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sabato 31 ottobre 2020

Review Party: In fuga da Houdini di Kerri Maniscalco


 Buongiorno lettori!
Siamo finalmente arrivati al periodo più spooky dell'anno! Festeggiate Halloween? Io lo adoro, ma ammetto che quest'anno ho sentito molto meno lo spirito delle feste. 
Sarà il periodo in cui ci troviamo, con i contagi e un prossimo lockdown, non so. 
Intanto vi lascio una nuova recensione per distrarvi! Vi ricordo che essendo il terzo di una serie, ci potrebbero essere possibili spoiler dei volumi precedenti, leggete a vostro rischio e pericolo!
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Titolo: In fuga da Houdini (Stalking Jack the Ripper #3)
Autore: Kerri Maniscalco
Casa editrice: Mondadori
Collana: Oscar fantastica
Data di uscita: 15 settembre 2020
Pagine: 552
Prezzo: 22 euro

Voto: 3/5

Trama: Audrey Rose Wadsworth e il suo assillante compagno, Thomas Cresswell, si imbarcano sulla lussuosa RMS Etruria, diretti alla loro prossima meta, l'America. La settimana di spettacoli circensi che allieterà la traversata – compresa l'esibizione di un giovane e promettente artista della fuga – sembra la distrazione ideale prima del tetro incarico che li attende oltreoceano. Ma presto il viaggio si trasforma in un festival degli orrori quando, una dopo l'altra, giovani donne vengono trovate morte. Per Audrey Rose, il Circo al chiaro di luna – con i suoi numeri inquietanti e i personaggi grotteschi – si trasforma in un incubo e la fa tornare alla sua ossessiva ricerca di risposte. Gli indizi sull'identità di una delle vittime sembrano condurre a qualcuno a cui Audrey Rose vuole molto bene: riuscirà la ragazza a fermare il misterioso assassino prima del suo terrificante gran finale?
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In fuga da Houdini è il terzo volume della fortunata serie di Kerri Maniscalco, e, come al solito, ho trovato gli stessi identici difetti dei libri precedenti. 
Dopo aver seguito le lezioni di medicina legale in Romania, dove Audrey Rose e Thomas hanno indagato su dei misteriosi omicidi collegati al leggendario principe Dracula, i due ragazzi vengono richiamati in patria dal dottor Wadsworth, lo zio di Audrey Rose, che vuole partire per gli Stati Uniti d'America, dove si richiede la sua consulenza medica. 
I nostri protagonisti si imbarcano così sulla RMS Etruria, un transatlantico, che li porterà entro una settimana a New York. 
Sulla nave vengono imbarcati numerosi circensi del Circo al chiaro di luna, che intratterranno gli spettatori ogni sera con spettacoli stupefacenti, tra cui quello di un novello mago della fuga, Harry Houdini... 
Sembrerebbe un viaggio tranquillo, se non fosse che dopo il primo spettacolo una donna viene trovata morta, affianco a lei una carta da gioco.
Audrey Rose per indagare sul caso stringe un accordo con il misterioso direttore di pista, Mefistofele, che attira la ragazza con le sue abilità ingegneristiche e circensi. Tutti però sono sospettati, mentre una sera dopo l'altra un nuovo cadavere viene scoperto a bordo della nave.

Come vi dicevo all'inizio, nemmeno questo libro è riuscito a colpirmi positivamente, pur essendo una buona lettura. Credo che i problemi principali siano due: la protagonista e lo stile dell'autrice. 
Ritengo Audrey Rose un personaggio poco riuscito e soffro moltissimo a leggere la storia dal suo punto di vista. Trovo che nelle sue azioni ci sia sempre qualcosa che non quadra, una sorta di ipocrisia, tipo in una riga dice qualcosa come "avrei preferito dissezionare un cadavere che fare determinata cosa" o "sono diversa dalle altre persone, dissezionare un cadavere mi rilassa ecc...", poi quando è davvero di fronte al cadavere afferma di essere disgustata, di non riuscire a guardare e altre cose. Davvero, io non capisco. In generale avevo notato una certa ipocrisia nelle azioni di Audrey Rose già dal primo libro, ma qui mi pare si superi la linea: parla ancora di "se qualcuno ci avesse visto senza uno chaperon" quando bacia Thomas in camera e altri posti mentre sono da soli... insomma Audrey Rose, o sei moderna o non lo sei, deciditi.

Parlando invece dello stile della scrittrice, ho trovato che fosse pesante e ripetitivo, alla quinta descrizione di un personaggio e di un suo atteggiamento avrei potuto urlare, soprattutto perché sono cose che l'autrice ci ripete dal primo volume e abbiamo capito per esempio che Thomas è scostumato, e che analizza le cose con una grande intelligenza, abbiamo capito che una ragazza non può uscire da sola senza uno chaperon... insomma c'erano tante cose potevano essere evitate per rendere il racconto più fluido. 
Mi sembra che la Maniscalco interrompa sempre il discorso per descrivere sentimenti e emozioni, talvolta scrivendo cose talmente ovvie che devo aver alzato almeno dieci volte gli occhi al cielo. In questo libro soprattutto, che è molto più lungo degli altri due, ho trovato che ci fossero parti che potevano essere sicuramente evitate o accorciate. 

Tornando al libro, l'ambientazione era molto interessante, l'atmosfera ricordava un po' Titanic un po' Caraval e il Circo della notte. Il circo è sicuramente un'attrazione tipica dell'era vittoriana, ma sono felice che fosse comunque abbastanza "modernizzato", avrei sofferto nel vedere persone usate come fenomeni da baraccone come accadeva all'epoca, ho già sofferto abbastanza leggendo degli animali in gabbia su una nave. 
I personaggi nuovi erano interessanti e questa volta l'assassino era, per me, più facilmente intuibile, i pezzi erano stati messi insieme nel modo giusto. Poi io non ci sono arrivata comunque, ma questo è un altro discorso. Alla fine ho comunque pensato: "sì, potevo arrivarci". 

In questo libro l'autrice ha deciso di creare un triangolo d'amore, dopo che alla fine del secondo libro ormai la relazione tra Thomas e Audrey Rose era consolidata. Audrey Rose mi è sembrata anche qui abbastanza volubile, come una ragazzina che cede alla prima attenzione di un ragazzo carino, ma il personaggio di Mefistofele, per quanto interessante, non l'ho trovato molto originale, mi sembrava infatti un Thomas Cresswell 2.0 e quando i due dialogavano non erano effettivamente distinguibili. Entrambi infatti sono sarcastici e intelligenti, sembrano credere molto in se stessi e utilizzano l'umorismo come scudo, mentre invece sotto sotto sono profondamente feriti e soli.

Per quanto riguarda i personaggi, dato che il libro si intitola In fuga da Houdini, mi sarei aspettata che questo personaggio fosse più presente all'interno della storia, o che avesse un ruolo nei crimini che avvengono sulla nave, invece non posso nemmeno considerarlo tra i protagonisti, la sua storia e le sue esibizioni alla fine passano in secondo piano e non ho davvero capito il senso di inserire un personaggio così famoso e dare questo nome al libro se poi questo personaggio non influisce minimamente sulla storia. 
Alla fine infatti ha un ruolo molto più importante nella storia Mefistofele, che nonostante sia un personaggio nuovo si può benissimo considerare un co-protagonista in questa storia. 

Il libro comunque ha ingranato, per me, solo dalla seconda metà, ma mi è piaciuta molto l'indagine e come l'assassino abbia utilizzato le carte da gioco e il significato dei tarocchi durante gli omicidi. Ho trovato questo assassino molto più realistico rispetto a quelli dei libri precedenti, così come il movente.

Alla fine del libro poi ricordo che sono presenti dei capitoli dal punto di vista di Thomas, intitolati La nascita del principe oscuro, che mi sono davvero piaciuti molto. Thomas è il personaggio che apprezzo di più della saga, e insieme ad Audrey Rose penso funzioni molto bene. Sono capitoli che vanno letti solo alla fine del terzo volume, quindi non leggetelo prima, mi raccomando! 

Spero che la mia recensione vi sia piaciuta, ringrazio la Mondadori per la copia del romanzo, ricordo a tutti che il mio pensiero è sempre onesto e sincero, e vi rimando alle mie colleghe se volete leggere altri pensieri riguardo a questo libro. 
Buona giornata!









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