di depressione, e si sa, alla depressione seguono sempre ansia e tanti altri problemi, e ogni sua frase è ripetitiva, ossessiva. 
Ogni volta ripete le stesse cose: che ama il the, che non sapendo il farsi non si sente persiano, ecc... ma chi ha una malattia mentale o conosce qualcuno che ce l'ha, sa che i nostri pensieri possono diventare ripetitivi fino all'ossessione. Ci concentriamo su una cosa e ci riflettiamo ossessivamente, ogni cosa che le persone dicono la analizziamo e di solito anche se è una frase normalissima pensiamo che nasconda qualcosa contro di noi. 
Per questo ho detto che mi sono riconosciuta molto in Darius: riconoscevo la sua sofferenza, i suoi pensieri, e in ogni situazione soffrivo con lui e gioivo con lui. 

Un altro difetto è che ho trovato la sua amicizia con Sohrab realizzata abbastanza frettolosamente. Credo potesse essere descritta meglio, ma allo stesso modo è riuscita a farmi emozionare. 

Per questi motivi, non credo di essere la persona giusta per essere assolutamente obbiettiva su questo romanzo. Nonostante i difetti è riuscito a toccarmi il cuore, che nei libri è la cosa più importante, e non mi è importato molto del resto. 
Se non vi riconoscerete in Darius potreste trovare difficoltà a leggere questo libro e anzi potreste arrivare a trovarlo insopportabile, e vi comprendo perfettamente; se invece una volta nella vita siete stati bullizzati, se avete pensato di non essere abbastanza e di non appartenere in nessun posto: questo è il libro giusto per voi. 

Il libro, però, ha sicuramente un punto di forza: la cultura persiana.
Il viaggio in Iran infatti ci permette di scoprire questo mondo, le sue festività e il suo cibo. Un tripudio di odori e sapori e suoni.
Oltre alla descrizione perfetta della depressione di Darius, questa è stata sicuramente la mia parte preferita del libro.

Grazie di aver letto la mia recensione; 
Buona lettura!







sabato 6 novembre 2021

Recensione: "Drepanum. La falce insanguinata" di Alessia Piemonte

 


Buongiorno lettori! 
Come state? Io sono reduce da due ore di fila di tennis, sto morendo. Ma mi consolo che è sabato sera e probabilmente andrò al cinema a vedere Freaks Out.
Oggi, dopo il Blog Tour dedicato al romanzo Drepanum. La falce insanguinata di Alessia Piemonte, io vi avevo parlato dei personaggi, oggi tocca alla recensione. Finalmente saprete cosa penso di questo giallo ambientato a Trapani. 

Buona lettura!
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Titolo: Drepanum. La falce insanguinata
Autore: Alessia Piemonte
Casa editrice: Dark Abyss
Collana: Madre Shipton
Data di uscita: 31 ottobre 2021
Pagine: 378
Prezzo: 13,50 euro

Trama: Trapani, la città dei due mari, la città delle panelle, delle busiate al pesto… la città della Mano Nera.A Mano Niura, così il commissario Alberto Baldarotta ha chiamato lo spietato killer che da
anni imperversa in città, mietendo vittime. L’omicidio della giovane Letizia Gandolfo si intreccia con la scomparsa del cronista Cesare Bonanno, e le indagini portano dritto alla Mano Nera Sarà solo l’inizio di un incubo che stringerà gli investigatori nella spirale mortale del crudele assassino. Ogni tessera del puzzle chiede, però, un tributo di sangue; le prede cadono in trappola, una
dopo l’altra. Il Commissario e la sua squadra scaveranno nella malavita di Trapani, fra i dedali sordidi e nefandi di una città che respira il mare mentre è ferita senza tregua dalla bestiale malvagità dell’uomo. Baldarotta, investigatore tenace e testardo, padre affettuoso e amico sincero, non si arrenderà fino a quando non sarà certo che A Mano Niura non potrà più nuocere.
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Devo ammettere che, a parte qualche classico di Agatha Christie, non leggo moltissimi gialli, anche se è sicuramente un genere che voglio recuperare. Per questo ho chiesto di partecipare all'evento dedicato a questo libro, che si prospettava un giallo dalle tinte molto dark ambientato in una città siciliana dalle tinte gotiche. 
Le aspettative sul libro sono state ampiamente ben riposte: Alessia Piemonte con il suo stile molto particolare, poetico ma mai eccessivo, riesce a trasportarti a Trapani, in questa città che io non ho mai visto ma in cui mi è sembrato di essere sempre vissuta, o almeno di conoscerla bene. Sentivo il sapore del mare, del sale... e del sangue. 

In questo libro infatti si commettono atroci omicidi e non mancano descrizioni dettagliate dei particolari sanguinolenti, e l'ispettore Baldarotta, un uomo ormai di età avanzata ma coraggioso e pronto all'azione, si deve destreggiare nella mente di un criminale come non si sono mai visti nel paese siciliano. Quando poi anche i sospettati iniziano a morire, la confusione comincia a regnare sovrana: chi è A mano niura?

Ho adorato come il caso viene risolto, non voglio dirvi oltre perché ovviamente scoprire l'assassino è il clou del racconto, ma ho adorato come nella parte finale fino alla fine ci viene precluso il suo nome, e viviamo con l'ansia perché tutti l'hanno capito, tranne noi. 

Come dicevo: lo stile è barocco, come l'architettura della città siciliana, ma mai eccessivo. Alessia Piemonte ha davvero un dono e a parte qualche ingenuità in qualche passo, in cui ci sono dei passaggi un po' più deboli, ci sono anche descrizioni meravigliose. 
Il dialetto siciliano è molto spesso trascritto, e io avrei avuto bisogno di una traduzione in certi punti, ma mi è piaciuto da matti leggere questa lingua così melodica per le mie orecchie. 

L'unica cosa negativa è che nella mia copia (ma era un arc, quindi probabilmente questi errori sono stati risolti) c'erano degli errori nell'uso delle virgole in alcuni passi: tipo virgole interposte tra soggetto e verbo. Non so se fosse una scelta stilistica dell'autrice ma trovavo rovinassero un po' il filo del discorso. Come ho detto, però, potrebbero essere state tolte nell'ultimo editing. 

Per il resto sono davvero contenta di aver dato una chance a questa autrice e al suo libro. Si vede l'influsso di Montalbano, ma è un rimando piacevole: da degna allieva a maestro. 

Non vedo l'ora di vedere cosa questa autrice scriverà con altra pratica alle spalle.  

Voto: ☆☆☆☆/5

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Grazie di aver letto la mia recensione, grazie a Marika Vangone di Libri riflessi per aver organizzato l'evento e, mi raccomando, passate dalle mie colleghe!
Buona lettura!

Silvia


giovedì 4 novembre 2021

Blog Tour "Drepanum. La falce insanguinata": I personaggi

 


Buongiorno lettori!
Oggi finalmente parliamo di nuovo di Drepanum. La falce insanguinata il primissimo romanzo in uscita per la nuova casa editrice Dark Abyss! Nella presentazione del blog tour, che trovate qui, vi avevo anticipato che avrei parlato dei personaggi che vivono nelle pagine di questo romanzo, ambientato a Trapani. 

Il romanzo, un thriller dalle tinte fosche e oscure, è popolato da un numero incredibile di personaggi, a partire dai membri della polizia, che indagano sugli omicidi e la misteriosa figura di A mano niura. 
Il protagonista è Alberto Baldarotta, un cinquantaseienne originario di Trapani che viene descritto come un uomo di media altezza dal fisico tarchiato, con i capelli radi e una costante barbetta sale e pepe, un viso tondo e occhi verdi. 
Baldarotta è il commissario di polizia, e su di lui cade tutto il peso di acciuffare il criminale che sta compiendo a Trapani indicibili crimini. Nonostante sia il capo della polizia, Baldarotta tende ad avere spesso attacchi di rabbia e aggressività, causati dall'ansia dei crimini, ma si dimostra spesso anche molto generoso e comprensivo verso i sospettati. 
Ha perso sua moglie da molti anni, ma non si è mai risposato e non ha mai smesso di amarla e di pensare a lei, ai bei tempi quando suo figlio Alessio era piccolo e erano ancora una famiglia felice. 
Alessio è un giornalista di bell'aspetto, fidanzato con il medico forense Valeria Crespi, che viene più volte descritta non solo per la sua bellezza, ma anche per la sua bravura nel campo e intelligenza. 

Il migliore amico e collega da molti anni di Alberto è il pm Ettore Lo Cicero, un uomo sui cinquant'anni originario di Palermo, di media statura, con i capelli brizzolati, ricci e corti, "posti su una fronte sporgente e perennemente corrugata". Lo Cicero non ha un buon rapporto con suo figlio Marco, giornalista anch'egli e amico di Alessio, libertino e sconsiderato, che si ritrova invischiato nel caso per essere stato l'ultima persona ad aver visto viva Letizia Gandolfo, la vittima più recente, si pensa, di A mano niura, uno spietato assassino. 

Baldarotta, nelle indagini è affiancato da due fedeli poliziotti: il trapanese Cristiano Aleccia, un fascinoso uomo di quarantacinque anni, alto e dal fisico atletico, con i tratti tipici di un uomo del sud; ed Elia D'Arbenzio, originario di Eboli, un ragazzo di vent'otto anni con le fattezze da modello di Dolce & Gabbana ma timido e riservato.

Più si va avanti, più la vita di Letizia viene messa sul tavolo e si scoprono il marito, Diego Sanacore, con cui gestisce un jazz club, il padre di lui Maurizio Sanacore, che possiede una ditta di idrocarburi, il fratellastro di Marurizio, Jerry Moceri, un malavitoso, e infine l'amante di Letizia Angelo Cannizzaro: tutti sospettati della sua morte. 

Chi sarà però davvero A mano niura? Lo scoprirete solo leggendo il romanzo!
Buona lettura!





Recensione: " Mexican Gothic" di Silvia Moreno-Garcia

 

Buongiorno lettori!
Oggi a Milano finalmente è spuntato un bel sole, anche se il mio stato d'animo oggi continua a non essere dei migliori.
Oggi vi porto la recensione di un libro appena uscito per Oscar Vault, ringrazio la Mondadori per avermi fornito il file ParanormalBooksLover per aver organizzato l'evento e aver creato queste bellissime grafiche.

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Titolo: Mexican Gothic
Autrice: Silvia Moreno-Garcia
Casa editrice: Mondadori
Traduttrice: Giovanna Scocchera
Collana: Oscar fantastica
Data di uscita: 2 novembre 2021
Pagine: 348 
Prezzo: 18 euro 

Trama: Noemí Taboada riceve una lettera angosciata e delirante da sua cugina Catalina, che ha appena sposato un inglese altolocato e che implora il suo aiuto. E così si reca a High Place, una tetra dimora sperduta tra le montagne del Messico. Noemí è poco credibile nei panni della crocerossina: è una raffinata debuttante, più adatta ai cocktail party che alle indagini poliziesche, ma è anche caparbia, sveglia, e non si lascia intimorire facilmente: certo non dal marito di Catalina, uno sconosciuto dall'aria sinistra ma intrigante; né dal padre, l'anziano patriarca che sembra particolarmente attratto da lei; e neppure dalla casa, che inizia a invadere i suoi sogni con visioni di sangue e sventure. Il suo unico alleato in questo luogo inospitale è il più giovane membro della famiglia. Ma forse anche lui ha un oscuro segreto da nascondere. Mentre dal passato riemergono storie di violenza e follia, Noemí viene lentamente risucchiata in un mondo terrificante e seducente al tempo stesso. Un mondo dal quale potrebbe essere impossibile fuggire.
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Difficile. Questa è la parola che userei per descrivere come mi sento adesso. È molto difficile scrivere una recensione per questo romanzo.
Mexican Gothic è una storia dalle tinte fosche, ambientata in un palazzo all'inglese, High Place, dove la famiglia Doyle e i domestici vivono isolati e praticamente in simbiosi.
Siamo durante gli anni '50: Noemì Taboada, la protagonista della storia, è una ragazza chiassosa, divertente, che ama la vita e divertirsi, ma quando il padre le fa leggere una preoccupante lettera di Catalina, sua cugina, da poco sposatasi con Virgil Doyle, la preoccupazione familiare prende il sopravvento e Noemì parte per aiutare la cugina.

La ragazza si trova così rinchiusa in una casa ormai malridotta, costretta al silezione alle regole ferree imposte dal patriarca, Howard, un vecchio ormai in punto di morte, che obbliga il resto della famiglia a curarlo e a restare in quella casa. Virgil è un bugiardo e un calcolatore, Florence rigida e senz'anima, Catilina malata e ormai l'ombra di se stessa: parla di fantasmi e di voci che le parlano tra i muri.
Depressa, Noemì ha il solo supporto del giovane Francis, figlio di Florence, che si affeziona a lei e la implora di scappare da quella casa.

Per quanto volubile però Noemì ha anche una volontà ferrea: vuole scoprire cosa succede in quella casa, cosa significano gli incubi che fa ogni notte; e soprattutto non vuole lasciare Catalina in mano a quelle persone. 
 
Mexican Gothic è un libro ricco di mistero, che non si regge tanto sulla trama quanto sulle atmosfere che lo circondando. La dicitura "Mexican" del titolo è molto fuorviante, perchè sebbene ci si trovi in Messico, ben poco viene mostrato della cultura locale e gran parte della storia è ambientata a High Place, questa casa creata all'inglese creata dalla famiglia Doyle, che molti anni prima si era trasferita per arricchirsi con le miniere di argento. Adesso la casa è in rovina, ma ovunque Noemì è circondata dall'oroburu, il serpente che si morde la coda, simbolo di casa Doyle. 
Pian piano che si va avanti nella storia, Noemì si accorge che qualcosa non quadra in casa e che forse Catalina non è pazza: è casa Doyle che è maledetta.

Ho amato lo stile del racconto, narrato in prima persona da Noemì: questa narrazione è perfetta soprattutto quando si tratta di raccontae i sogni inquietanti di cui la protagonista soffre, fino ad arrivare ormai a un momento in cui non si riesce più a distinguere il sogno dalla realtà.

La trama non era quella che mi aspettavo, e devo dire che non è perfetta: ci sono cose che non ho capito e che potevano essere spiegate molto meglio, ma alla fine tutto ha un senso e il colpo di scena l'ho trovato davvero molto originale. 
Quello che per me è stata la parte più bella della storia sono stati i personaggi: Noemì potrebbe sembrare la solita ragazza viziata che pensa solo all'aspetto fisico e a divertirsi, ma invece è forte, attaccata alla famiglia e coraggiosa, un monito di non giudicare mai dalle apparenze, e gli altri personaggi della storia sono descritti perfettamente, tanto che danno l'inquetudine necessaria alla trama.

Il mio personaggio preferito è stato sicuramente Francis, un ragazzo dolce e timido, che viene oppresso dalla famiglia ma che ha la forza per affrontarla. Ho adorato il suo rapporto con Noemì e penso che entra subito di diritto nella lista dei miei bookish boyfriends preferiti!
 
Il libro, oltre ad essere un horror gotico, nasconde sotto di sè tante altre tematiche: il femminismo e il razzismo. I Doyle infatti sono una famiglia dalla struttura patriarcale dove il capofamiglia prende tutte le decisioni e dove le donne, considerate solo come mogli e madri, sono sottomesse ai mariti. Howard Doyle inoltre è molto esperto di genetica e considera la sua famiglia e ovviamente tutta la razza bianca "superiore" a quella degli abitanti "rozzi" del Messico. Noemì ovviamente rappresenta tutto il contrario e lotta contro questa famiglia per difendere se stessa e sua cugina.

Mexican Gothic è una storia affascinante, ricca di mistero, a cui mi sono appassionata moltissimo e che spero possa colpire anche voi come ha fatto breccia nel mio cuore.
Ringrazio chi ha letto la recensione e vi suggerisco di passare anche dalle altre ragazze del Review Party!
Buona lettura!
 






mercoledì 3 novembre 2021

Recensione: "Ponte di anime" di Victoria Schwab

 


Buongiorno lettori!
Come state?
Qui a Milano c'è una pioggia fortissima ed è una giornata proprio tetra.
Però è il mio onomastico!
Comunque, non è perfetto leggere una storia di fantasmi con questo buio? Magari con una tazza di té e una calda copertina...

Scopriamo il libro di oggi! Il terzo della trilogia di Cassidy Blake!
Attenzione, potrebbero esserci spoiler dei libri precedenti. 
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Titolo: Ponte di anime (Cassidy Blake #3)
Autrice: Victoria Schwab 
Traduttrice: Marina Calvaresi
Casa editrice: Mondadori
Collana: Oscar fantastica
Data di uscita: 26 ottobre 2021
Pagine: 352
Prezzo: 15 euro

Trama: Sia come sia, Cass potrebbe avere un talento per scovare gli spiriti inquieti. Insieme a Jacob, il suo migliore amico fantasma, è sopravvissuta a due città infestate mentre era in viaggio per il programma televisivo dei suoi genitori. Tuttavia nulla potrebbe prepararla a quel che la attende a New Orleans, un luogo che pullula di antiche magie, società segrete e terrificanti sedute spiritiche. Ma la sorpresa più terribile è un nemico che Cass non avrebbe mai sospettato di dover affrontare: un messaggero della Morte in persona. Sarà all'altezza della sfida? E a cosa dovrà rinunciare per vincerla?
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Sono molto triste che la mia avventura con la trilogia di Cassidy Blake si concluda con questo ultimo volume, Ponte di anime. 
Questi libri infatti, seppur middlegrade, sono stati una bellissima compagnia e ho adorato leggere le avventure di Cassidy, Jacob e Lara, contentissima soprattutto che quest'ultimo personaggio abbia continuato ad apparire dopo il primo volume. 

Alla fine di Tunnel di Ossa Cassidy ha avuto una lugubre visione: una figura vagamente umana con una maschera a forma di teschio, che come un Dissennatore di Harry Potter l'ha spaventata a morte, facendola svenire terrorizzata.
Il ricordo di quella visione la tormenta anche a New Orleans, la città successiva dei Fantadetective: i suoi genitori infatti stanno filmando una serie tv in cui parlano delle città più infestate del mondo, e l'ultima tappa è proprio la multietnica New Orleans, patria del voodoo e del jazz. 
In contatto con la sua amica Lara, Cassidy scopre che quella figura così terrificante non è altro che un emissario della Morte, che vuole riportare l'equilibrio. Cassidy infatti sopravvivendo alla Morte, l'ha truffata e ingannata, e la Morte vuole riprendersi quello che le spetta. 

Come gli altri volumi della trilogia, Ponte di anime si conferma un romanzo gradevole, ben scritto e dalla trama molto interessante, con ricchi colpi di scena.
Essendo ambientato a New Orleans, ed essendo super fan de La principessa e il ranocchio, classico d'animazione della Disney, avrei però preferito che la trama fosse maggiormente incentrata sul voodoo, un tipo di magia e conoscenza molto pericolosa e che mi affascina terribilmente. 
Perché scegliere proprio New Orleans se poi non sfrutti il voodoo? Onestamente a parte qualche riferimento culturale, questo volume poteva essere ambientato in qualsiasi altra città del mondo, ed in questo senso sono rimasta abbastanza delusa. 

Non era la trama che mi aspettavo, ma la scrittura così gradevole e i personaggi che adoro mi hanno comunque conquistata. 

Consiglio davvero a tutti di leggere la trilogia di Cassidy Blake durante Halloween. Si tratta infatti di romanzi molto brevi che si leggono velocemente, ma allo stesso tempo molto molto belli che vi accompagneranno in una "fantasmatica" avventura!
Non lasciatevi dissuadere dal fatto che sono per bambini, perché non hanno nulla da invidiare a molte altre storie che ci sono sul mercato.

Vi auguro una buona lettura!
Alla prossima recensione!


Silvia


domenica 31 ottobre 2021

Presentazione del romanzo: "Drepanum. La falce insanguinata" di Alessia Piemonte


Buongiorno lettori!
Oggi ho l'onore di presentarvi un romanzo in uscita oggi per una nuova casa editrice, la Dark Abyss Edizioni, che già dalla qualità del suo primo romanzo e per le scelte editoriali mi ha altamente sorpreso e mi aspetto un grande futuro!
Una cosa che adoro di questa casa editrice sono soprattutto i nomi dati per le collane editoriali, tratti da streghe realmente esistite! Dato che il libro che vi presento oggi: Drepanum - La falce insaguinata di Alessia Piemonte  è un giallo poliziesco fa parte della collana Madre Shipton, una strega uccisa nel 1561. Accusata di leggere il futuro con metodi demoniaci e capace di evocare demoni e spiriti infernali.

Se volete conoscere meglio questa nuova fantastica casa editrice, vi lascio qui il loro sito. 
Volete invece scoprire chi è Alessia Piemonte, la straordinaria giovane autrice? Troverete una sua "intervista particolare" sul blog Nerd's Bay il 3 novembre! Io non vi rivelo nulla (sshhh!). 

Grazie al supporto della casa editrice e di Emanuela A.Imineo, direttore editoriale, io e altr* blogger siamo riuscit* ad organizzare un bellissimo evento! 
Ecco qui le tappe: 

  • 31 ottobre: presentazione del libro su tutti i blog!
  • 1 novembre: leggenda della Falce su Libri riflessi
  • 2 novembre: focus su Trapani su In punta di carta
  • 3 novembre: Intervista particolare su Nerd's Bay
  • 4 novembre: focus sui personaggi sul mio blog!
  • 5 novembre: focus sullo stile di scrittura su The enchanted library
  • 6 novembre: recensione su tutti i blog!
Ringrazio ancora moltissimo la casa editrice e l'autrice che ci hanno permesso di leggere in anteprima il loro romanzo e vi presento, finalmente, il libro!

Titolo: Drepanum - La falce insanguinata
Autrice: Alessia Piemonte
Casa editrice: Dark Abyss
Collana: Madre Shipton
Data di uscita: 31 ottobre 2021
Pagine: 378 
Prezzo: 13,50 euro

Trama: 
Trapani, la città dei due mari, la città delle panelle, delle busiate al pesto… la città della Mano Nera.A Mano Niura, così il commissario Alberto Baldarotta ha chiamato lo spietato killer che da
anni imperversa in città, mietendo vittime. L’omicidio della giovane Letizia Gandolfo si intreccia con la scomparsa del cronista Cesare Bonanno, e le indagini portano dritto alla Mano Nera Sarà solo l’inizio di un incubo che stringerà gli investigatori nella spirale mortale del crudele assassino. Ogni tessera del puzzle chiede, però, un tributo di sangue; le prede cadono in trappola, una
dopo l’altra. Il Commissario e la sua squadra scaveranno nella malavita di Trapani, fra i dedali sordidi e nefandi di una città che respira il mare mentre è ferita senza tregua dalla bestiale malvagità dell’uomo. Baldarotta, investigatore tenace e testardo, padre affettuoso e amico sincero, non si arrenderà fino a quando non sarà certo che A Mano Niura non potrà più nuocere.




Spero proprio di avervi attirato e spinto a provare a prendere in mano questo nuovo romanzo, ma non preoccupatevi! Leggete le prossime tappe e le recensioni per sapere quanto vale la pena Drepanum. La falce insaguinata! Buona lettura ♡

venerdì 29 ottobre 2021

Recensione: "Cemetery boys" di Aiden Thomas

 


Buongiorno lettori e lettrici!
Come state? Io in questo periodo ho sempre sonno *sbadiglia*, non sono proprio fatta per svegliarmi presto la mattina. 
Sono così contenta che grazie all'evento organizzato da Paranormalbookslover, che ha realizzato anche queste fantastiche grafiche, ho potuto leggere un libro per me tanto atteso, Cemetery Boys di Aiden Thomas. 
Vi aspetto poco più giù con la mia recensione! 
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Titolo: Cemetery Boys
Autore: Aiden Thomas
Casa editrice: Mondadori
Traduttrice: Martina Del Romano
Collana: Oscar fantastica
Pagine: 408 pagine
Data di uscita: 26 ottobre 2021
Prezzo: 20 euro 

Trama: 
Yadriel è un ragazzo trans, ma i suoi – una famiglia latinx molto tradizionalista – faticano ad accettarlo. Lui, però, è determinato a dimostrare loro di essere un vero brujo e con l'aiuto di Maritza, sua cugina­ nonché migliore amica, decide di celebrare da solo il rituale dei quinces, ritrovare il fantasma di suo cugino Miguel, morto assassinato, e liberarlo nell'aldilà. Ma il fantasma che evoca è quello di Julian Diaz, il bello e dannato della scuola, il quale non ha alcuna intenzione di tornarsene buono buono tra i morti. Anzi è ben deciso a scoprire cosa gli è successo e a chiarire alcune questioni lasciate in sospeso. Yadriel, che d'altronde non ha molta scelta, accetta di aiutare Julian, in modo che entrambi possano ottenere ciò che desiderano. Solo che, più tempo passa con lui, meno ha voglia di lasciarlo andare…
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Poche volte ho letto un libro tutto d'un fiato, come ho fatto con Cemetery Boys. La storia infatti ha un bel ritmo, mai troppo lento e mai troppo veloce, interessante e che ti lascia l'ansia di proseguire. 

In poco tempo mi sono innamorata dei personaggi, che secondo me sono il punto di forza del romanzo, perché anche con pochi tratti sono tutti sempre chiari e ben descritti, si capisce subito la loro storia e il loro carattere, ed è davvero incredibile. Mi sono innamorata soprattutto dei tre protagonisti: Yadriel, un ragazzo trans timido e dolce, ma anche fiero e coraggioso, che cerca di dimostrare chi è in un mondo che non è ancora pronto ad accettarlo; Maritza, sua cugina, avventata e orgogliosa, pronta a fare di tutto per la sua famiglia; e infine Julian, lo spirito che Yadriel richiama, un ragazzo che sembra dall'aspetto un duro senza cuore, ma che invece poi si rivela la persona più protettiva e dal cuore d'oro di tutte. 
La cosa che mi ha sorpreso è che anche gli altri personaggi, anche se compaiono per poco tempo, sono descritti così bene da sembrare reali: non è una capacità che hanno tutti gli scrittori e Aiden Thomas ha davvero un talento nel creare i personaggi e soprattutto nel farti affezionare a loro e alla loro storia. 

La trama del libro è interessante, ma il suo svolgimento forse è la parte che lascia più a desiderare. Infatti, almeno personalmente, ho capito subito chi fosse il colpevole del mistero, quindi non è stata una grande sorpresa, e parlandone un po' in giro ho capito che era una cosa abbastanza comune. 
Come mi hanno detto, però, e io concordo, non penso proprio che il mistero sia la parte più importante di questo romanzo: la parte più importante è la crescita personale di Yadriel, il suo rapporto con la famiglia e con Julian, la sua trasformazione. 
Yadriel, come anche Aiden Thomas, l'autore, è un ragazzo trans, ed è stata una boccata d'aria fresca leggere finalmente una storia own voices, perché non c'erano stereotipi, non c'erano cose assurde scritte da persone cis che non conoscono e non possono capire cosa significa essere trans (e nemmeno io da ragazza cis lo posso capire), ma ogni esperienza di Yadriel era vera e onesta. 
Escludere l'identità di genere da questo romanzo sarebbe quindi assolutamente sbagliato. 

Non si tratta quindi del romanzo perfetto, ma è una storia che ti colpisce al cuore, il rapporto tra Yadriel e Julian si sviluppa in maniera naturale, senza affettazioni, ed è stata proprio la parte più bella del romanzo vedere questi due ragazzi conoscersi e scoprirsi, tra le cose belle e le cose brutte. 

Vi consiglio quindi di recuperare questo romanzo così dolce, ma anche così reale.

Grazie di aver letto la mia recensione e grazie a Mondadori per aver organizzato l'evento. 
Buona lettura!



martedì 26 ottobre 2021

Recensione: "La mano sinistra del buio" di Ursula K. Le Guin

 

Buongiorno lettori!
Come state? Io in questo periodo sono un malanno unico, ma ho scoperto che domenica sarò a Lucca e sono felicissima. Hanno rimesso infatti dei biglietti in vendita e ne ho approfittato subito.
Oggi vi parlo di un romanzo capolavoro e caposaldo della fantascienza mondiale La mano sinistra del buio di Ursula K. Le Guin, scrittrice americana considerata una delle più importanti autrici di fantascienza al mondo, avendo vinto cinque premi Hugo e sei premi Nebula, i più alti riconoscimenti della letteratura fantastica.
Mondadori ha portato (ed è in uscita in libreria proprio oggi!), con una nuova traduzione e un nuovo titolo, uno dei suoi romanzi più importanti.
Conosciuta in Italia soprattutto per la saga fantasy di Terramare, per me è stato il primo approccio con questa autrice, che non vedevo l'ora di scoprire.
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Titolo: La mano sinistra del buio (The Left Hand of Darkness)
Autrice: Ursula K. Le Guin
Traduttrice: Chiara Reali
Casa editrice: Mondadori
Collana: Oscar moderni cult 
Data di uscita: 26 ottobre 2021
Prezzo: 14,50 euro
Pagine: 300

Trama:

Opera rivoluzionaria per i suoi aspetti concettuali e stilistici, La mano sinistra del buio descrive – nota Nicoletta Vallorani – «la progressiva costruzione di un rapporto di amicizia tra diversi che oltrepassa con spontaneità struggente ogni genere di differenza, e ogni differenza di genere». La nuova traduzione di Chiara Reali riesce a restituire tutti i colori di un testo complesso e delicato, un romanzo dallo stile fluido e composito, che mostra come categorie da noi ritenute determinanti non lo siano affatto, e come sia possibile progettare una cultura che da esse prescinda. «È questo che insegna la creazione immaginaria,» conclude Vallorani «ipotizzare mondi che potrebbero insegnarci qualcosa sul nostro.»
Sul pianeta Inverno, coperto di ghiacci perenni e dominato da una struttura semi-feudale, l'Ecumene ha inviato un emissario, Genly Ai, incaricato di convincere gli indigeni a unirsi alla Lega. Non sarà facile per lui entrare in contatto con gli abitanti di quel mondo alieno, ancora ignoto, che trascorrono i cinque sesti della loro esistenza in uno stato ermafrodito neutro, per poi essere maschi o femmine solo nei giorni del kemmer. Per riuscire nel suo intento, l'Inviato dovrà superare differenze biologiche, culturali, psicologiche, sociali e comprendere articolate organizzazioni politiche, oltre che affrontare condizioni estreme in un attraversamento del grande Nord degno di Jack London. 
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Femminismo, utopia, pacifismo, sono alcuni dei temi trattati nei romanzi di Ursula K.Le Guin, che sfrutta i temi del fantasy e della fantascienza per esplorare i temi delle identità e delle strutture sociali.
Come è scritto nella prefazione al libro, la scrittrice afferma che "La fantascienza non inventa, descrive", tutto quello che c'è da descrivere è già in seno all'umanità.
In questo romanzo, la Le Guin attacca quello che è il fondamento dell'uomo da millenni: la dualità di genere, inventando un popolo che per tre quarti della sua vita è ermafrodita, nè uomo nè donna, e ottiene gli attributi sessuali solo durante un periodo di attività sessuale che dura pochi giorni chiamato kemmer. 
Il protagonista è un inviato dell'Ecumene, una sorta di Federazione dei pianeti uniti di Star Trek, disceso su Inverno, un pianeta fatto di ghiaccio in cui nevica e si gela per buona parte dell'anno.
Il popolo di Gethen (o Inverno) non conosce i viaggi spaziali, non sa che oltre a sè esistessero altri popoli, così diversi da come sono loro.
Mr. Genry Ai, il protagonista e Inviato su Inverno, infatti è un uomo, un maschio, più alto della media del pianeta e molto più scuro (un'immagine di come sarà l'umanità tra migliaia di anni) che si scontra con il preconcetto di virilità, di cosa significa essere nè uomo nè donna. All'inizio non c'è la fa a non classificare i comportamenti dei suoi interlocutori come femminili o maschili (e soprattutto nella lingua italiana, molto più incentrata sul genere rispetto all'inglese, è difficile non dare un sesso ai personaggi che ci troviamo di fronte).
 
La mano sinistra del buio non è il classico romanzo di fantascienza, ma più un romanzo di avventura e di sopravvivenza. Il protagonista infatti deve attraversare le sconfinate lande di ghiaccio del territorio per poter sopravvivere, aiutato da Estraven, primo ministro del re di Kharnide, il regno in cui approda.
La sua esistenza infatti è in pericolo a causa delle lotte politiche (non guerre, non esiste su Gethen un termine per guerra), tra le nazioni rivali, un concetto sempre estraneo a Genry, che vive ormai in un mondo utopico in cui potremmo dire che "tutto il mondo è paese", non sa cos'è il patriottismo o peggio, il nazionalismo.

Romanzo sociale, di analisi, di avventura, non è quello che ci si può aspettare da un romanzo di fantascienza, è la descrizione dell'incontro tra due popoli così diversi tra di loro e la caduta di ogni diffidenza.

Personalmente, l'inizio mi aveva colpito moltissimo, poi con la parte più di avventura che ricordava un romanzo di Jack London, ho perso un po' di interesse. In generale ho apprezzato moltissimo la costruzione di questo nuovo pianeta e la descrizione di un mondo senza genere, se consideriamo che il romanzo fu scritto nel 1969, mostra come la Le Guin fosse mentalmente avanti anni luce. Sarei curiosa di leggerlo in lingua, per vedere l'utilizzo della lingua inglese, molto più consona dell'italiano a rappresentare un genere neutro.

La parte che ho amato di più del romanzo sono stati gli intermezzi: fiabe, racconti, mitologie di quel mondo governato dal freddo, che mostrano la straordinaria capacità della scrittrice di riprendere i miti antichi non solo occidentali per ricreare un universo convincente e realistico.

Mi aspettavo di più? Onestamente sì, soprattutto visto che è un classico della fantascienza, ma sono comunque rimasta piacevolmente soddisfatta. Forse al giorno d'oggi non fa più scalpore come una volta? Anche la tecnolgia mostrata in questo futuro non è molto diversa da cose che ormai usiamo banalmente tutti i giorni, anzi forse anche ormai antiquate, e mi aspettavo qualcosa di più tecnologicamente avanzato, non lo so, so solo che forse letto ai suoi tempi doveva avere una scarica energetica che purtroppo adesso non ha conservato.

Voi lo avete letto o approfitterete di questa nuova traduzione per leggerlo?
Fatemi sapere in un commento! ♡