venerdì 17 luglio 2020
Recensione: Fondazione. Il ciclo completo #6 - L'orlo della Fondazione
Buon pomeriggio lettori!
Oggi continuiamo il nostro viaggio nell'iperspazio per scoprire come si concluderà la storia delle Fondazioni di Asimov, e per farlo dobbiamo passare attraverso il sesto libro, L'Orlo della Fondazione, scritto nel 1982 e che vinse il premio Hugo e il premio Locus nel 1983 come miglior romanzo.
Ma, senza indugi, passiamo alla recensione!
Sono passati ormai 500 anni da quando Hari Seldon ha ideato la psicostoria e la Prima Fondazione è ormai arrivata ad uno sviluppo tale che controlla un terzo della Galassia ed è progredita ad un livello tecnologico enorme, forse nemmeno previsto dal piano Seldon.
Dopo l'ultimo libro, la Seconda Fondazione è convinta che la Prima si sia completamente dimenticata di lei, ma purtroppo non è così, anzi, un consigliere della Prima Fondazione, Golan Trevize, è convinto della sua esistenza e continua ad affermarla con i suoi colleghi. Spaventati che possa turbare la popolazione, Trevize viene mandato in esilio dal sindaco Harla Branno, anche lei segretamente convinta dell'esistenza della Seconda Fondazione, affinché ne scopra l'ubicazione, anche se in teoria lo scopo fasullo della missione è di accompagnare lo storico Janov Perolat nella sua missione di trovare la Terra, il pianeta originario da cui l'umanità è nata.
Nel frattempo su Trantor, l'oratore Stor Gendibal si rende conto che c'è una terza potenza che sta influenzando il Piano Seldon, un'organizzazione di "anti-Muli" che li stanno sì controllando mentalmente, ma non per conquistare la Galassia ma per mantenere sul giusto binario il Piano Seldon.
Spaventato da questa forza sconosciuta, l'oratore ne parla al consiglio, che, anche se tra liti interne e discussioni, accetta questa previsione e manda Gendibal in missione nello spazio affinché scopra questa potenza.
Insieme a lui parte la giovane Sura Novi, una giovane nativa di Trantor dalla mente semplice, ma affascinata dal mondo degli "studiosi", che aveva salvato Gendibal da un attacco progettato dai nativi del pianeta e a cui l'oratore si affeziona subito.
Come in tutti i libri di Asimov, lo scrittore è in grado di creare una storia avvincente, ricca di personaggi ben scritti e piena di colpi di scena assolutamente incredibili.
Le sue storie mi lasciano sempre con il fiato sospeso, ma forse le apprezzerei di più se lo stile fosse più avvincente e meno statico.
Asimov infatti ha la tendenza a dilungarsi davvero tanto nelle spiegazioni, cose che il lettore probabilmente sa già dal primo libro del ciclo vengono ripetute inesorabilmente e questa cosa dopo un po' inizia a stancare, poi i personaggi amano dilungarsi in lunghi discorsi di spiegazione dei loro pensieri, e anche lì, dopo un po' il tutto inizia a stancare.
Questo però va in secondo piano quando si raggiunge il fulcro della storia e si scoprono i misteri che Asimov aveva in mente, e io non mi stancherò mai di consigliare a tutti questa saga, che resta un caposaldo della fantascienza per come la conosciamo, anche senza l'inserimento di altre forme di vita aliene nel contesto (cosa che un po' mi manca, devo essere onesta).
Detto questo, questo libro mi è piaciuto un sacco perché espande la conoscenza dell'universo di Asimov, ma non vedo l'ora di leggere il prossimo libro perché la Terra, un mistero che ci perseguita dall'inizio, finalmente dovrebbe avere un ruolo nella storia e io non vedo l'ora!
Buona lettura!
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