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mercoledì 17 giugno 2020

Blogtour: Asimov e la tv

Buongiorno lettori!



Per celebrare l'uscita del meraviglioso Oscar Draghi del Ciclo della Fondazione di Isaac Asimov (finalmente l'opera completa in un unico volume!), io e altre meravigliose blogger stiamo organizzando un Blog Tour e un Review Party in suo onore. 
Il mio compito, oggi, non è parlarvi di questo favoloso autore di fantascienza e dei suoi grandi meriti, o delle sue fantastiche opere - tutte cose che leggerete negli altri articoli delle mie colleghe - ma di parlarvi delle trasposizioni cinematografiche dei suoi scritti. 

Nonostante Asimov sia stato un autore molto proficuo e abbia scritto sulle 500 opere, tra romanzi e racconti, in verità non è stato molto sfruttato dal cinema e dalla televisione e ci sono pochissime trasposizioni dirette delle sue opere. Asimov e le sue leggi sulla robotica, però, sono rimasti un caposaldo  della letteratura e le sue geniali invenzioni hanno influenzato tutti i successivi scrittori e registi di fantascienza, potremmo senz'altro dire, senza esagerare, che la fantascienza come la conosciamo oggi senza di lui non esisterebbe. 

Il primo film che sicuramente viene in mente è Io, robot diretto da Alex Proyas nel 2004 e con protagonista Will Smith. Il film è ispirato liberamente all'omonima raccolta di Asimov del 1950 che contiene 9 racconti scritti fra il 1940 e il 1950. Questi racconti hanno come protagonisti i robot positronici ed è proprio in questa raccolta che Asimov elabora le sue famosi leggi della robotica: 
1. Un robot non può recar danno a un essere umano nè può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
2. Un robot deve ubbidire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge. 
3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge. 
I racconti sono indipendenti gli uni dagli altri e hanno tutti come tema l'interazione tra gli esseri umani e i robot positronici, prendendo sempre come spunto le leggi della robotica. 
Il film con Will Smith, come abbiamo detto, è tratto da quest'opera, ma la concezione della robotica di Asimov è stata liberamente reinterpretata. 
Ci troviamo a Chicago nel 2035 e i robot positronici, cioè i robot che rispettano le tre leggi della robotica, sono ormai un articolo comune e alla portata di tutti, mentre il mondo aspetta l'arrivo sul mercato dei nuovissimi NS-5, prodotti dalla U.S. Robots, azienda leader della robotica. Il protagonista, il detective Del Spooner,che non apprezza però particolarmente questi avanzatissimi robot, viene chiamato sulla scena del suicidio del dottor Alfred Lanning, fondatore della U.S. Robots. Insieme alla dottoressa Susan Calvin inizia ad investigare, ritenendolo un omicidio e arrivando a pensare che il colpevole possa essere stato proprio un robot. 
Nonostante sia basato su Io, Robot, il film riprende alcuni concetti che appartengono ad altri romanzi o racconti del vastissimo universo di Asimov come Il robot scomparso, Conflitto evitabile, I robot e l'impero o Sogni di robot.

Il secondo film tratto da un'opera di Asimov è L'uomo bicentenario, diretto nel 1999 da Chris Columbus e con protagonista il fenomenale Robin Williams.
Il film è tratto dall'omonimo racconto scritto nel 1976, insignito del Premio Hugo e del Premio Nebula. Pubblicato in occasione del bicentenario degli Stati Uniti, fa parte appunto dell'Antologia del bicentenario e fu considerato da Asimov il suo miglior racconto sui robot positronici. 

Il film ripercorre l'esistenza di Andrew Martin, uno dei primi prototipi di robot positronici (modello NDR-114), che viene acquistato nell'aprile del 2005 come robot di servizio. Nonostante l'iniziale diffidenza, il robot viene lentamente accettato dalla famiglia ed è molto amato soprattutto dalla figlia più piccola, con la quale stringe un legame molto forte. Andrew, bel presto, scopre di possedere emozioni e reazioni che sono del tutto inaspettate per un robot e di essere dotato di una innata capacità per l'intaglio del legno. Più il tempo passa, più il robot impara la vita degli umani e più cerca di assomigliare ad un umano, acquistando un aspetto umano e guadagnandosi da vivere con le sue costruzioni in legno. Andrew alla fine lotterà fino alla fine per essere considerato, in tutto e per tutto, un essere umano.
Le differenze tra il film e il racconto non sono moltissime, ma nella trasposizione cinematografica è stata aggiunta, ovviamente, una storia romantica tra il robot e la nipote della "piccola miss", la sua padroncina. 


Al contrario di quello che si possa pensare, invece, il film Viaggio allucinante del 1966 e diretto da Richard Fleischers non è tratto direttamente dal romanzo di Asimov, ma la casa di produzione commissionò successivamente allo scrittore di scrivere un romanzo omonimo a partire dalla sceneggiatura del film. 

Per quanto riguarda il Ciclo della fondazione, invece, è stata annunciata una serie tv dallo stesso titolo, Foundation, che approderà prossimamente su Apple TV+, ma la cui produzione è stata interrotta a causa del COVID-19 e riprenderà appena inizierà la Fase 3. 

Eccoci qua! Questo è tutto!
Spero che vi sia piaciuto il mio approfondimento e non posso far altro che rimandarvi agli altri articoli del Blog Tour!






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