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giovedì 23 luglio 2020

Recensione: Middlegame di Seanan McGuire


Titolo: Middlegame
Autrice: Seanan McGuire
Casa editrice: Mondadori 
Collana: Oscar fantastica
Data di uscita: 21 luglio 2020
Pagine: 528
Prezzo: 22 euro



Ecco Roger. Ha un vero dono per le parole, comprende istintivamente ogni linguaggio e sa che è il potere delle storie a regolare i meccanismi dell'universo. Ed ecco Dodger. È la sorella di Roger, la sua gemella per la precisione. Anche lei ha un dono, per i numeri: sono il suo mondo, la sua ossessione, il suo tutto. Qualunque cosa le si presenti alla mente, Dodger la elabora con il potere della matematica. I due fratelli non sono propriamente umani, anche se non lo sanno. Non sono neanche propriamente divini. Non del tutto… non ancora. E poi c'è Reed, esperto alchimista, come la sua progenitrice. È stato lui a dare vita ai gemelli. Non si potrebbe definirlo il loro "padre". Non proprio. Ma come tutti i genitori, per i due ragazzi ha un piano ambizioso: far sì che raggiungano il potere assoluto, e poi reclamarlo per sé. Diventare "dei in Terra" è una cosa possibile. Pregate soltanto che non accada.

Se dovessi scegliere un aggettivo per parlare di questo libro, scegliere la parola "particolare". 
Non è infatti un romanzo come quelli che si leggono di solito: ha qualcosa di diverso, qualcosa di unico, e mentre lo leggevo non riuscivo a non pensare di star leggendo qualcosa che potrebbe essere considerato diverso da ogni altro romanzo in ogni cosa: dalla trama allo stile di scrittura. 
Per questo motivo non penso sia un libro che possa piacere a tutti, proprio per la sua stranezza e vi consiglio magari di leggerne le prime pagine in libreria, prima di decidere di acquistarlo, per capire se quel poco che vedete fa per voi. 

Questa storia parla di due fratelli, Roger e Dodger, che sono stati creati alchemicamente per rappresentare la Dottrina dell'Ethos, il sogno dell'alchimista Asphodel Baker. La sua creazione di sangue e terra, James Reed, dopo averla uccisa ha infatti continuato ad amarla per secoli e a perpetuare le sue conoscenze, ha creato così in laboratorio una serie di cuculi per fare in modo che la Dottrina vivesse e si aprisse in questo modo la strada per la Città Impossibile. 
Roger ha la parola, Dodger la matematica. Sono cresciuti divisi, ma appena scoprono di potersi parlare attraverso un continente solo con la mente diventano inseparabili, come appunto fratello e sorella. 

Lo stile di scrittura è insolito: Seanan McGuire usa una terza persona piatta e estraniante, come se fosse persa nel tempo e nello spazio, che racconta in modo oggettivo, senza lasciarsi appassionare, la storia di Roger e Dodger, Roger e la sua passione per la letteratura e le lingue e Dodger e la sua passione per la matematica e i numeri. 
Nonostante questo linguaggio così particolare, così diretto ma insieme così lontano, l'autrice è riuscita a farmi appassionare a questa storia, e anzi, devo dire che non riesco ad immaginarmi nessun altro stile per questo libro, dove la parola e i suoi mille usi ne fanno da padrone, un libro inondato di parole ma allo stesso tempo giusto, bilanciato dalla matematica. 
Le descrizioni sono minime, dei due protagonisti sappiamo i loro dati fondamentali: l'aspetto fisico e le loro passioni, che ci vengono ripetute più volte, ma in ogni pagina risalta l'amore che i due fratelli provano l'uno per l'altra, qualcosa di potente, ma anche di pericoloso per l'intera umanità. 

Oltre ad avere uno stile particolare che potrebbe scoraggiare le persone ad intraprenderne la lettura, il libro presenta anche una trama abbastanza confusionaria, di cui all'inizio comprendiamo ben poco e che si infittisce mano a mano che il libro continua. 
Si tratta di un libro dove Ordine e Caos sono i protagonisti insieme alla Parola e alla Matematica, e adoro come la scrittrice sia riuscita ad incanalare tutti questi concetti alchemici (l'alchimia infatti ha un ruolo fondamentale nella storia) all'interno della struttura del libro. 
Ammetto di non aver capito i concetti di alchimia neanche adesso finito il libro, ma ho adorato che per farli comprendere l'alchimista A. Baker abbia inventato una storia per bambini diventata un cult della letteratura. Leggere queste parti di un finto libro per bambini che intervallano il libro nei momenti più importanti mi è piaciuto infatti davvero tanto ed è una tecnica che ho sempre apprezzato. 

In definitiva, questo romanzo mi è piaciuto davvero molto nonostante sia rimasta molto stranita durante la lettura, ma non posso dargli un voto completo perché penso che alcune cose potessero essere spiegate meglio, soprattutto per quanto riguarda la teoria della Dottrina e sull'alchimia in generale, su cui ho ancora parecchi dubbi.



FOCUS ON

Letteratura e Matematica sono due tematiche fondamentali all'interno del romanzo. 
Roger infatti è abilissimo con le parole, ne comprende subito il significato, conosce tutti i sinonimi e le metafore per descrivere un determinato oggetto, ed è abilissimo con le lingue, che riesce ad imparare con estrema facilità. La parola di Roger è in grado di trasformare la realtà, se lui lo desidera. 
Dodger invece fin da bambina è bravissima con la matematica, la sua intera esistenza è descritta attraverso i numeri. 

Letteratura e Matematica sembrerebbero due opposti, ma in verità sono molto simili: entrambi infatti sono governati da regole precise, dei linguaggi che non posso essere infranti, ma nonostante questo sono malleabili e possono creare composizioni totalmente differenti tra loro e nello stesso momento bellissime. 
La matematica si è ispirata alle parole, alle lettere. Si arriva infatti a un certo punto nella matematica (punto in cui io non sono mai arrivata, intendiamoci, io sono il Roger di questa situazione) in cui i numeri vengono soppressi e ci sono solamente le lettere; mentre non pensiamo a cosa sarebbe la letteratura senza la matematica.
La letteratura, e soprattutto la poesia, prende infatti per fondamento i numeri. 
Prima che esistesse la poesia del metro libero, i componimenti dovevano e devono avere per essere definiti sonetti, ottave, endecasillabi sciolti... avere un numero rigoroso di versi e di sillabe, quindi si basano sulla matematica. 
Questo perché in passato non c'era una divisione dei saperi come la intendiamo adesso, ma per essere un dotto bisognava avere una conoscenza di ogni campo dello scibile umano e molti dei letterati del passato erano anche uomini di scienza: pensiamo per esempio a Dante Alighieri che ha sparso formule matematiche all'interno delle tre cantiche della Divina Commedia.
Anche adesso, la letteratura prende spunto dalla matematica: pensiamo alle filastrocche, in cui i numeri hanno una funzione fondamentale, oppure alle ninna nanne. 
La letteratura infatti è sempre stato uno dei modi più facili per far capire concetti scientifici, sia ai bambini che agli adulti, e la matematica non ne è esclusa. 
In verità i letterati e i matematici hanno qualcos'altro in comune: aspirano entrambi a comprendere il mondo e la realtà, come affermano gli autori del libro Letteratura e matematica, un libro che vi consiglio di recuperare se, anche voi come me, siete curiosi di comprendere cosa lega queste due discipline all'apparenza opposte, ma in verità strettamente legate. 


Se siete arrivati alla fine di questa recensione, vi ringrazio!
Spero di avervi incuriosito e se leggerete questo libro, o lo avete già letto, fatemi sapere cosa ne pensate!
Leggete anche le recensioni dei miei colleghi per avere una panoramica completa di questo libro!






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