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mercoledì 1 luglio 2020

Recensione: Fondazione. Il ciclo completo #1 - Preludio alla Fondazione


Titolo: Fondazione. Il ciclo completo #1 - Preludio alla Fondazione
Autore: Isaac Asimov 
Anno edizione: 2020
Casa editrice: Mondadori
Collana: Oscar Draghi
Pagine 1476
Prezzo: 32 euro


Voto: 4/5


Il grande Ciclo della Fondazione di Asimov, uno dei capisaldi della letteratura fantascientifica, ruota intorno alla figura di Hari Seldon, il grande matematico e inventore della psicostoria, una branca della matematica in grado di prevedere gli eventi futuri della storia dell'umanità. 

Il ciclo inizialmente doveva essere composto solo da una trilogia origiale, scritta negli anni '50, ma i lettori e l'editore di Asimov spinsero lo scrittore ad ampliare gli eventi narrati, portandolo ad ideare due sequel e due prequel. 
L'Oscar Draghi presentato dalla Mondadori pone gli eventi in ordine cronologico e per questo il primo volume che abbiamo letto è proprio Preludio alla Fondazione, in cui ci viene presentato Hari Seldon non ancora famoso e non ancora in possesso delle leggi che regolano la psicostoria. 

All'inizio del romanzo infatti troviamo un giovane Hari Seldon, un matematico proveniente dal pianeta Helicon, che si trova su Trantor, pianeta sede dell'Impero galattica, per una convention di matematica, in cui ha presentato quella che per lui è solo un'idea assolutamente astratta: la psicostoria. 
La possibilità di poter prevedere la storia però attira molte persone, tra cui lo stesso imperatore Cleon I e del suo assistente Eto Demerzel. Convocato a palazzo, Seldon afferma che la psicostoria è assolutamente impossibile in pratica e che quindi non ha modo di farla funzionare, deludendo così profondamente l'imperatore, che voleva utilizzarla per dare stabilità al suo regno. 

Attaccato da due rozzi locali, Seldon viene difeso da Chatter Hummin, che aiuta Seldon a scappare dalle grinfie dell'imperatore e lo nasconde all'università di un settore del pianeta in cui Eto Demerzel non può intervenire direttamente. Hummin, infatti, è un giornalista molto influente che si è reso conto che l'impero è ormai in decadenza e vuole utilizzare la psicostoria non per interessi personali, ma per salvare l'impero e così l'umanità. 
Seldon viene lasciato in compagnia di Dors Venabili, una studiosa di storia del pianeta Cinna, di cui in poco tempo si innamora. Anche Dors si affeziona rapidamente a Seldon e mostra di assumere il ruolo di sua protettrice molto alacremente. 
In compagnia di Dors e dopo aver visitato vari settori di Trantor, Seldon impara molto di più sulla storia, e soprattutto sul passato dell'umanità, scoprendo che all'inizio esisteva un unico pianeta chiamato Terra o Aurora. 
Grazie a queste informazioni, Seldon considera sempre più probabile arrivare a scoprire il funzionamento reale della psicostoria, motivo per cui la sua vita è in pericolo a causa di tutte le persone che se ne vorrebbero impossessare. 

Quando ho iniziato questo libro ho fatto inizialmente fatica ad abituarmi alla scrittura di Asimov, che è abbastanza scarna e diretta, anche se nello stesso momento molto molto bella. Asimov infatti è letteralmente un maestro, la sua scrittura ti fa appassionare alla storia e ai personaggi, nonostante non sia un grande narratore. Non leggiamo mai, infatti, i pensieri profondi o le emozioni dei personaggi, ma in un certo modo sono comunque ben definiti. 
In un certo senso, è anche rilassante avere una scrittura non troppo arzigogolata e pressante, ma tranquilla, che ti fa seguire la trama, anch'essa molto lineare e pratica, senza nessun problema. 
In questo romanzo infatti vediamo ancora l'inizio della vita di Hari Seldon, e il romanzo fu scritto alla fine degli anni '80, quindi molto dopo la trilogia originale, che lessi anni fa e che ricordo mi piacque davvero tanto. 
Sarà interessante osservare le differenze di stile che caratterizzano i romanzi "spin-off" dalla trilogia originale, molto più antica. 

Nonostante ciò, Preludio alla Fondazione è stato un romanzo molto interessante. Interessante, per esempio, è stato osservare come il pianeta Trantor, un pianeta di dimensioni forse per noi inimmaginabili, abbia al suo interno tipi di società così differenti le une dalle altre, tanto da formare da solo una galassia intera.
Fra le popolazioni che Hari e Dors incontrano, infatti, troviamo per esempio i micogenesi, che ricordano anche se lontanamente le persone dei culti religiosi nostrani.
 I micogenesi, che abitano nel distretto di Micogeno, sono molto chiusi e non accettano molte persone provenienti dall'esterno, sono dedite all'agricoltura e non apprezzano la tecnologia troppo avanzata. Gli abitanti hanno poi una strana usanza: si radono i capelli e le sopracciglia, perché per loro i peli e i capelli sono impuri. 
Credo la parte delle descrizioni dei diversi settori di Trantor e dei loro modi di vita sia stata la mia parte preferita. Lo stesso Trantor è un pianeta anomalo, perché i suoi abitanti non occupano la superficie, ma vivono all'interno del pianeta, con un'aria e una luce diurna artificiale, in modo che le condizioni atmosferiche siano sempre perfette. 

Il romanzo procede così di intensità, finché alla fine ci sono delle rivelazioni sorprendenti (e vi dico, per me assolutamente inaspettate!) che mi hanno fatto amare il romanzo ancora di più.

Adesso non vedo l'ora di leggere anche i prossimi romanzi, sperando che siano interessanti proprio come questo!

Voi l'avete letto? Fatemi sapere in un commento!







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