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mercoledì 30 settembre 2020

Review Party: Guida ai vizi e alle virtù per giovani gentiluomini di Mackenzi Lee

 


Buon pomeriggio, cari lettori!
Come state?
Come forse ben sapete, ieri sono usciti per la collana Oscar Fantastica Guida ai vizi e alle virtù per giovani gentiluomini e Guida ai pizzi e alla pirateria per giovani gentildonne di Mackenzi Lee, raccolti in un unico e bellissimo volume. 
Della stessa autrice quest'anno Mondadori ha pubblicato anche Loki. Il giovane dio dell'inganno (qui trovate la mia recensione). Dal momento che quel libro mi era parecchio piaciuto, non vedevo l'ora di poter leggere i suoi due libri più famosi, e devo dire che Guida ai vizi e alle virtù per giovani gentiluomini non mi ha deluso!
Ma bando alle ciance, dopo la scheda del libro e la trama scoprirete cosa penso davvero di questo primo volume!
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Titolo: Guida ai vizi e alle virtù per giovani gentiluomini - Guida ai pizzi e alla pirateria per giovani gentildonne
Autore: Mackenzi Lee
Casa editrice: Mondadori 
Collana: Oscar fantastica
Pagine: 864
Prezzo: 28 euro
Data di uscita: 29 settembre 2020

Voto: 4/5

Trama: Henry "Monty" Montague è nato per essere un gentiluomo, ma né i collegi più esclusivi d'Inghilterra né la disapprovazione del padre sono riusciti a imbrigliare le sue passioni: il gioco, il buon vino, e l'amore di una donna. O di un uomo. Monty si è infatti innamorato perdutamente del suo migliore amico, Percy, con il quale parte per il Grand Tour: un ultimo anno di fuga e di follie edonistiche prima di assumersi le sue responsabilità di lord. Ma un'incauta decisione trasformerà quel viaggio in una caccia all'uomo attraverso l'Europa, mettendo in discussione tutto il mondo di Monty.
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Inizio questa recensione dicendo subito che mi aspettavo qualcosa di diverso da questo libro. Non di migliore, solo di diverso. 
L'ambientazione settecentesca con il Grand Tour europeo mi aveva tratto in inganno, mi immaginavo un viaggio culturale in mezzo all'Europa con Monty, il protagonista, impegnato a cercare di non baciare il suo migliore amico, Percy, qualcosa di più romantico e meno avventuroso. 
Il viaggio infatti si trasforma in una rocambolesca fuga da un ministro francese, tra briganti e pirati.
Insomma, tutto il contrario di quanto mi aspettassi, ma colpa mia che non leggo mai bene la trama.
 
Il punto di forza di questo romanzo comunque penso proprio siano stati i personaggi: Henry, chiamato "Monty" Montague è la sorta di narratore inaffidabile che io amo. La storia è narrata dal suo punto di vista, in prima persona, ed è un personaggio così reale e così concreto che mi sono assolutamente innamorata. Monty infatti è un ragazzo di diciotto anni che ama il vizio e che è stato appena espulso da Eton: ama bere, fumare e andare sotto la gonna di donne e beh, uomini. Il Grand Tour è l'ultima occasione datagli dal padre prima che lo diseredi, ma Monty manda subito tutto in frantumi quando a Versailles entra con una seducente fanciulla nelle camere del primo Ministro, gli ruba un oggetto apparentemente innocuo e poi corre nudo per tutta Versailles. Un evento abbastanza indimenticabile. Monty è infatti molto immaturo, egoista, codardo, ma assolutamente divertente. Ho amato leggere dal suo punto di vista proprio perché non è il prototipo dei personaggi perfetti. 
Ovviamente la scatoletta che ha rubato non è assolutamente una cosa innocente, ma un oggetto importantissimo che contiene... beh, questo lo scoprirete voi; sappiate solo che il primo ministro fa di tutto per recuperarlo, per esempio far aggredire la carrozza su cui viaggia Monty dai banditi. 
Ritornando a parlare dei personaggi, sono ben costruiti e molto interessanti anche i personaggi secondari: Percy e Felicity, la sorella di Monty. 
Percy è un ragazzo di colore, vissuto con la famiglia inglese. Suo padre infatti dopo un viaggio esotico è tornato con questo bambino mixed raced che la famiglia ha deciso, sorprendentemente, di tenere anche dopo la morte del padre. Percy è un bellissimo personaggio ed è interessante proprio per osservare la condizione delle persone di colore durante il '700. Oltre alla "sfortuna" di essere nero durante un periodo di schiavismo, Percy è anche epilettico, oltre che omosessuale, olè!
In questo romanzo infatti non manca nulla: denuncia del razzismo, trattamento delle malattie (l'epilessia infatti è stata una malattia sempre guardata con sospetto, nel '700 le persone che ne soffrivano venivano considerate malati mentali e rinchiuse in case di cura, dal momento che si riteneva che fosse il Diavolo ad affliggerli), ma anche denuncia della condizione della donna. 
Felicity, la sorella di Monty, è infatti anticonformistica quasi quanto il fratello: ragazza molto tenace e in gamba, è l'unico motivo per cui il gruppo non è morto dopo cinque secondi da solo. Felicity vuole diventare medico e ha anche studiato molto da autodidatta, ma purtroppo non può frequentare una vera scuola di medicina a causa del suo sesso, nonostante nel corso del romanzo si dimostri molte volte di avere più sangue freddo di tutti i suoi compagni. 

Per quanto riguarda invece la trama, onestamente sono rimasta un tantino delusa, perché da un certo momento in poi tutto diventa eccessivamente improbabile, soprattutto nel momento in cui viene inserita nel quadro anche l'alchimia. Secondo me Mackenzi Lee avrebbe potuto gestire il materiale che aveva sottomano molto meglio, ma nonostante tutto il romanzo è stato gradevole e mi sono innamorata dei personaggi. 
Ho apprezzato molto invece il finale: Monty cresce molto come persona e secondo me la sua conclusione ha molto senso. È proprio il lieto fine che mi aspettavo e volevo. 
Mi dispiace molto non leggere più di Monty e Percy, soprattutto perché la loro storia d'amore in questo romanzo è più accennata, sopraffatta dagli altri eventi, avrei voluto un romanzo con solo loro protagonisti che si amano e fanno l'amore e stanno abbracciati tutto il giorno, forse sarebbe stato noioso ma sarei stata incredibilmente felice. 

Detto questo vi saluto e vi raccomando di leggere le altre recensioni! ♡
Ringrazio moltissimo la Mondadori per averci fornito la copia del romanzo e vi ricordo, come sempre, che la mia recensione è onesta e sincera. 
Buona lettura!




lunedì 28 settembre 2020

Blog Tour: Alla ricerca del Principe Dracula - I personaggi secondari

 


Buongiorno lettori!
Oggi è con mio immenso piacere che inauguro il Blog Tour dedicato al secondo libro della serie di Kerri Maniscalco con protagonisti la dolce Audrey Rose Wadsworth e il misterioso Thomas Cresswell. 
Nel primo volume eravamo andati alla ricerca di Jack lo Squartatore, mentre in questo libro, ambientato in Romania, dobbiamo vedercela addirittura con il principe vampiro in persona, Vlad III. 
In questo volume, oltre ai nostri coraggiosissimi protagonisti, abbiamo incontrato nuovi e interessanti personaggi, andiamoli a scoprire, ma, prima di tutto, scheda del libro e trama, per chi non li conoscesse!
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Titolo: Alla ricerca del Principe Dracula
Autore: Kerri Maniscalco
Editore: Mondadori 
Collana: Oscar Fantastica
Data di uscita: 15 settembre 2020
Pagine: 468
Prezzo: 20 euro

Trama
Dopo aver scoperto con orrore la vera identità di Jack lo Squartatore, Audrey Rose Wadsworth lascia la sua casa nella Londra vittoriana per iscriversi – unica donna – alla più prestigiosa accademia di Medicina legale d'Europa. Ma è davvero impossibile trovare pace nell'oscuro, inquietante castello rumeno che ospita la scuola, un tempo dimora del malvagio Vlad l'Impalatore, altrimenti noto come Principe Dracula. Strane morti si susseguono, tanto da far mormorare che il nobile assetato di sangue sia tornato dalla tomba. Così Audrey Rose e il suo arguto compagno, Thomas Cresswell, si trovano a dover decifrare gli enigmatici indizi che li porteranno all'oscuro assassino. Vivo o morto che sia.
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In questo romanzo incontriamo molti nuovi personaggi. Audrey Rose e Thomas infatti si stanno dirigendo in Romania per frequentare la più prestigiosa accademia di Medicina legale d'Europa, che, per pura fortuna, si trova proprio nel Castello di Bran, dimora un tempo dell'imperatore più sanguinario della Romania: Vlad III, conosciuto anche come l'Impalatore.
Il direttore dell'accademia è Moldoveanu, un uomo inquietante con i capelli grigi che gli cadono sulle spalle e i canini sporgenti, scorbutico, che tratta con aria di sufficienza e malcelata antipatia tutti gli studenti, ma soprattutto Audrey Rose.
Moldoveanu insegna Anatomia, mentre gli altri insegnanti sono Percy e Radu. Radu in particolar modo è un uomo molto goffo e con la testa tra le nuvole, che fa cadere sempre qualcosa o va a sbattere contro qualcuno, ma che attrae l'attenzione degli studenti dal momento che insegna il folklore rumeno, e racconta loro le leggende sui mostri che circondano le foreste intorno al castello e sulla famiglia reale, discendente da Vlad l'Imperatore.  

Al castello ci sono numerosi studenti provenienti da tutta l'Europa, ma il personaggio più interessante è sicuramente il principe di Romania Nicolae Alexandru Vladimir Aldea, che entra subito in competizione con Audrey Rose, anche se dall'altra parte ne sembra straordinariamente affascinato. 
Al castello poi Audrey Rose incontra Anastasia, nipote del direttore Moldoveanu, uno spirito libero ed estroverso, e la timida cameriera Ileana, che diventa subito amica della protagonista. 

Al castello poi Audrey Rose incontra Daciana, la bellissima ed intelligente sorella di Thomas, che viene a trovarli e li invita a Natale nella casa di famiglia a Bucarest. In questo romanzo infatti si scopre che la madre di Thomas e Daciana era di una nobile famiglia rumena. 

Sia nel paese vicino che nel castello iniziano ad essere commessi degli efferati omicidi, le vittime vengono lasciate o impalate, come se fossero vampiri, o con due buchini sul collo come se fossero vittime di vampiri, ma in entrambi i casi completamente prosciugate. Ad indagare sul caso viene mandato l'ispettore Dǎneşti, un uomo ligio al dovere, che ama impartire gli ordini e comandare, anche lui imparentato alla famiglia reale. 

Tra questi personaggi si cela l'efferato assassino che si nasconde dietro alla maschera del Principe Dracula? Lo scoprirete solo leggendo il libro!
Buona lettura! ♡






martedì 22 settembre 2020

Blog Tour: Tilly e i segreti dei libri di Anna James

Buongiorno lettori!
Come state? Qui oggi è un sacco nuvoloso e triste, ma ho tirato fuori dall'armadio la copertina per leggere e sono molto felice. 
Per farvi compagnia, oggi sul blog vi lascio un blog tour molto interessante in cui vi parlo del mondo in cui è ambientato questo nuovo romanzo per bambini, Tilly e i segreti dei libriò. Un racconto meraviglioso, soprattutto per chi, come noi, non ha mai abbandonato la lettura e la sua magia. 
Prima di tutto, però, la scheda del libro!

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Titolo: Tilly e i segreti dei libri
Autore: Anna James
Casa editrice: Garzanti
Collana: Libri ribelli
Data di uscita: 17 settembre 2020
Pagine: 400 
Prezzo: 15 euro 

Voto: 4/5








Pochi al mondo amano i libri più dell'undicenne Tilly Pages. Per lei non esistono amici migliori dei volumi polverosi che ingombrano gli scaffali della libreria di famiglia. È in quelle pagine che ha trovato conforto dopo che la mamma se n'è andata. Non passa minuto senza che stia con il naso infilato nella carta. Quando un giorno, all'improvviso, in libreria entrano Alice nel Paese delle Meraviglie e Anna dai capelli rossi, Tilly non può credere ai propri occhi: non c'è dubbio, sono loro! E la stanno invitando a bere il tè dal Cappellaio Matto e a visitare la scuola di Green Gables. Tilly è sicura si tratti di un sogno. Ma non è così. E nessuno meglio dei nonni che l'hanno cresciuta può confermarle che è tutto vero. Perché Tilly ha un dono eccezionale: è una librovaga e può entrare e uscire dalle storie per vivere straordinarie avventure. Un dono che ha ereditato dalla madre e che le dà il diritto di accedere a una biblioteca molto speciale, riservata ai librovaghi come lei, che lì vengono istruiti e protetti. "Librovagare", infatti, può anche rivelarsi molto pericoloso e servono i giusti trucchi per affrontare insidie e ostacoli che si nascondono dietro ogni pagina. Ma Tilly non ha paura. Conosce troppo bene le storie per non fidarsi dei personaggi che le animano e ha bisogno del loro insostituibile aiuto per scoprire la verità su ciò che è accaduto alla mamma. Fare luce su un segreto che potrebbe cambiare ogni cosa. Tilly e i segreti dei libri è un meraviglioso esordio che ha conquistato tutti gli editori internazionali alla Fiera di Bologna. Un romanzo senza tempo capace di toccare il cuore dei grandi, che con le storie ci sono cresciuti, e dei bambini, che aspettano solo di volare con l'immaginazione. Un inno al potere della fantasia, ai libri e a tutti i bibliofili che, come Tilly, sognano di stringere la mano ai loro eroi di carta.

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Tilly e il segreto dei libri è un low fantasy. Il low fantasy, citando Wikipedia, è un genere della narrativa fantastica in cui gli eventi magici si verificano in un mondo altrimenti normale. La storia infatti, all'inizio, sembrerebbe essere ambientata in una normale libreria, in una normale Londra, la Londra che tutti conosciamo. 
E la stessa cosa pensa la protagonista, Tilly, una bambina di undici anni che ama i libri. Tutto sembra cambiare però quando, per puro caso, nella libreria gestita dai suoi nonni, Tilly incontra in carne e ossa due dei suoi personaggi letterari preferiti: Anna da Anna dai capelli rossi e Alice da Alice nel Paese delle Meraviglie
Non solo le incontra nella libreria, che parlano ed interagiscono con lei, ma viene anche trascinata all'interno delle loro storie, prende il the con il Cappellaio matto e il leprotto marzolino e va a scuola ad Avonlea con Anna e Gilbert. 
Quando poi vede anche i suoi nonni parlare con strani personaggi, Tilly non può più rimanere zitta, e i suoi nonni le rivelano una cosa straordinaria: i libri hanno un potere magico che solo poche persone al mondo riescono a scoprire, nei libri persone come Tilly possono viaggiare!
Il nonno porta così Tilly e il suo amico Oskar alla British Library, perché al di sotto dell'edificio esiste una Sottolibreria dove i librovaghi vengono catalogati e dove vengono spiegate loro le regole per librovagare in modo sicuro: bisogna sempre portare con sè la copia del libro, perché solamente leggendo l'ultima frase del libro si può tornare nel mondo reale, e soprattutto bisogna evitare di entrare alla fine del libro, perché se non si esce in tempo si rischia di rimanere bloccati nei risguardi.

All'inizio, i librovaghi poco esperti si esercitano con i libri per bambini, ma Tilly e Oscar si stufano subito di quei libri noiosi e poco avventurosi. 
La Sottolibreria è un luogo magico straordinario ed è diretto da Amelia Murmoor. In questo luogo ci sono tantissime stanze, ma quella più affascinante è sicuramente è la Sala delle Mappe, una sala di forma esagonale le cui pareti e il soffitto sono piene di mappe intricate e magnifiche, punteggiate di costellazioni e luci di vari colori. Le luci corrispondono ad ogni libreria del mondo: le luci bianche sono le librerie in cui ci sono dei librovaghi, le luci blu sono le Sottobiblioteche nazionali, le luci gialle le librerie di cui non si è a conoscenza della presenza di librovaghi, le luci scarlatte i posti invece dove prima esistevano dei librovaghi, ma adesso non ci sono più, mentre le luci verdi sono le biblioteche. 
Infatti, non è possibile che un librovago possa viaggiare a casa propria: per viaggiare serve un'atmosfera particolare, un'atmosfera che si respira solamente dove ci sono tanti libri e appassionati lettori. 
Nel corso del romanzo, però, si mostra spesso come librovagare possa essere pericoloso: bisogna scegliere il libro giusto, dove non ci sono pericoli, infatti quando si viene trascinati all'interno del libro gli altri personaggi della storia possono vederci, e potremmo in questo modo influenzare la storia, e se si viene feriti o si muore all'interno del libro, succede anche nella vita vera. 
Quando ci sono molte copie di un libro, non è un problema entrarci e interagire con i personaggi, perché verrà a modificarsi temporaneamente solo quella storia, mentre se si prende un libro in copia unica, o peggio, la prima copia, la copia manoscritta dell'autore, la storia può cambiare per sempre. E questo è un problema, perché i libri sono mezzi potenti, e questo potere non deve entrare in mano a persone che, invece di amare i libri, vogliono distruggerli. 

Questo è il magico mondo di Librovagare! Spero che la mia tappa vi sia piaciuta. Vi consiglio tantissimo di recuperare questo libro, ma anche di leggere gli altri articoli del Blog Tour!
Buona serata ♡



giovedì 17 settembre 2020

Review Party: Murderbot di Martha Wells

 


Buongiorno lettori!
Come state? Avete ripreso la scuola o l'università? 
Per distrarvi un po', oggi vi lascio la recensione di un romanzo di fantascienza pubblicato dalla nostra amata Oscar Vault, un racconto ironico e avventuroso che sono sicura vi farà appassionare, immedesimandovi nella mente di una macchina assassina. Ma sarà davvero così spaventosa? Scopriamolo insieme!

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Titolo: Murderbot. I diari della macchina assassina
Autore: Martha Wells 
Casa editrice: Mondadori
Collana: Oscar fantastica
Data di uscita: 1 settembre 2020
Pagine: 480
Prezzo: 20 euro 




Voto: 4/5





Ogni aspetto dalla vita è dominato dalle grandi corporazioni, missioni interplanetarie comprese: è la compagnia, infatti, che le gestisce, rifornendole di tutto il necessario. "Tutto il necessario" comprende anche gli androidi di sorveglianza, che tutelano l'incolumità delle squadre d'esplorazione. Ma in una società in cui i contratti vengono aggiudicati al miglior offerente, la sicurezza non è esattamente in cima alla lista delle priorità. E così può capitare qualche imprevisto. Per esempio qualcosa di strano succede su un lontano pianeta, dove alcuni scienziati stanno conducendo rilievi sulla superficie, convinti che l'Unità di Sicurezza con componenti organiche fornita dalla compagnia vegli su di loro. Murderbot, però, è riuscita a hackerare il proprio modulo di controllo, e si è accorta di avere accesso ai file multimediali di tutti i canali di intrattenimento. E così preferisce di gran lunga passare il suo tempo tra film, musica, serie tv, libri, giochi, piuttosto che dedicarsi a quegli incarichi noiosi e ripetitivi che non lasciano spazio al suo libero arbitrio. Dotata di una sensibilità tutt'altro che meccanica, Murderbot inizia un avventuroso viaggio alla ricerca di sé che la porterà a scoprirsi assai diversa da quello che i suoi protocolli avrebbero previsto.

Murderbot. I diari della macchina assassina contiene i primi quattro romanzi della serie fantascientifica di Martha Wells The Murderbot Diaries: Allarme rosso, Condizione artificiale, Protocollo ribelle e Strategia di uscita.
Il primo, Allarme rosso, ha vinto il premio Hugo, Nebula e Locus come migliore romanzo di fantascienza (se siete esperti di questo genere, sapete l'importanza che hanno questi premi per gli appassionati) ed è stato pubblicato per la prima volta nel 2017. 

La protagonista di questi racconti, che racconta la sua storia in prima persona, è un'ironica "macchina assassina", precisamente chiamata SecUnit, un robot molto complesso che comprende anche parti organiche di umani clonati e che, a parte le parti robotiche, alla vista appare uguale ad un umano e il cui compito è appunto proteggere gli umani a cui viene concessa.
Affidata dalla sua compagnia ad un gruppo di ricerca, la SecUnit, che dentro di sè preferisce chiamarsi Murderbot (Macchina assassina, per l'appunto), svolge annoiata il suo compito e quando ha del tempo libero preferisce molto di più guardarsi delle serie televisive di intrattenimento sul suo feed, che è riuscita ad hackerare. Murderbot quindi potrebbe essere libera, uccidere tutti gli umani e scappare, visto che la compagnia non ha più controllo su di lei, ma in verità, anche se non lo vuole ammettere, la SecUnit si è affezionata agli umani con cui lavora e soprattutto alla dottoressa Mensah, e ha dentro di sé l'istinto di aiutare le persone in difficoltà. 

Dopo aver hackerato il mio modulo di controllo sarei potuta diventare un'efferata macchina assassina, poi però mi sono accorta che avevo accesso ai segnali combinati di tutti i canali di intrattenimento caricati sui satelliti aziendali. Da allora sono passate ben più di 35.000 ore o giù di lì, senza grandi efferatezze ma con tipo... Non saprei... Probabilmente poco meno di 35.000 ore tra film, serie tv, libri, giochi e musica. Come efferata macchina assassina ero un totale fallimento. 


La trama dei quattro romanzi è collegata, quindi non posso dirvi troppo per non rovinarvi la lettura, ma il fulcro del racconto saranno principalmente due trame: la vita di Murderbot come SecUnit ribelle e la ricerca di prove per incastrare GrayCris, una corporazione che ha attaccato il gruppo di ricerca durante la loro perlustrazione del pianeta per la terraformazione, e ha cercato di ucciderli.  

Mi è piaciuto molto leggere questo romanzo di fantascienza, dal momento che è un genere che apprezzo molto, e che in Italia purtroppo non viene molto considerato, attualmente. Sono felice infatti che la Mondadori stia cercando di riportare in auge non soltanto i classici come Asimov o Clarke, ma stia cercando anche di portare i nuovi romanzi di fantascienza, vincitori di numerosi premi stranieri, che però non sono stati ancora portati, ingiustamente, in Italia. 

Murderbot mi ha colpito profondamente per la sua storia e soprattutto per la sua protagonista, questa macchina assassina dalla struttura mentale così complessa che nulla la fa distinguere in quel senso da un umano. Murderbot infatti prova ansia, depressione, preoccupazione, è altamente ironica, ma anche stranamente a disagio con gli esseri umani, nonostante passi il tempo a vedere serie tv con protagonisti umani. Un personaggio davvero interessante da leggere e con cui immedesimarsi. 
L'autrice infatti sembra volerci mostrare un classico topos della fantascienza: dei robot così complessi, così simili agli umani e che provano anche emozioni, quanto possono essere considerati distanti da un essere umano? É giusto che siano considerati alla stregua di robot? 
La protagonista infatti all'inizio del romanzo si considera un robot (e per la società e la legge lo è) e vuole tenersi il più lontano possibile dai membri del suo gruppo: indossa sempre il casco, parla solo se interpellata, vuole mostrarsi a loro più simile a una macchina che a una persona, ma i membri comunque si rivolgono a lei con gentilezza, come con una persona, e questo provoca alla SecUnit molto fastidio e imbarazzo. 
Nel corso del romanzo invece incontriamo diverse altri robot, da bot di navi a robot da compagnia, che ci mostrano invece quanto intelligenti possano essere e soprattutto, quanto possano essere affezionati ai propri umani, ma anche il contrario. Ho sempre amato i robot e vederli protagonisti della storia mi ha davvero emozionato, perché più se ne incontrano più si vede quanto possano essere diversi gli uni dagli altri e quanto possano essere coraggiosi e simili a un essere umano. Anzi, degli esseri umani in tutto e per tutto. 

Il mondo non viene spiegato molto bene, e tutta la parte della tecnologia mi ha confuso parecchio, onestamente, ma la parte che mi è piaciuta di più è stato leggere della società umana, in cui si parla normalmente di matrimoni o relazioni poligame e tra persone anche dello stesso sesso, e anche di persone di generi binari. Nel corso del romanzo viene utilizzato (anche se spesso un po' ingenuamente dal traduttore) lo schwa per indicare il genere binario, e non ho parole per dirvi quanto abbia apprezzato questa cosa. 
Amo i romanzi di fantascienza attuali proprio perché immaginano una società in cui il percorso che attualmente noi stiamo affrontando di apertura sessuale e dei generi sia conclusa e quindi è davvero magnifico leggere di questo futuro dove l'amore non ha limiti, un futuro che spero arrivi presto anche nel nostro presente. 

Non posso non consigliarvi questa raccolta e spero tanto che Mondadori porti in Italia anche i prossimi racconti della serie, che spero verranno pubblicati presto. 
Grazie di aver letto la recensione, alla prossima!





lunedì 7 settembre 2020

Review Party: Poirot. Tutti i racconti di Agatha Christie





Buongiorno lettori!
Come state? Avete ripreso la vostra routine quotidiana? 
Oggi sul blog vi lascio la recensione di Poirot. Tutti i racconti della meravigliosa e straordinaria autrice del giallo Agatha Christie.
Io ammetto che della Christie ho letto poco, solamente Dieci piccoli indiani, che mi è piaciuto davvero molto, quindi questa nuova uscita Oscar Mondadori mi ha incuriosito parecchio. 

Io oggi in particolare vi parlerò di cinque racconti contenuti in questa raccolta: L'espresso per Plymouth, La scatola di cioccolatini, La dama velata, A mezzanotte in punto e Il mistero di Market Basing.

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Titolo: Poirot. Tutti i racconti
Autrice: Agatha Christie 
Casa editrice: Mondadori
Collana: Oscar draghi
Data di uscita: 1 settembre 2020
Pagine: 972
Prezzo: 25 euro



Tutte le avvincenti indagini di Hercule Poirot, il piccolo detective belga dalle infallibili "celluline grigie", nato dalla fantasia di Agatha Christie sono qui raccolte in un unico volume nel quale la vocazione narrativa della Regina del Giallo si esprime al suo meglio: storie che coinvolgono il pubblico in un raffinatissimo gioco di intelligenza accompagnate da raffinate illustrazioni d'epoca in bianco e nero.


Direi che è inutile iniziare questa recensione chiedendosi "Chi è Hercule Poirot?", chi non conosce uno dei più grandi detective della storia, comparso in libri, racconti, drammi radiofonici, cinema e televisione, forse secondo per fama solo a Sherlock Holmes, che è indubbiamente una figura a cui Agatha Christie si è ispirata?

Hercule Poirot è un detective belga, vestito sempre elegante, maniaco dell'ordine, dalla testa a uovo e beh, direi, ormai riconoscibilissimo in qualsiasi media compaia. 
Questo personaggio nacque nel 1916 nel romanzo Poirot a Styles Court, che venne pubblicato solamente nel 1920. Il romanzo, e soprattutto il protagonista, ebbero talmente tanto successo che Bruce Ingram, direttore del giornale The Sketch, chiese alla Christie di scrivere dei racconti da pubblicare sul giornale con protagonista Hercule Poirot, racconti che avrebbero poi formato la raccolta I primi casi di Poirot (Poirot's First Cases) nel 1974.

I racconti di cui vi parlo oggi sono appunto tratti da questa raccolta e vedono il famigerato detective accompagnato dal suo fido compare, il capitano Arthur Hastings, che racconta in prima persona gli avvenimenti. 
Poirot e Hastings sono dei novelli Holmes e Watson, ed è stato davvero molto interessante leggere per la prima volta dei racconti con Poirot come protagonista, perché per ora avevo visto solamente film e adattamenti televisivi con protagonista questa figura. 
Poirot nei libri è proprio come sembra nei film, ma meno avventuroso e meno "appagante" per un pubblico televisivo: è riflessivo, ama l'agio e la tranquillità, si prende il suo tempo per risolvere un mistero e analizza sempre attentamente la situazione, ma, soprattutto, è davvero molto sicuro di sé, sicurezza che talvolta cade nel narcisismo. 

Nel primo racconto, L'espresso per Plymouth, Poirot deve risolvere l'omicidio di una giovane ragazza e la sparizione dei suoi gioielli.
Ne La scatola di cioccolatini il capitano Hastings chiede al famoso detective se il suo intuito si sia mai sbagliato e Poirot gli racconta di un caso in cui ha commesso un errore. Proprio per questo motivo questo racconto è stato il più interessante fra i cinque che ho letto, perché vediamo Poirot commettere un errore, di cui lui stesso si rammarica fortemente. 
Nel racconto La dama velata Poirot riesce a scoprire il nascondiglio di una lettera compromettente, mentre in A mezzanotte in punto a scoprire dove sia stato nascosto il figlio di una ricca famiglia, rapito per un ricatto.
Nell'ultimo racconto, Il mistero di Market Basing, riveste un ruolo importante anche il capo della polizia londinese, il capitano Japp, che nei racconti precedenti compariva di scorcio. Questa volta Poirot deve risolvere il mistero di un uomo morto in una stanza chiusa, all'apparenza suicida. 

Questi racconti sono stati tutti molto interessante e molto belli da leggere, oltre a essere molto brevi, fatto che appaga molto durante la lettura. L'unico difetto che posso constatare che, essendo così corti, non c'è davvero un'indagine dietro, non c'è la suspense e il brivido che un romanzo fornisce, quindi, nonostante siano molto interessanti, questi racconti non sono l'ideale se si cerca qualcosa di più avvincente, dato che Poirot in questi racconti risolve il caso in pochissimo tempo. 

venerdì 4 settembre 2020

Review Party: Sulle tracce di Jack lo Squartatore di Kerri Maniscalco

 


Buongiorno lettori!
Sono finalmente rientrata a casa dopo un mese e, lo ammetto, è stato super emozionante rivedere finalmente la mia libreria. 
Potrei essermi leggermente commossa. Leggermente. 

Comunque, come vi avevo anticipato, oggi vi parlo di un romanzo di prossima uscita in casa Mondadori: Sulle tracce di Jack lo Squartatore di Kerri Maniscalco, che verrà pubblicato insieme ai suoi seguiti (Alla ricerca del Principe Dracula In fuga da Houdini) il 15 settembre. 
Qui sotto vi lascio le mie impressioni, ma, come sempre, prima di tutto la scheda del libro e la trama!
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Titolo: Sulle tracce di Jack lo Squartatore
Autore: Kerri Maniscalco
Casa editrice: Mondadori 
Collana: Oscar fantastica 
Data di uscita: 15 settembre 2020
Pagine: 372 
Prezzo: 20 euro

Voto: 3/5






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È stata cresciuta per essere la perfetta dama dell’alta società vittoriana, ma Audrey Rose Wadsworth vede il proprio futuro in modo molto diverso. Dopo aver perso l’amatissima madre, è decisa a comprendere la natura della morte e i suoi meccanismi. Così abbandona l’ago da ricamo per impugnare un bisturi da autopsia, e in segreto inizia a studiare Medicina legale. Presto viene coinvolta nelle indagini sull’assassino seriale noto come Jack lo Squartatore e, con orrore, si rende conto che la ricerca di indizi la porta molto più vicina al suo mondo ovattato di quanto avrebbe mai creduto possibile.

Ispirato agli efferati crimini irrisolti che hanno insanguinato la Londra di fine Ottocento, lo strabiliante romanzo d’esordio di Kerri Maniscalco tesse un racconto ricco di atmosfera che intreccia bellezza e oscurità, in cui una ragazza vittoriana molto moderna scopre che non sempre i segreti che vengono sepolti lo rimangono per sempre.

L'idea di questo libro mi ispirava moltissimo. Amo l'era vittoriana, un periodo cupo (a partire dal cielo sempre scuro per i fumi delle fabbriche) dall'atmosfera opprimente, ligio al dovere e puritano al limite del possibile, ma anche affascinante e ricco di misteri. In quel periodo storico infatti ci si interessa ai racconti dell'orrore, ai fantasmi, ai mostri e, anche, alla morte. 

La morte non bada alle distinzioni di noi mortali, come il genere o la posizione sociale. Coglie allo stesso modo re, regine e prostitute, spesso colmando di rimpianti chi rimane in vita.

La protagonista del libro, Audrey Rose Wadsworth, è apprendista presso lo zio Jonathan, un medico legale, ed è quindi una protagonista insolita per un romanzo ambientato durante l'Ottocento perché davvero molto moderna, forse anche troppo moderna, ad essere onesti. 
Audrey Rose ama scoprire i segreti dei cadaveri che esamina e rifiuta categoricamente che qualsiasi uomo, che sia suo padre o suo fratello, le impedisca di fare quello che ama. 
Per questo ritengo che la modernità della protagonista non sia ben riuscita in un romanzo ambientato in un periodo storico in cui le donne non avevano nessuna possibilità di carriera in ambiti scientifici. Audrey Rose proviene da una famiglia nobile e il fatto che sia libera di fare quello che vuole (perché la protagonista può lamentarsi del fatto che suo padre sia severo, ma mai una volta questo le impedisce di fare quello che vuole, e quando lo fa comunque lei lo fa lo stesso senza conseguenze, quindi) non è per nulla realistico. 

Bramavo il giorno in cui le ragazze avrebbero potuto truccarsi e indossare abiti di pizzo - o non truccarsi affatto e uscire con un sacco di iuta, se lo preferivano - per recarsi al lavoro dei propri sogni senza essere giudicate inappropriate. 

Nemmeno il femminismo che l'autrice impone per tutto il romanzo mi è piaciuto totalmente. Da una parte, infatti, è stato bello leggere di una protagonista femminile che non si lascia ingabbiare dalle regole patriarcali che la società impone e che non sta mai zitta quando le viene fatto notare che lei non è in grado o non può fare qualcosa a causa del suo sesso, ma d'altra parte c'è una nota negativa: Audrey Rose giudica, e anche parecchio, le altre ragazze e fa sempre quei commenti da "io non sono come le altre". Questa è una retorica che forse va bene quando si ha quindici anni e si viene bullizzate dalle altre ragazze della tua classe, ma che, onestamente, è un po' scocciante leggere da adulti quando ormai il tuo femminismo lotta per difendere tutte le donne, quali che siano i loro interessi. 

Devi brandire le tue doti come una lama, cugina. Il corsetto non è certo stato inventato per valorizzare il nostro cervello. Lasciamo credere agli uomini che siano loro a governare il mondo, intanto è una regina a sedere sul trono. Non dimenticarlo mai. 

Audrey Rose reputa infatti non alla sua stessa altezza le altre ragazze perché pensano ad argomenti futili come ai balli o ai pettegolezzi, quando però lei stessa apprezza i vestiti e il trucco. 
Insomma, se dovessi dare un giudizio: Audrey Rose è davvero molto ipocrita. Per tutto il romanzo afferma che una ragazza rispettabile non dovrebbe fare determinate cose senza chaperon, tipo stare da sola in una stanza, però poi va con il co-protagonista maschile, Thomas Cresswell, da sola in carrozza o in giro per le strade di Londra. Quello certo che non è compromettente per una signorina dell'alta società inglese. 
Audrey Rose non è quindi la protagonista perfetta, ma c'è davvero di peggio. Penso che per un pubblico di giovanissimi, a cui il libro è rivolto, un personaggio femminile così forte e intelligente possa solo fare del bene.
 
Le rose hanno petali e spine, mio scuro fiorellino. Non bisogna credere che qualcosa sia debole solo perché appare delicato. Mostra al mondo il tuo coraggio.

Da queste prime critiche potrebbe sembrare che il romanzo non mi sia piaciuto, ma in verità, a parte questi piccoli difetti, mi ha intrattenuto e l'ho trovato una lettura molto leggera e rilassante. Mi piace il periodo storico e ho apprezzato leggere di quei piccoli dettagli che caratterizzavano quel periodo, come i circhi o le sedute spiritiche, che ti riportano proprio nel pieno del periodo vittoriano, ma ho apprezzato soprattutto le indagini che i due protagonisti intraprendono per scoprire chi si cela dietro l'identità di Jack lo Squartatore. 
Il libro infatti è prima di tutto un mystery e al centro del racconto ci sono proprio le deduzioni, le ricerche... Anche qui, non vi aspettate chissà che indagine, si tratta comunque di un libro per ragazzi. Molte volte le scelte che fanno i protagonisti non hanno senso e a volte degli indizi che scoprono poi non sono davvero utili per la trama... tutto poteva essere scritto meglio, siamo onesti, ma alla fine io sono rimasta sorpresa perché non avevo capito quale fosse l'identità dell'assassino, quindi mi sono goduta il romanzo fino alla fine.  

Il co-protagonista maschile del romanzo e interesse amoroso di Audrey Rose è Thomas Cresswell. Thomas è uno di quei personaggi che o si ama o si odia, dal momento che al primo sguardo appare egocentrico, narcisista, una di quelle persone che pensa di essere l'unico ad avere la verità in tasca e che tratta con supponenza gli altri. Il suo comportamento ovviamente è dettato da una sofferenza interiore, ma alla fine si vede che è totalmente preso da Audrey Rose e i suoi sentimenti verso di lei sono sinceri. 
Alla fine Thomas credo proprio sia stato, tra i due, il personaggio che ho apprezzato di più, anche per le sue abilità logico deduttive che mi hanno ricordato Sherlock Holmes, un altro ben noto personaggio letterario d'epoca vittoriana. 

Penserete a me anche domani, per quanto desideriate il contrario. Io sono imprevedibile, e voi l'adorate. Proprio come io adoro il fatto che il mio cervello sopraffino non sia in grado di intuire l'equazione che vi governa.
Alla fine sono molto felice di aver letto questo libro, se devo essere onesta. Nonostante i difetti che purtroppo ha, mi è davvero piaciuto perché mi ha intrattenuto e mi ha appassionato. Ѐ stata una lettura leggera che mi ha dato qualche ora di pace e di tranquillità, poi mi ha ricordato molto un altro libro che ho letto quest'anno e che mi è piaciuto molto, The Falconer di Elizabeth May (qui la mia recensione) perché entrambe le protagoniste si comportano in modo diverso da come la società impone loro e perché entrambi i libri sono ambientati in epoca vittoriana, anche se Sulle tracce di Jack lo Squartatore è ambientato a Londra e The Falconer a Edimburgo. 

Vi consiglio di recuperare Sulle tracce di Jack lo Squartatore se amate i libri ambientati in epoca vittoriana, con protagoniste femminili intraprendenti e testarde che lottano per la loro indipendenza e, soprattutto, libri ricchi di misteri e di omicidi. 


mercoledì 2 settembre 2020

Blog Tour: Sulle tracce di Jack lo Squartatore - Letture a confronto


Buongiorno lettori!
Ieri è iniziato il super evento dedicato all'uscita di Sulle tracce di Jack lo Squartatore di Kerri Maniscalco.
Questa meravigliosa serie young adult infatti arriverà qui in Italia proprio quest'anno, i primi tre volumi verranno pubblicati tutti insieme il 15 settembre, mentre il quarto libro il 10 novembre. 

La mia recensione arriverà tra pochissimo, il 4 settembre, ed allora potrete scoprire cosa ne penso nei minimi dettagli; adesso invece vi parlerò, per la mia tappa del Blog Tour, della figura di Jack lo Squartatore nella letteratura.
La protagonista di Sulle tracce di Jack lo Squartatore, Audrey Rose, come si evince dal titolo indaga insieme allo zio e al suo assistente Thomas Cresswell su chi si cela dietro quegli efferati crimini, ma vi lascio qui sotto la trama ufficiale del romanzo, per poter comprenderlo di più:


È stata cresciuta per essere la perfetta dama dell’alta società vittoriana, ma Audrey Rose Wadsworth vede il proprio futuro in modo molto diverso. Dopo aver perso l’amatissima madre, è decisa a comprendere la natura della morte e i suoi meccanismi. Così abbandona l’ago da ricamo per impugnare un bisturi da autopsia, e in segreto inizia a studiare Medicina legale. Presto viene coinvolta nelle indagini sull’assassino seriale noto come Jack lo Squartatore e, con orrore, si rende conto che la ricerca di indizi la porta molto più vicina al suo mondo ovattato di quanto avrebbe mai creduto possibile.Ispirato agli efferati crimini irrisolti che hanno insanguinato la Londra di fine Ottocento, lo strabiliante romanzo d’esordio di Kerri Maniscalco tesse un racconto ricco di atmosfera che intreccia bellezza e oscurità, in cui una ragazza vittoriana molto moderna scopre che non sempre i segreti che vengono sepolti lo rimangono per sempre.
Prima di tutto, chi fu Jack lo Squartatore? Jack the Ripper, così conosciuto in Gran Bretagna, fu un assassino seriale, di cui ancora attualmente non conosciamo l'identità, che tra l'estate e l'autunno del 1888 uccise diverse donne, per lo più prostitute, nel quartiere di Whitechapel a Londra. 
L'appellativo fu tratto da una lettera che lo stesso presunto assassino inviò alla Central News Agency durante il periodo degli omicidi.
In passato troviamo tracce dell'esistenza di altri assassini seriali, ma nessuno attirò prima di allora l'attenzione dei media e dell'opinione pubblica come Jack lo Squartatore, tanto che sappiamo che i primi racconti gotici di fiction che presentano e narrano le avventure di Jack lo Squartatore nacquero proprio in epoca vittoriana, addirittura nello stesso periodo degli omicidi!
La fama di Jack lo Squartatore divenne poi tale da renderlo una figura letteraria importante tanto quanto Sherlock Holmes, che in alcuni racconti e romanzi di fantasia riesce grazie alle sue straordinarie abilità deduttive ad individuare e a catturare il famigerato assassino. 

A partire dal 1888 nacque così una letteratura ispirata al personaggio di Jack lo squartatore ed in particolare molti autori e studiosi cercarono di individuare la misteriosa identità dell'assassino e il motivo per cui assassinasse tutte quelle donne, asportandone gli organi e riducendole letteralmente a brandelli. 
Tra i tanti autori che parlarono di Jack lo Squartatore, uno dei più iconici fu Robert Bloch (meglio conosciuto per una piccola opera chiamata Psycho, bazzecole proprio) che nella rivista pulp statunitense di racconti horror e fantascientifici Weird Tales pubblicò nel 1943 Yours truly, Jack the Ripper (pubblicato in Italia per la prima volta da Mondadori nell'omnibus Horror. 24 storie di incubi e paure con il titolo In fede, vostro Jack lo Squartatore).
In questo racconto breve Bloch immagina Jack lo Squartatore come un essere soprannaturale che commette sacrifici umani per estendere la sua immortalità.
Bloch ritornò a parlare del famigerato assassino in Night of the Ripper (Jack lo Squartatore) romanzo del 1984 in cui seguiamo le indagini dell'ispettore Abberline.

Un romanzo molto interessante per scoprire la storia di Jack lo Squartatore è Jack lo Squartatore. La vera storia di Paul Begg, che in particolare studia il contesto sociale della Londra vittoriana. Begg considera Jack "creatore della Londra moderna", dal momento che grazie ai suoi omicidi si parlò sui giornali dei problemi che la città affrontava; ma Begg analizza anche l'importanza che ebbero i media e l'opinione popolare durante l'epoca vittoriana, un'importanza tale da creare una delle figure più spaventose e longeve di tutti i tempi. 

Un romanzo molto interessante dal mio punto di vista è poi Le cinque donne. La storia vera delle vittime di Jack lo Squartatore di Hallie Rubenhold, pubblicato in Italia poco tempo fa, il 16 luglio, da Neri Pozza. 
L'autrice, in questa inchiesta/romanzo, cerca di ridare dignità alle cinque vittime canoniche di Jack, cinque donne che vivevano in un'epoca in cui il loro sesso non aveva né voce, né diritti e che portano ancora impresso su di loro il giudizio che il mondo maschile e vittoriano ha dato loro. 

Altri libri molto interessanti per scoprire Jack lo Squartatore sono poi Ritratto di un assassino della famigerata autrice di thriller Patricia Cornwell, in cui l'autrice richiama il famigerato assassino, che secondo lei sarebbe il pittore impressionista Walter Sickert, a rispondere dei suoi crimini prova dopo prova; Le memorie di Jack lo Squartatore di Clanash Farjeon, in cui viene narrata la storia dal punto di vista dell'assassino; mentre un'autobiografia fittizia dell'assassino è possibile leggerla nel libro Jack lo Squartatore. L'autobiografia di James Carnac. 

Per quanto riguarda invece il mondo del fumetto, Alan Moore (V per Vendetta, Watchmen) uno dei più grandi maestri in questo campo, ha scritto From Hell con i disegni di Eddie Campbell. 
Questa grapich novel è ispirata alla teoria dell'inglese Stephen Knight descritta nel libro Jack the Ripper: The Final Solution. Il libro deriva dai racconti di Joseph Gorman, che si dichiarava figlio illegittimo di Walter Sickert, e racconta di come i delitti facessero parte di una cospirazione riguardante la nascita di un figlio illegittimo del principe Alberto Vittorio. 

Questi sono solo alcuni dei millemila romanzi che raccontano questa enigmatica figura; è facile perdersi in questo mondo, ma spero che il mio articolo vi sia stato utile per conoscere nuovi romanzi e saggi sull'argomento.
Grazie di aver letto e grazie alla Mondadori per questo evento!