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lunedì 18 maggio 2020

REVIEW PARTY: Il canto della rivolta di Suzanne Collins



Titolo: Hunger Games. Il canto della rivolta
Autore: Suzanne Collins
Casa editrice: Mondadori
Anno edizione: 2019
Pagine: 432

Voto: 3.5/5 

Katniss è stata salvata dall'arena e adesso si trova nel Distretto 13, che in tutti questi anni, creduto completamente distrutto, ha in verità tramato per far nascere una ribellione e far cadere Capitol City. Per far questo, la presidente Coin ha bisogno che Katniss accetti il suo ruolo di ispiratrice come Ghiandaia Imitatrice e che spinga gli altri distretti a ribellarsi; ma Katniss è uno spirito libero, è testarda, e dopo essere stata una pedina degli Hunger Games non se la sente di essere controllata ancora, per non parlare poi del fatto che Peeta è caduto in mano nemica, e Katniss non fa che pensare a cosa possa stare subendo.
Alla fine la ragazza, dopo il bombardamento che ha distrutto il suo distretto e tutte le morti che ha visto compiersi, accetta che la guerra è l'unico modo per vincere e abbraccia il ruolo che la presidente Coin vuole per lei, ma ad una condizione: la vita di Peeta e degli altri vincitori imprigionati a Capitol City deve essere risparmiata.


Quando lessi per la prima volta l'ultimo libro della trilogia, rimasi molto delusa; il libro non aveva raggiunto le mie aspettative e l'avevo trovato molto confusionario. Devo ammettere, però, che quando lo lessi probabilmente non ero pronta a leggere un romanzo così profondamente politico, quando i primi due romanzi erano due classici distopici adolescenziali.
In questo romanzo, infatti, la Collins aumenta il livello dello trama: ci troviamo di fronte alla guerra, ad una guerra vera dove, a differenza dei classici romanzi per ragazzi, le divisioni tra buoni e cattivi non sono nette. Prendiamo per esempio il personaggio di Gale, che io onestamente apprezzo molto poco. Nei primi due romanzi Gale è il migliore amico di Katniss, è innamorato di lei e mentre la ragazza si trova nell'arena aiuta la madre di lei e la sorellina Prim a sopravvivere. Non apprezza, come tutti, il dominio di Capitol City, ma rispetto ad altre persone si spinge oltre, arrivando a pensare come il nemico. In questo terzo romanzo, Gale diventa un membro essenziale della resistenza, un soldato provetto, ma purtroppo, seppure sia dalla parte dei "buoni", anche molto guerrafondaio e crudele: i suoi piani infatti prevedono che tra le fila nemiche ci siano solo morti, nessun sopravvissuto, e inventa delle bombe particolari che premono sulla pietà degli esseri umani: per esempio delle bombe che assomigliano ad aiuti umanitari e che esplodono una seconda volta, quando arrivano i soccorritori.
Chi sono davvero i buoni e i cattivi? In questo romanzo nulla è come sembra, realtà e finzione si intrecciano a vicenda e fino alla fine non riusciamo a capire cosa è reale e cosa non lo è, perché è la stessa Katniss a non riuscire a comprenderlo: la Coin, la presidente del Distretto 13, è davvero una persona buona, o è solo l'ultima di una sfilza di persone che vuole solo sfruttarla, farla diventare un burattino nelle sue mani, per poi disfarsene quando non servirà più a nulla? Quanto assomiglia al presidente Snow?

Credo che il problema principale di questo libro sia proprio il fatto che abbiamo solamente il punto di vista di Katniss, che per molta parte del libro è mentalmente confusa e non interessata a ciò che le succede intorno, o al contrario non ne viene a conoscenza perché tenuta all'oscuro, quindi alla fine non capiamo nulla di questa ribellione, tranne il fatto che forse il Distretto 13 non è buono come sembra. 
In questo romanzo, però, abbiamo la possibilità di osservare meglio i personaggi e i rapporti che si creano tra di loro. Tutti i personaggi creati da Suzanne Collins, infatti, non sono piatti o monodimensionali, ma ricchi di sfaccettature; e forse la sua creazione migliore è proprio Katniss, che non è stata molto amata in passato perché forse troppo diversa dai soliti personaggi femminili, così forti e così amabili. Katniss lotta per sopravvivere, la sua sopravvivenza e quella delle persone che ama contano più del resto, più della vita delle altre persone; la sua coscienza non è pulita, è una persona buona ma certe volte fa delle scelte non propriamente giuste, e il suo amore, sia per Peeta che per Gale, è un amore molto egoista.
Altri personaggi molto interessanti sono sicuramente Prim, la sorellina di Katniss, che in questo libro si dimostra molto cresciuta rispetto bambina che abbiamo visto in Hunger Games: Prim infatti, come afferma la stessa Katniss, sembra aver preso tutte le qualità migliori della famiglia: è dolce e buona come il padre, è un bravo medico come la madre, ed è inoltre molto matura e coraggiosa; molto interessante è anche Haymitch, il mentore di Katniss e Peeta agli Hunger Games, di cui in questi libri scopriamo molto di più sul suo passato e sulle sofferenze che lo affliggono e che lo hanno portato all'alcolismo. 
Il rapporto che Katniss e Haymitch condividono è uno dei più interessanti del libro, dal momento che i due si assomigliano davvero molto e, seppure non sempre in armonia, si comprendono come nessun altro riesce a fare. 
Molto interessante in questo libro, inoltre, è stata la scelta dell'autrice di raccontare le malattie mentali. Molto lontano dall'essere un semplice libro per ragazzi, le sofferenze dei vincitori delle scorse edizioni degli Hunger Games e delle torture subite a Capitol City sono molto ben descritte e non vengono assolutamente sminuite. Pensiamo per esempio al personaggio di Annie Cresta, la fidanzata di Finnick Odair, oppure al personaggio di Peeta, esempio lampante di quello che può succedere alle persone che vengono torturate durante la guerra. 
Peeta infatti, in mano al presidente Snow, viene torturato in modo così brutale da venire "deviato": tutti i ricordi positivi che lui associa a Katniss vengono rimpiazzati dall'odio, e il ragazzo inizia ad odiare e a disprezzare la persona che per lui era la più importante al mondo. 
Vedere questo cambiamento in Peeta mi ha fatto soffrire davvero tanto, perché il personaggio migliore della trilogia, quel ragazzo buono e dolce come il pane viene trasformato in un'arma contro la ribellione. Amando poi la coppia formata da Peeta e Katniss, è stata davvero molto dura leggere le loro scene insieme, dal momento che Katniss, anche se non l'ha ancora compreso fino in fondo, ama il ragazzo del pane, l'unica persona che sembrava vedere in lei qualcosa di buono, qualcosa che nemmeno lei riusciva a vedere. 

Nonostante abbia trovato questo romanzo molto particolare e molto più interessante rispetto alla prima volta che l'ho letto, ritengo che potesse essere scritto molto meglio, ma forse era proprio intenzione dell'autrice lasciare una libera interpretazione.
Nonostante questo, sono stata molto felice di rileggere questa saga, e non vedo l'ora di vedere cosa succederà con il romanzo prequel basato sulla giovinezza del presidente Snow.

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