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sabato 24 ottobre 2020

Blog Tour: Gli alcolici dell'epoca - In fuga da Houdini di Kerri Maniscalco

 

Buongiorno lettori! 
Come state? 
Io non ho molte notizie da darvi, a parte che compro davvero troppi libri in questo periodo. 
Avete finito la vostra maratona dei libri di Kerri Maniscalco? 
Oggi non troverete la recensione, ma un approfondimento sugli alcolici presenti nel 1800, diciamo una piccola storia degli alcoli e del loro uso. 
Spero lo troverete interessante, buona lettura!
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Titolo: In fuga da Houdini (Stalking Jack the Ripper vol. 3)
Autore: Kerri Maniscalco
Casa editrice: Mondadori
Collana: Oscar fantastica
Data di uscita: 15 settembre 2020
Pagine: 552
Prezzo: 22 euro

Trama: Audrey Rose Wadsworth e il suo assillante compagno, Thomas Cresswell, si imbarcano sulla lussuosa RMS Etruria, diretti alla loro prossima meta, l'America. La settimana di spettacoli circensi che allieterà la traversata – compresa l'esibizione di un giovane e promettente artista della fuga – sembra la distrazione ideale prima del tetro incarico che li attende oltreoceano. Ma presto il viaggio si trasforma in un festival degli orrori quando, una dopo l'altra, giovani donne vengono trovate morte. Per Audrey Rose, il Circo al chiaro di luna – con i suoi numeri inquietanti e i personaggi grotteschi – si trasforma in un incubo e la fa tornare alla sua ossessiva ricerca di risposte. Gli indizi sull'identità di una delle vittime sembrano condurre a qualcuno a cui Audrey Rose vuole molto bene: riuscirà la ragazza a fermare il misterioso assassino prima del suo terrificante gran finale?
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Prima di parlare degli alcolici presenti durante il periodo in cui è ambientato il nostro romanzo, dobbiamo fare un piccolo excursus storico sull'alcool. Mi sembra ragionevole, no?
Le bevande alcoliche prodotte tramite la fermentazione erano conosciute fin dall'antichità in quasi tutte le civiltà e venivano usate per vari scopi: ragioni mediche o igieniche, a scopo alimentare e conviviale e infine anche per ottenere ispirazione artistica. 

Fino al 1500 le bevande alcoliche si limitavano principalmente alla birra e al vino. In passato e fino all'800, infatti, si beveva pochissima acqua perché la si considerava dannosa, mentre gli alcolici riducevano le infezioni batteriche. 
In Asia le bevande alcoliche non erano così utilizzate perché, grazie all'uso delle foglie di té, si era scoperto da molto tempo l'importanza di bollire l'acqua. 
Per quanto riguarda bevande a più alta gradazione alcolica, esisteva l'acquavite ma fino al '500 veniva usata solamente a scopo medicinale. 

Passiamo a questo punto all'Inghilterra, dove sono ambientati i primi due romanzi della saga di Kerri Maniscalco. Qui la religione puritana tenne lontani gli alcolici fino alla restaurazione del 1660, ma da quel momento il loro uso divenne abituale e la domanda aumentò notevolmente. Grazie alla distillazione, poi, vennero create nuove bevande come la vodka, il whiskey e il gin, che avevano la qualità di essere notevolmente economiche. In Gran Bretagna e nelle colonie il consumo di alcool raggiunse livelli altissimi e si configurò quasi come una vera epidemia. 
L'alcool infatti, oltre che dagli aristocratici, era consumato principalmente dalla massa della popolazione povera e sfruttata, che riversava i suoi dispiaceri e i suoi dolori nell'alcool, causando il grave problema dell'alcolismo. All'epoca infatti non esistevano leggi che ne regolamentavano la vendita o la produzione e l'uso di tali bevande era ovviamente osteggiato dalla religione.

Osserviamo però più da vicino questi superalcolici: 

  • Whisky: il whisky è un distillato ottenuto dalla fermentazione e successiva distillazione di vari cereali e poi maturato in botti di legno di rovere. Non esistono date certe sulla prima distillazione del whisky e la sua paternità è contesta tra Scozia e Irlanda. 

  • Gin: Come afferma Wikipedia, il gin è una bevanda alcolica, solitamente incolore, ottenuta per distillazione di un fermentato ricavato solitamente da cereali o patate, in cui viene messa a macerare una miscela di erbe, spezie, piante, bacche e radici: i botanicals. Tra queste devono essere sempre presenti i galbuli di ginepro che caratterizzano il profumo e il gusto e il nome del distillato deriva proprio da questa pianta. Il gin, nato probabilmente in Italia ma perfezionato nei Paesi Bassi, si diffuse in Inghilterra soprattutto grazie a Guglielmo III di Orange che voleva combattere l'importazione di distillati stranieri, soprattutto il cognac francese. La produzione di gin in Inghilterra divenne così importante che il suo consumo si configurò come una vera "epidemia". Il gin per i londinesi appartenenti alla classe operaia era l'unico modo per fuggire alla dura realtà quotidiana, ma il suo consumo divenne così eccessivo che gli storici attualmente paragonano il consumo di gin a cavallo fra '700 e '800 alla diffusione di crack negli Stati Uniti degli anni '80. Il gin prodotto a Londra era spesso adulterato con sostanze nocive come la trementina o l'acido solforico, quindi il suo consumo ustionava gole, arrossava gli occhi e provocava conati di vomito. Ci sono anzi molti resoconti di persone rimaste cieche a causa del gin. Ma il consumo era tale che si stima che il consumo medio annuo di gin si aggira su una media di 10 litri per persona. Le autorità cercarono di limitarne il consumo e la vendita con i Gin Acts, che non ebbero altro effetto se non quello di alimentare il mercato nero. 

Per comprendere il declino causato dal gin possiamo osservare la stampa di William Hogarth del 1751 intitolata
Gin Lane: 


Nel 1800 la situazione in Inghilterra cambia: mentre il gin diventerà una bevanda destinata ad una classe alta con la creazione dei Gin Palace, la birra assumerà il ruolo di alcolico delle masse. 
Regolamentazioni per la vendita di alcolici arrivarono poi nel 1869 e nel giro di poco tempo le Beer House dovranno dotarsi di regolare licenza di vendita, perdendo la vena casalinga e diventando in questo modo veri locali pubblici per il consumo di bevande alcoliche. 

  • Vodka: la paternità della vodka è contestata tra Polonia e Russia. Tipica bevanda quindi dell'Est, venne portata nell'Europa occidentale da Napoleone che ebbe modo di conoscere il distillato con la campagna di Russia del 1812.

  • Rum: Il rum è l'acquavite ottenuta dalla distillazione della melassa della canna da zucchero. Nonostante la prima distillazione di rum fosse avvenuta a Londa intorno al XV secolo, questa bevanda ebbe successo soprattutto nelle colonie americane, quando gli schiavi delle piantagioni scoprirono che la melassa, un sotto-prodotto del processo di raffinazione dello zucchero, fermentava in alcool. 

Alla fine del 1700 negli Stati Uniti venne pubblicato un documento in cui per la prima volta si confutano le qualità positive dell'alcool, confutandone qualsiasi effetto curativo. Solamente nel 1800 però si assistette ad una maggiore diffusione di documenti in cui si esplica determinato pensiero: si contraddicono i benefici dell'alcool e si stigmatizzano, al contrario, i danni che essi provocano. 
Da questo momento infatti l'ubriachezza venne definita sintomo di alterazione mentale e si inizia ad osservare in modo medico la dipendenza dagli alcolici, la loro costante ricerca e le conseguenze dell'astinenza. 
L'eccessivo consumo di alcool porterà poi nel '900 a varie forme di proibizionismo, e il più famoso, il proibizionismo per antonomasia, sarà quello stabilito negli Stati Uniti d'America tra il 1920 e il 1933 entrato in vigore con il Volstead Act.

Spero che questo excursus sull'alcool in Inghilterra e negli Stati Uniti durante il 1800 vi sia piaciuto.
Ci sentiamo sabato prossimo per la recensione di In fuga da Houdini
Buona giornata! ♡

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